Radiofobia
A seguito del disastro di Chernobyl si sono verificati molti casi di disturbi mentali. Psichiatri pre e post Soviet li hanno diagnosticati e battezzati col nome di Radiofobia.
Nei GULAG di Stalin stavano a corto di pillole, quindi a chiunque passasse sotto le mani del dottore veniva prescritto dell’ “Analgin”, ovvero la pillola che valeva per tutte le malattie. A volte succedeva che il dottore spezzasse a metà la pillola e dicesse al paziente – “ne prenda una parte per la febbre, e l’altra per l’ulcera.”. Ebbene questo è grossomodo lo stesso tipo di trattamento che ricevono i pazienti vittime dei disturbi post Chernobyl, non fa differenza quale problema abbiano, la diagnosi è sempre “Radiofobia” e la cura è sempre la stessa, inutile pillola.
Settembre 2006.
Bielorussia
Le radiazioni sprigionatesi da Chernobyl hanno contaminato 1/5 del vicino territorio bielorusso. Tutti sanno bene che quella terra è troppo contaminata per poter essere coltivata e che il tasso di radioattività permarrà molto a lungo, ben oltre il giorno in cui la presidenza Lukashenko non sarà che un pezzetto di storia antica.
Questa primavera, Luka ha portato a casa un altro mandato presidenziale, fatto conseguentemente imprigionare il leader dell’opposizione e dichiarato vittoria totale su tutti i suoi nemici, Chernobyl inclusa. Ha anzi annunciato in tono solenne che una larga porzione di quelle terre ora è sicura e che la gente può finalmente tornare ad abitarla.
Avrei voluto scrivergli una lettera, per complimentarmi della sua schiacciante vittoria e suggerigli di mandare per primi a colonizzare quelle aree magari i suoi parenti, o perché no i suoi amministratori.
Ho sentito anche che sono riusciti in non so che maniera a reclutare dei “volontari” per quest’idea. Tra i partecipanti a questo esperimento compaiono senza fissa dimora che non saprebbero dove andare, compresi alcuni ex detenuti e dei rifugiati appartenenti ad alcune ex Repubbliche Sovietiche dell’Asia Centrale e della Cecenia.
Fino a qui, ogni tentativo di rinvigorire la’rea di Chernobyl trapiantandovi la vita è fallito ed il loro unico risultato sono quelle due o tre pagine di statistiche inneggianti all’ottimismo nei rapporto ONU.
La Nostra Educazione
Chernobyl deve essere svelata ai ragazzi e resa un insegnamento obbligatorio a scuola perché più una persona vive più si abitua a questo mondo. I giovani combattono per cambiare il corso delle cose mentre gli adulti abituati all'ipocrisia del mondo si avvantaggiano dei loro errori.
In Unione Sovietica, la fisica nucleare è stata a lungo trattata come una branca speciale della scienza. Come protetti da un morbido rivestimento d’ovatta, gli scienziati hanno sviluppato tecnologie nucleari sotto la stretta sorveglianza del KGB; i loro studi si concentravano esclusivamente su Marx e sulla scienza. La sfera umanistica degli studi veniva deliberatamente ignorata nel loro curriculum. Lo Stato d’altro canto non aveva certo bisogno di filosofi, ma di scienziati efficienti e patrioti che non si sarebbero mai sognati di andare a spifferare i propri segreti nucleari alla CIA. Alla lunga, questo sistema esclusivistico nell’educazione ha prodotto una specie di scienziati con poca coscienza delle proprie azioni, data la scarsa capacità di interpretare la vita nel suo insieme. Il sistema educativo sovietico non impartiva alcun rispetto dell’essere umano. E senza l’amore ed il rispetto per la vita, per quella umana in particolare, la conoscenza porta solo a miseria e distruzione.
Essere privilegiati significa essere arroganti, non si curavano minimamente di nessuno che non appartenesse alla loro schiera. Gli stessi ingegneri che progettarono il reattore di Chernobyl erano stati avvisati di non costruire nelle vicinanze di centri abitati, ma hanno ignorato ogni richiamo. Gli era stato detto che costruire reattori privi di coperchio poteva essere pericoloso, ma lo hanno costruito lo stesso. Hanno addirittura continuato a costruire quel tipo di reattore anche dopo Chernobyl.
Chernobyl è il risultato di un sistema educativo colmo di difetti in cui le pedine si muovevano simili a quelle degli scacchi. Un professore di scienze nucleari godeva dei privilegi di una regina laddove un professore di storia sì e no di quelli di un semplice pedone. Decine e decine di anni di insegnamenti ripetitivi e formule obsolete hanno prodotto milioni di studenti e di tecnici privi della capacità di sentire e depositari di una scienza datata, all’oscuro dal progresso. Ciascuno di questi era stato poi successivamente scaricato dopo il tracollo del sistema sovietico. E adesso sono di ritorno – per giunta nel mondo degli affari.
Com'è la situazione attuale? Questa nuova generazione di fisici nucleari ed operatori delle sale di controllo è più competente di quella che l'ha preceduta? Ne dubito, perché quantomeno durante l'epoca sovietica dovevano studiare mentre ora chiunque può usare la corruzione per passare gli esami o direttamente comprare il diploma. Nessuna speranza che riflettano sul disastro di Chernobyl perché la verità è che Chernobyl è nascosto dai loro e dai nostri occhi e quindi non c'è speranza di imparare dagli errori commessi. L'irresponsabilità degli ufficiali e dei progettisti dei nuovi reattori è incoraggiata dal fatto che nessuno è stato punito dopo l'incidente di Chernobyl. Ora fanno quello che hanno sempre fatto ma con più leggerezza e cinismo perché sanno che non saranno ritenuti responsabili per le loro azioni.
Numerosi governi sono controllati da grandi corporazioni che tengono il sistema educativo sotto controllo. Combinano gli sforzi nell'area dell'educazione e della formazione dei giovani affinché non pensino criticamente a proposito delle azioni dei governi, delle corporazioni e dei regimi, fornendo una versione ripulita degli eventi di modo ché che i futuri cittadini e consumatori possano vedere positivamente il potere e l'influenza delle corporazioni. Spiegano la produttività, l'efficienza ed il successo ma tutti gli insegnamenti che riguardano il rispetto e la comprensione della vita umana vengono lasciati da parte. Gli studenti imparano solo una professione specifica, come raggiungere un diploma ed arrivare ad essere meccanicamente produttivi ma senza essere intelligenti.
L'intero sistema scolastico moderno non è altro che un grosso pentolone in cui gli insegnanti cercano di ottenere mazzette dagli studenti che cercano di ottenere un diploma. Il nostro sistema educativo è all'ultimo stadio della degradazione: da una parte permette che la parola “Wormwood” venga rimossa dai dizionari, dall'altra i medici affermano che i bambini di Chernobyl abbiano un QI più alto di quelli nati in aree non contaminate ed infine “giornalisti” arrivano a scrivere che Chernobyl è stato solo un piccolo incendio... esistono perfino seminari dove all'ordine del giorno è previsto “poniamo fine a tutti i discorsi su Chernobyl”!
La maggior parte delle istituzioni ha come obiettivo mantenere le persone intelletualmente ed emotivamente spente, sottomesse ed incomplete, stupide e passive così da renderle più facili da governare. Questo sistema è perfetto per la classe dirigente. Il sogno di ogni governo: controllare una popolazione che come un branco di animali può essere spostato da una zona contaminata all'altra. Ma questo sogno è un'Utopia. Una società così sottosviluppata non può esistere né tantomeno sopravvivere! Con così tante centrali nucleari ed industrie chimiche qualunque società senza pensiero critico è destinata all'estinzione. Il giorno del Giudizio si avvicina...
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Appassionati! Non professionisti! Questo é ciò che comunicano a gran voce coloro che si applicano
a cercare la verità su ciò che accadde a Chernobyl con intento ben superiore alla pura curiosità o al
guadagno personale e superando gli interessi dei potenti delle industrie,per promuovere la consapevo -
lezza che nessuna tra questa persone può essere presa sul serio a dispetto di quanto alto sia il loro
livello di istruzione. L' opinione delle persone comuni,che non hanno esperienza in materia di radioat -
tività,é la stessa e deriva dalla fiducia nella "professionalità" dei governi, con nessuna considerazone
per chi viene ritenuto meno preparato soltanto in base al livello di istruzione ufficialmente ottenuto.
Come ben si comprende dalla sua origine latina,la parola appassionato indica chi fa una determinata cosa unicamente spinto dalla propria passione e non a fini di lucro. La verità é che in questa ricerca
su Chernobyl non c'é ancora spazio per gli amatori che sono quelli che davvero meriterebbero l' appel-
lativo di professionisti,in quanto ottengono davvero risultati veramente utili all' umanità,grazie alla piena
serietà (che manca del tutto a chi mira solo a fare carriera) con cui svolgono la loro passione. Proprio
questo é il problema di quei ricercatori che rimangono in ombra,il fatto di dover teoricamente ottenere il
pieno riconoscimento di tutto il proprio lavoro soltanto dai magnati dell' industria, anche dell' industria
nucleare. Shopenhauer aveva purtroppo ragione quando sosteneva che "la più grande sfortuna di coloro
che hanno veri meriti intellettuali é quella di dover attendere che il lato positivo del loro lavoro venga ca-
pito da coloro che producono soltanto cose negative".
Cibo Per Bambini
La domanda che mi pongo più di frequente è, per quanto tempo ancora la gente verrà tenuta all’oscuro di quanto accaduto a Chernobyl? In linea di massima, la storia insegna che occorre del tempo perché disastri simili a Chernobyl e le loro conseguenze possano essere assimilate e capite del tutto. E’ altrettanto comprensibile che la notizia non deve aver colpito troppo favorevolmente le industrie dell’energia e che molte di esse vorrebbero solo seppellire questa brutta storia sotto una spessa coltre di nulla. Indipendentemente da questo però, prima o poi arriverà qualcuno in grado di discernere senza pregiudizi. Arriverà il momento in cui i fatti si guadagneranno finalmente l’attenzione di persone che sapranno capire, a differenza di chi fino ad ora ha saputo solo rigirare le cose.
L’ottimista che è in me vuole pensare che la questione sarà posta sotto esame, in futuro; si farà luce su di essa, ci si penserà sopra, la si considererà nel suo intero, verrà discussa e magari alla fine di tutto si arriverà ad una visione completa che renderà giustizia all’accaduto. Dopo un tot di tempo – la cui durata dipende dalla difficoltà della questione stessa – la popolazione arriverà a capire ciò che forse le menti più preparate avevano visto fin dal primo istante.
In genere, più è grande ed importante l’evento storico, e meno superstiti e testimoni resistono fino al giorno in cui le nebbie si diradano e la verità si manifesta. La possibilità per noi di esserci quando questo accadrà dipendono da diversi fattori. Per citare un esempio, sono serviti 50-70 anni perché la gente qui potesse comprendere a fondo quello che è successo durante la rivoluzione, la carestia, le repressioni. La storia combatte e vince solo quando si scontra con mostri antichi, mentre i mostri recenti, quelli dei giorni presenti, vincono regolarmente contro la storia. Quello di Chernobyl potrebbe rimanere in piedi ancora a lungo, ma non per sempre.
La gente dotata di una certa apertura mentale ha però beneficiato di un fattore speciale: l’aver saputo guardare e vedere al di là della coltre di disinformazione generalizzata. L’unico modo per capire la vera natura di un evento è carpirla all’istante, e non a distanza di un secolo come purtroppo accadrà per le menti più semplici, quando ormai il risultato finale è un mucchietto masticato, digerito e rigurgitato sui vari history channel.
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Quello che mi fa rabbrividire davvero riguardo a tutta questa storia di Chernobyl è la vita media di un isotopo nucleare: un centinaio, quando non un migliaio, o perfino decine di migliaia di anni! “Quanto accaduto a Chernobyl rimarrà visibile sulla Terra fino al secondo avvento di Gesù”, ha detto una volta Gorbachov durante un’intervista.
In primavera, i giornalisti televisivi hanno coniato un’espressione tutta nuova: “La vecchia Chernobyl”. Può darsi che sia il loro modo di cercare di farci credere che Chernobyl stia in qualche modo una storia dai contorni già sfumati e presto del tutto scomparsi…
Sfortunatamente, le sole ad essersene andate fino ad ora sono le vittime. Chernobyl resterà per sempre giovane, eternamente pericoloso. Le sofferenze patite 20 anni fa nel giorno della sua nascita sono solo un pugno di secondi nella vita infinita di questo eterno bambino.
Sono convinta che uno dei motivi per cui le persone non sono in grado di afferrare l’estensione temporale di un disastro nucleare sia la difficoltà nel comprendere il tempo prima che questo si sia trasformato in passato. Siamo ancora troppo vicini in termini di anni a quanto successo a Chernobyl per poterne veramente vedere la portata.
Chernobyl assomiglia ad uno di quei grandi palazzi la cui figura intera non è possibile inquadrare a meno che non lo si guardi da grande distanza: la sua mostruosità e l’ombra lunga che è in grado di proiettare saranno visibili solo di qui a chissà quante generazioni. E anche una volta giunto quel momento, la sua malvagità non si estinguerà prima della Fine dei Tempi.
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Sui coperchi dei sarcofagi ho scritto lugubramente la frase scritta da Dante all'entrata del suo Inferno: “abbandonate ogni speranza o voi che entrate”
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Si dice che in un regno popolato da ciechi, colui che ha un occhio solo ne sia il re. Riuscire a vedere oltre, quando il resto del mondo sembra non poter fare altrettanto, è esattamente come possedere un occhio mentre gli altri non ne hanno nessuno.
E a quel punto si è davvero come un re o una regina, perché si possono vedere le cose per ciò che realmente sono, a differenza di chi crede solo a ciò che vuole. La massa, guidata da leaders ciechi come talpe, è portata a fraintendere e a guardare le cose nel modo sbagliato, tutti brancolano nel buio e tu non puoi farci nulla. Non c’è modo per te di spiegare a nessuno di loro quello che tu sei capace di vedere perché, per poterti capire, avrebbero bisogno di guardare attraverso i tuoi occhi.
Settembre 2006.
Un Nuovo Elemento (Parodia)
Gli scienziati della repubblica delle banane hanno annunciato la recente scoperta di quello che dovrebbe essere l’elemento più pesante fino ad ora conosciuto dalla scienza. Questo nuovo elemento ora porta il nome di “Governmentium”.
Il Governmentium (Gv) ha un neutrone, poi ancora altri 25 neutroni come assistenti, 88 deputati neutroni e 98 assistenti deputati neutroni che gli conferiscono una massa atomica pari a 212. Queste 212 particelle sono tenute insieme da una forza, la forza dell’idiozia, esercitata dagli idioti. Gli idioti costituiscono però una sostanza di cui si sa ancora poco ma di cui è evidente la caratteristica principale: l’abbondanza di tasche.
Il Governmentium ha una vita media normale di circa 4 anni; la sua massa è destinata a crescere di misura col tempo perché, durante il periodo di decadimento, la quantità di tasche dei neutroni assistenti, dei deputati neutroni e degli assistenti deputati neutroni cresce a sua volta fino a raggiungere la concentrazione di massa critica. A quel punto l’intera struttura si sfalda e ricompone ed in questo processo alcuni idioti diventano neutroni e una porzione di assistenti neutroni e deputati neutroni si scambiano di posto. Essendo del tutto privo di elettroni, il Governmentium risulta inerte. E’ comunque possibile rilevarlo a causa della sua capacità di ostruire qualunque altro elemento con cui entri in contatto e per la tendenza a respingere tutto ciò che contenga elettroni e non sia inerte. Un microscopico quantitativo di Governmentium è altresì in grado di rallentare processi la cui durata media si aggirerebbe di media intorno a frazioni di secondo, conducendoli a necessitare fino a quattro giorni.
Quando infine il Gv decade, passa ad essere un nuovo elemento, il Retiredum (Re) e Retardium (Rt) che alcuni chiamano Dementium (Dm).*
*[gioco di parole dall’inglese:
to retire = andare in pensione; retardedness = rincretinimento; e dal latino dementia = pazzia, si pensi però in questo caso più al concetto di demenza senile.].
Bloggers e Giornalisti
I giornalisti di tutto il mondo oggi se la devono vedere con la competizione che ricevono dalla rete. I bloggers catalizzano l’attenzione sempre di più mentre i giornali faticano a vendere copie in edicola, sull’orlo della bancarotta. C’è una ragione dietro a tutto questo ed è anche piuttosto semplice: i bloggers sono infinitamente più obiettivi, genuini e liberi di dire la loro di quanto non lo siano quelli che lavorano assoldati dalle agenzie. Per di più non capiscono per quale ragione i bloggers facciano gratis ciò che invece loro fanno per denaro.
Sta proprio qui invece il punto; fondamentalmente i bloggers fanno un lavoro migliore proprio perché non lo fanno per lucro. Uno smetterà di saper scrivere non appena gli si dirà di farlo per soldi. Un autore è veramente oggettivo solo quando scrive con l’unico interesse di svelare i fatti a chi lo legge. Scrivere per denaro rende l’autore una specie di prostituta del mestiere: l’obiettivo diventa far piacere al superiore, adeguarsi al gusto del pubblico. Ed esattamente come accade con le prostitute, questi autori non traggono più piacere personale dal loro lavoro. Caso opposto, il blogger appassionato non è mai alla ricerca del favore degli altri, è più facile invece che lavori a debita distanza da tutti gli organi ufficiali e scriva soltanto per il gusto di condividere i propri pensieri e le proprie conclusioni con gli altri. C’è una grande differenza tra i giornalisti ed i bloggers ed i loro ruoli non sono convertibili; un vero blogger non potrà mai essere al servizio di un giornale, così come un giornalista non potrà diventare un blogger.
Chiunque intraprenda la carriera in una qualsivoglia testata o emittente, sia questa giornalistica o radiotelevisiva, deve essere preparato a seguire le varie istruzioni che gli vengono impartite quanto al politically correct, non dovrà perciò risultare offensivo delle minoranze etniche, o ledere i sentimenti religiosi, né pestare il grasso piedone del mostro nucleare, o sputare nel piatto dell’industria che produca cibi a base chimica, etc. …Grazie a tutte queste restrizioni, la mente del giornalista è occlusa da una serie di limiti che la rendono come un uccellino in gabbia, incapace di muoversi. La mente del blogger al contrario è paragonabile ad un uccellino che vive libero, capace di volare senza confini, capace di vedere le cose per come esse sono. Il blogger può dire la sua senza limitazioni. Non è importante quale sia il suo grado di educazione o quanto intelligente sia di partenza, ciò che conta nel suo caso sono i pensieri, la loro capacità di venire elaborati autonomamente, questo fa sì che l’intelletto continui a crescere. Contrariamente a quanto accade a quello del giornalista, obbligato a sbattere il muso ogni giorno contro l’ignoranza e l’apatia e quindi destinato a spegnersi pian piano.
Se lavori per i media, devi obbedire alle loro regole e alla fine la sensazione sarà quella di colui che, invitato ad una serata in discoteca, entrando trovi tutti a ballare con le stampelle. E in mezzo a quelli che le stampelle le portano perché affetti da un handicap oggettivo ci saranno invece anche ottimi ballerini che le portano solo perché hanno delle famiglie da mantenere. Il fatto è che una volta scesi in pista a ballare con questa gente, nel giro di qualche anno, ci si ritrova simili a loro, incapaci di ballare senza il supporto di quelle stampelle. Congratulazioni – sei diventato giornalista.
Ottobre 2006.
Ottobre 2006.
Sulla Pubblicazione di Testi.
Dodici anni fa stavo consegnando dei libri ad una prigione. Con l’occasione, c’era anche da liberare la biblioteca da una serie di vecchi tomi di epoca sovietica. Il bibliotecario della prigione – da me descritto nel racconto breve "Nikholayevic",
– trasalì nel vedere migliaia di quei libri caricati e portati via dalla sua biblioteca. “Molte generazioni – diceva – sono state cresciute con queste pagine e ora dobbiamo buttarle alle ortiche”.
Oggi, quando mi trovo a camminare tra i lunghi scaffali di una qualche libreria, non mi resta che sospirare al pensiero che nessuno di questi autori verrà ricordato in futuro, proprio come fece allora il mio amico bibliotecario. L’intero complesso della letteratura moderna è come una lotteria il cui biglietto vincente non è mai stato estratto, e questo perché la letteratura è diventata un’industria in cui tutti sono belli occupati a fare soldi: autori ed editori, critici e promotori – tutti corrotti – si spalleggiano, si sostengono a vicenda, fanno tutti parte di un unico grande sistema con un solo obiettivo: rapinare il pubblico del suo tempo e del suo denaro.
Questo tipo di industria prospera grazie allo sconsiderato desiderio da parte del pubblico di comprare solo titoli che appaiano nelle classifiche dei bestsellers. Basta aprire uno di questi libri per sentirlo sciogliersi come una colata zuccherosa sul cervello, senza ovviamente lasciare alcun retrogusto. Succede perché non c’è verso di poter vedere pubblicati i propri pensieri in un libro, e quindi gli autori sono costretti a scrivere di draghi e dischi volanti piuttosto che di chissà che altro, ma mai di realtà. In maniera del tutto analoga, non c’è modo di pubblicare un libro che parli di Chernobyl, dalle mie parti. Tutti i nostri libri su Chernobyl devono essere stampati nell’Europa dell’ovest e, ora che il mostro nucleare sta vivendo la sua resurrezione, è diventato comunque difficile stamparli anche lì.
Della nostra moderna letteratura rimarrà gran poco, giusto le opere di questi autori mediocri: inventori di un nuovo filone di grido strettamente collegato allo show business, un genere che farà sospirare lamentosamente i posteri davanti alla dappocaggine di un’epoca letteraria scarna, povera di sé; crollata quella struttura barcollante fatta di convenzioni, rimarrà il vuoto, niente che dia segni di vita dentro questo sarcofago, nessuna traccia di pensiero che possa trattenere la mano dei bibliotecari di domani dal gettare i nostri bestsellers dritti nell’immondizia.
Ottobre 2006.
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Il mondo civilizzato in cui viviamo non è che una sceneggiata in cui la contrizione dei potenti, i sorrisi dei commercianti, la compassione dei filantropi e la voluttuosità degli attorni del porno sono soltanto maschere, non c’è nulla di vero in tutto questo. Uno s’infila la maschera della legge e diventa avvocato, quell’altro si sceglie la maschera del patriottismo che lo trasforma in un politicante, un altro ancora si mette quella della religione o dell’integrità della dottrina ed ecco fatto un prete e così via. In sostanza, dietro ad ognuno di questi travestimenti si nasconde un truffatore, un’imitazione il cui successo dipende in realtà dalla sua capacità di tenere nascosto il proprio vero io.
Il discorso non cambia quando si parla delle Nazioni del mondo: ognuna di esse mostra solo una facciata sorridente realizzata ad arte da un vasto assortimento di politici, pop stars, personaggi del cinema, sportivi e celebrità di vario genere.
Quello che mostrano della loro Nazione è solo il lato da mettere in gioco, noi di loro non possiamo sapere niente. Il vero volto di un Paese emerge quando le rivolte popolari, gli attacchi e le guerre riducono in frantumi quella maschera. A mano a mano che la superficie si disfa, si intravvedono i veri problemi che la affliggono. Chernobyl in questa chiave è un disastro a tuttotondo, l’immagine stessa del mio Paese è compromessa per decadi. Per i primi 10 anni successivi all’incidente è stato decisamente difficile portare qualunque maschera che coprisse una tale quantità d’imbarazzo dipinta in viso, ma ora tutta la popolazione volendo può essere partecipe di questa farsa; l’Ucraina ora vanta buoni giocatori di calcio, buoni tiratori di boxe, cantanti e ballerini. Che importa quanto buia è la notte quando il party può andare avanti per ore ed ore…
Settembre 2006.
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Nei Gulag, quando i prigionieri volevano far fuori un qualche informatore senza che nessuno in particolare venisse poi additato colpevole, bastava che qualcuno stringesse una bella corda lunga attorno al collo del traditore mentre una dozzina di uomini la tirava da un lato e un’altra dozzina dall’altro. Così facendo, nessuno tra quelli poteva essere imputato di aver causato la morte in maniera effettiva.
Più erano le persone coinvolte nel tiro alla fune e più possibilità c’era per queste di sfuggire sia al castigo, sia all’eventualità di essere tacciati responsabili. E’ il principio che regola tutti i crimini di massa; spiega anche come mai le vittime di Chernobyl siano rimaste le stesse in termini numerici attraverso gli anni e per quale motivo nessuno abbia mai ammesso la propria colpa o espresso rimorso per questo crimine. C’era fin troppa gente da ambo i lati della fune. Settembre 2006.
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Oggi, e siamo in Dicembre, al 16 per essere precisi, dell’anno 2006, ho notato che i livelli di radioattività in casa mia sono più alti del normale. Così sono uscita a misurarla in vari punti qui nel vicinato, ho usato contatori Geiger diversi giusto per essere sicura.
Più tardi, grazie ai miei canali d’informazione, ho saputo che l’aumento di livello della radioattività era dovuto ad un lavoro di manutenzione giù al sarcofago di Chernobyl – (hanno praticamente aperto una parte del tetto). Il chè mi ha lasciato perplessa a pensare se le radiazioni sono arrivate per riflesso, oppure trasportate dal vento. Uno può solo supporre, comunque, perché ai telegiornali non è stato detto nulla a riguardo e le previsioni meteo dicono che è tutto nella norma.
Dicembre 2006.
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Nel Febbraio del 2007, il padre di un mio amico è morto di cancro al
polmone. Aveva lavorato come autista a Chernobul dal primo giorno
dell’incidente nucleare del 1986. Al suo funerale ho incontrato un altro
autiscta, un collega del defunto. Abbiamo parlato mentre aspettavamo la
cerimonia funebre ed ho appreso alcune cose interessanti. Mi ha detto di
essere l’ultimo sopravvissuto del gruppo di autisti inviati a Chernobyl.
Ha detto anche che il territorio, circondato da filo spinato e noto come
“La Zona Morta di Chernobyl”, non ha un raggio di 30 km intorno al
reattore, bensì di 40-50 km. Arrivata a casa, ho controllato le mie
mappe e sì, solo un checkpoint è ad una distanza di soli 30 km dal
reattore. L’altra dozzina di checkpoint è localizzata ad una distanza di
45-50 km dal punto del disastro. Perché tutti si riferiscono alla “Zona
Morta” di Chernobyl come 30 km di raggio quando il raggio è in realtà 45
km? E per quanto riguarda l’immensa area al di là di questo territorio?
Qualcuno pensa davvero che il filo spinato possa trattenere la
radiazione dall’espandersi? Il modo in cui il nostro sguardo segue la
palla invece della partita è davvero preoccupante…
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Chernobyl è alieno allo spirito della nostra epoca; la nostra cultura rinnega il dolore e accetta solo storie di successo. Siamo portati ad imparare ad ottenere il massimo piacere col minimo sforzo, non c’è spazio per il realismo, oggi, e chi parla da un punto di vista realistico viene preso per un terribile pessimista. L’insegnamento che la grande macchina propagandistica ci propina è che la felicità è obbligatoria, mentre il dolore è opzionale. Cadenzato da un mantra che senza sosta ripete “goditi la vita ogni giorno meglio che puoi, come ci sarà domani nessun”. Alla fine della fiera, questo depriva le società della capacità di ammettere ed imparare dai propri errori. Come risultato, si ha che il mondo si moltiplicano le cattive notizie.
Fin qui, la massima regola quanto a saggezza di vita l’ha espressa Aristotele. Invitava ad indirizzare il nostro scopo non nel mettere in cassaforte ciò che della vita è godibile e piacevole, ma nell’evitarne i suoi innumerevoli mali. Oggi questa massima è per lo più ignorata. Questao modo di deviare sempre dal percorso è a parer mio la fonte di tutti i guai presenti e futuri; come può la gente evitare il male, o gli errori, i fallimenti, se addirittura si nega che questi effettivamente ci siano?
P.S.
Se viviamo come non ci è domani, là non sarà.
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Chernobyl è stata una lezione durissima, ha messo sotto gli occhi del mondo l’evidenza che non è possibile lasciare che la tecnologia ci superi nel nostro sviluppo. Credo insomma che il problema maggiore oggi come oggi sia che la corsa al profitto conduca lo sviluppo a prender piede solo dal punto di vista tecnologico, senza tenere conto il disperato bisogno di progresso e sviluppo umano.
Dicembre 2006.
Le chiese di Chernobyl
Vi sono più di 2,000 paesi e villaggi morti nel raggio di 250 km (155
miglia) intorno al reattore di Chernobyl. Non c’è modo di contare tutti
i villaggi perché molti sono stati demoliti sistematicamente dalle
autorità ed alcune strade sono attualmente in rovina.
Viaggiando attraverso l’intera “zona morta” non ho ancora visto una sola
chiesa in rovina. I depredatori sono gente superstiziosa ed hanno timore
a svaligiare le chiese. Inoltre, con la frequenza di qualche anno i
membri delle comunità del circondario vengono a sistemare le chiese
abbandonate, perciò esse resistono più a lungo di tutte le altre
costruzioni nell’area.
I portoni di queste vecchie chiese non sono chiusi a chiave. Non c’è
niente di valore all’interno, solo un paio di icone scadenti, paramenti
religiosi ed una Bibbia leggermente radioattiva – aperta di solito alla
pagina dove è predetta l’era (Rivelazioni 8: 10,11*). Poche persone
possono restare impassibili quando imparano che la parola Ucraina per
“assenzio” è “Chernobyl”. Io non faccio eccezione e ciò mi ha ispirato
ad esplorare il lato sacrale di Chernobyl.
Chernie è infestata da molti fantasmi, poiché ci sono due eserciti
spirituali che sono e saranno sempre in guerra: le forze del bene e del
male. Finché le chiese non crolleranno, la battaglia continuerà. Non è
solo un luogo vuoto, come quei villaggi deserti dove vi erano le miniere
di carbone.
Chernobyl è magica, repellente, interessante e terrificante allo stesso
tempo. Una persona che viaggi da sola attraverso Chernobyl non si sente
mai da sola, c’è la sensazione perisistente di essere osservati. Il
disagio è reale. Questa sensazione sovrannaturale e spiacevole può
essere percepita perfino attraverso le foto ed i video di Cherny. I
cristiani la chiamano “la presenza del diavolo”.
Non credo che Chernobyl sia solo riguardo il gusto amaro dell’Assenzio,
la stella cadente del libro delle Rivelazioni. La nostra Chernobyl è
solamente la conseguenza ultima della somma di errori umani ed avidità,
le cui cause alla radice sono anche indicate attraverso di svariati
libri del Vecchio e Nuovo Testamento.
Se dovessi riportare alcuni passaggi della Bibbia che spiegano le cause
di Chernobyl, sceglierei come più incisivi ed appropriati quelli
relativi alle tentazioni di Cristo nel deserto. Queste tentazioni non
sono nate da un intelletto finito ed umano, ma dalla mente eterna ,
assoluta e consumatamente malvagia di un angelo esiliato: Satana stesso.
Quelle tentazioni sono quelle del Miracolo, del Pane e dell’Autorità. La
tentazione del Pane è quella più applicabile al disastro di Chernobyl e
la più difficile da resistere per la razza umana.
'Vedi questi pietre e questa selva? Se sei Figlio di Dio, dì che questi
sassi diventino pane. - (e le genti correranno dietro a Te. Mostra al
popolo un miracolo e Ti seguirà),' canticchia l’angelo malvagio.
Gesù le rifiuta tutte, ma il genere umano è troppo debole. La scienza sa
come traformare in pane ed in armi le rocce che contengono l’uranio. Il
popolo ha abbracciato la visione con sfrenato entusiasmo, attirato dagli
inganni dell’alchimia nucleare. Senza preoccuparsi dell’usura del Tempo
e della violazione di tutti i principi naturali, il popolo ha inseguito
quei miracoli corrotti, marciato con le testate nucleari nelle parate, e
gridato – Urrà!
Dopo l'esplosione del reattore le persone hanno perso il loro entusiamo, la scienza è frustrata, nessuno crede più nei miracoli.
Il tempo del libero pensiero è finito e la reale violenza nucleare inizia. Possiamo fare poco per fermarla perché se gli togliessimo la spada perderemmo il pane che è necessario per continuare a vivere. Il secondo avvento delle bombe non è a proposito dei miracoli come fu il primo – ora è una necessità. Il secondo avvento delle testate nucleari non
riguarda i miracoli come invece era accaduto per il primo - ora è una questione di necessitа. Produrre pane dai "sassi" nucleari è diventata un'industria alimentata dalla voglia di vivere.
Nelle tre tentazioni di Satana a Gesù troviamo, come se fosse stata
condensata ed a noi predetta, la completa storia dell’uomo. Ci vengono
mostrate tre immagini, che uniscono in loro stesse tutti gli assiomatici
ed insolubili problemi futuri e le contraddizioni della natura umana. I
semi di questa verità sono radicati profondamente ed estesamente nella
Bibbia; sono più di qualche sporadico passaggio. Chernobyl è una icona
vitale per la Cristianità moderna, ed un’amara fontana di conoscenza per
noi tutti.
*Rivelazioni 8: 10 - Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo
cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo
dei fiumi e sulle sorgenti delle acque. 11 - Il nome della stella è
Assenzio; e un terzo delle acque diventò assenzio. Molti uomini morirono
a causa di quelle acque, perché erano diventate amare."
Translated by Silvia Bettiol.
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