| Guerriglieri all'assalto
della privacy
Valentina
Furlanetto
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all'assalto della privacy Le
otto ore più lunghe di Microsoft Anche
gli hacker si pentono Il
Rick's Cafe dei pirati informatici
Un buco, una fessura nella rete. Oltre la fessura,
40 milioni di persone esposte per un tempo imprecisato allo sguardo
beffardo di un gruppo di voyeur elettronici. Gli utenti della posta
elettonica Hotmail (http://www.hotmail.com/), prima
perché ignari, poi perché impotenti, non hanno potuto difendersi
dall’attacco di un gruppo di pirati informatici penetrati
abusivamente all'interno della loro casella.
Oltre la fessura qualcuno sbirciava la loro
corrispondenza di lavoro, i codici delle carte di credito, i
messaggi più imbarazzanti non indirizzati al coniuge legittimo. "Mi
sento come se i pirati elettronici mi avessero legata ad un tavolo e
abbassato i pantaloni mentre lo staff di Hotmail li aiutava a
tenermi ferma" ha detto alla rivista americana Wired (www.wired.com) una delle
vittime del più grave incidente di privacy accaduto su Internet.
Sono bastati otto ragazzi, uno svedese e sette
americani, poco più che ventenni, per mandare in tilt Hotmail, il
programma di posta elettronica gratuita offerto da Microsoft (http://www.msn.com/) che vanta 40
milioni di abbonati e che si definisce il più diffuso programma del
suo genere della Rete. Dopo aver scoperto il difetto nel software di
Hotmail, per gli hacker é stato gioco facile pubblicare su una
pagina Web svedese le righe del codice necessarie per far saltare
tutti i sistemi di protezione del servizio. A quel punto era
sufficiente conoscere lo username, cioè l’indirizzo elettronico,
della persona interessata, per scoprirne anche la password.
Il tam tam online si è diffuso rapidamente e ha
permesso a un numero imprecisato di persone di curiosare nella posta
privata di amici e conoscenti. Per avere un assaggio delle modalità
per riuscirci basta collegarsi al sito http://website.lineone.net.
Se invece volete scoprire come difendervi da una simile incursione
futura, potete leggere gli otto consigli forniti dal sito di Hotmail
(http://www.hotmail.msn.com).

La società di Bill Gates ha saputo dell’intrusione
pirata su Hotmail domenica 29 agosto da Christian Carrwik, redattore
del quotidiano svedese Expressen (http://www.expressen.se/), che
ha ricevuto un messaggio dal gruppo di hacker colpevoli
dell’incursione. Fra le otto e trenta e le nove di lunedì mattina
Microsoft ha bloccato l’accesso al sito di Hotmail.
Entro le dieci e quindici un gruppo di ingegneri
della società di Bill Gates guidati da Mike Nichols hanno chiuso la
falla aperta nel programma, ventiquattro ore dopo che la società
aveva avuto notizia della beffa degli hacker. Sebbene non sia chiaro
per quanto tempo la posta degli utenti di Hotmail sia stata in balia
di occhi indiscreti il gruppo Hackers Unite, che ha rivendicato
l’attentato, sostiene che la breccia nel sistema era stata aperta
ben sei mesi prima della scoperta da parte di Microsoft.
Nel frattempo? Probabilmente molti curiosi hanno
avuto la spiacevole sorpresa di leggere i messaggi d’amore inviati
dalla fidanzata al cassiere del negozio sotto casa e molti ingenui
signori hanno visto intaccato il conto della loro carta di credito.
Insomma un brutto affare.
Il portavoce del gruppo di pirati informatici
colpevoli dell’attentato, un ventunenne di Goteborg, Lasse Ljung,
che sul Web si firma con il soprannome di DarkWing, ha scritto sul
chat network IRC (http://www.flashback.se/irc),
comunemente usato dagli hacker per scambiarsi idee e pianificare
attività pirata, di aver voluto mostrare al mondo quanto sia debole
il sistema di sicurezza di Microsoft. Ma la società di Seattle, già
da anni nel mirino dei pirati informatici, ha trattato il problema
come un mero incidente di pubbliche relazioni: una fastidiosa ma
tutto sommato insignificante mosca ronzante sulla criniera di un
cavallo di razza.

Una scrollata per togliersela di torno e nessuna
preoccupazione per le conseguenze, quindi. La gaffe infatti non ha
provocato oscillazioni a Wall Street. Il titolo è rimasto stabile
per tutta la giornata di lunedì 30 agosto. Eppure la minaccia alla
privacy della posta che naviga in Rete è urgente e con questo
incidente la miccia è innescata.
Il problema non è più solo quello posto dai pirati
informatici che provocatoriamente chiedono "Do you still trust
Microsoft? Vi fidate ancora di Microsoft?" Ma, più generalmente,
"Potete fidarvi ancora della posta Web?" Che sia stato colpito
Hotmail, uno dei più grandi e autorevoli siti a offrire una casella
gratuita di posta elettronica, è allarmante. Ma quello di Hotmail è
solo uno dei tanti servizi di Web mail offerti dai portali di
accesso a Internet. Tra i più popolari ci sono Yahoo, Lycos, Excite
e AOL(America Online).
I vantaggi della Web mail rispetto alla E-mail sono
molti. Il principale è che la Web mail è consultabile ovunque, da
qualsiasi computer, senza bisogno di avere un proprio fornitore di
accesso a Internet. "Inoltre, poiché la posta viaggia in rete su un
server anziché venire scaricata sull’hard disk del proprio pc, non
si corre il rischio di ricevere con un messaggio anche dei virus
informatici" spiega Eric Arnum, consulente della Messaging Online (http://www.messagingonline.com).
Tuttavia la posta Web è più vulnerabile alle
incursioni degli hacker, proprio perchè l’archivio di posta rimane
on line. "L’episodio di Hotmail è solo la punta dell’iceberg"
avverte Avi Rubin, esperto di sicurezza su Internet della AT&T
Labs (http://www.research.att.com/).
"Incidenti simili non faranno che moltiplicarsi".
Dunque che fare? "L’unica via sicura per proteggere
la Web mail è probabilmente quella di criptarla, ovvero renderla
leggibile soltanto al mittente e al destinatario" suggerisce Kerry
Stackpole, presidente dell’Electronic Messaging Association (http://www.ema.org/). Dall’incidente
accaduto a Hotmail infatti hanno tratto vantaggio in termini di
pubblicità i servizi di "encryption", cioè di criptaggio,
dell’e-mail come Hushmail (http://www.hushmail.com/) e
Ziplip (http://www.ziplip.com/).

Il problema è che i produttori di software online
quando hanno sviluppato i loro sistemi operativi e i loro browser
per il Web erano più preoccupati di arrivare per primi che di
assicurare la sicurezza dei prodotti. L’assenza di vere e proprie
leggi e regole inoltre ha permesso loro di non darsi troppo pensiero
delle conseguenze di tale disinvoltura. Un problema non da poco se
si pensa che solo negli Stati Uniti vengono spedite 1.300 miliardi
di messaggi di posta elettronica l’anno e che si prevede che entro
il 2002 quadruplicheranno.
"Allo stato attuale l’unica conseguenza per le
compagnie di software che non garantiscono la privacy degli abbonati
è solo una brutta figura, un colpo alle pubbliche relazioni
aziendali e niente più" spiega David Sobel dell’Electronic Privacy
Information Center(http://www.epic.org/privacy).
"Servirebbe una regolamentazione più severa. E se questo portasse le
compagnie a non offrire più l’accesso gratuito alla posta Web,
pazienza".
"Bisogna tenere a mente che questo è pur sempre un
servizio che Microsoft offre gratuitamente" spiega Mark Rasch,
legale della Global Integrity Corporation (http://www.globalintegrity.com/)
"il che non significa che non sia affidabile, ma che la sua
affidabilità non è governata da un contratto d’acquisto". Insomma
essendo un servizio gratuito forse non ci si deve aspettare troppo.
Ma si sentiranno meglio gli utenti Hotmail che hanno visto violata
la loro privacy sentendosi rispondere "you get what you paid for",
cioè ottieni quanto hai pagato?
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