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Prof. Alain Gras (italiano)
Prof. Alain Gras (italiano) Prof. Alain Gras (inglese)

 

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Filosofia e Tecnoscienza                Torna all'indice delle interviste

 

 

Intervista al Direttore del Centro di Studio

delle Tecniche, delle Conoscenze e delle Pratiche

presso l'Université de Paris 1 Panthéon - Sorbonne,

il Professor Alain Gras

 

 

 

Intervistatore : Caro Prof. Alain Gras, in qualità di direttore del C.E.T.CO.PRA., avremmo il piacere di cogliere quest'occasione per conoscere meglio l'istituto che Lei dirige. Può descriverne la struttura e gli obiettivi ?

Risposta : Il nostro centro si chiama Centre d'Etude des Techniques, des Connaissances et des Pratiques (Centro di Studio delle Tecniche, delle Conoscenze e delle Pratiche). Il nostro obiettivo è comprendere il senso della tecnica partendo dai soggetti che la utlizzano, ma collegando il micro della percezione dell'individuo al macro del sistema nel suo intero (macrosistema / MST). Questo centro è un punto di ingresso ("équipe d'accueil"), riconosciuta dal Ministero dell'Educazionale Nazionale, per accogliere i dottorandi oltre ai ricercatori. La nostra riflessione deve molto alla filosofia delle tecniche, ma i nostri approcci sono socio-antropologici.

I : Ha il centro una lunga storia o tradizione ? Può accennarvi ?

R : Il Centro è stato creato nel 1989 allorché ci siamo interessati al problema dell'innovazione tecnologica nei grandi sistemi tecnici e in un caso molto particolare che si è presentato, quello dell'introduzione dell'Airbus A-320. Noi abbiamo messo in pratica i nostri metodi volando nel cockpit con i piloti, o seguendo il lavoro dei controllori aerei di terra, e abbiamo potuto osservare dei comportamenti che l'ergonomia classica non avrebbe mai potuto vedere.

 

La questione filosofica che noi poniamo è quella del ruolo del corpo negli automatismi e da ciò deriva tutta la nostra critica del virtuale, ma anche dell'ideologia della forza, dell'autonomia delle tecniche, ecc. delle quali anche Heidegger, Jonas o Ellul fanno la critica (o gli Italiani Severino o Galimberti per esempio).

 

I : Quali sono i collegamenti con altre strutture analoghe nazionali e/o internazionali ?

 

R : Sulla questione dei macrosistemi tecnici noi siamo in relazione con il Wissenschaftzentrum di Berlino dove Bernward Joerges è stato uno degli iniziatori della riflessione sugli MST, sulla filosofia delle tecniche con l'UCLA di San Diego e Andrew Feenberg, sui rischi con l'UCLA di Berkeley su High Reliability Organisation (Gene Rochlin, Todd La Porte) e sulle tecniche in generale e più precisamente l'aeronautica con l'Università de Linköping in Svezia (Boel Berner, Johan Sanne).

 

Abbiamo un progetto di master comune in politiche delle scienze e delle tecniche con l'Università de L'Aquila (Michela Nacci) e per le questioni di formazione noi lavoriamo anche con Bruno Maggi dell'Università di Bologna. Aggiungo che due dei nostri ricercatori dottorandi sono italiani, di cui una in co-tutela.

 

I : Quali sono le opportunità che il centro dà a coloro che sono interessati a fare della ricerca scientifica ?

 

R : Il centro accoglie i dottorandi, che in seguito possono entrare in organizzazioni ad alta intensità tecnica e che hanno      bisogno di un sguardo esterno. Essi possono anche divenire consulenti e ovviamente ricercatori e insegnanti in      organizzazioni statali.

 

I : In quali settori disciplinari il centro concentra le proprie risorse e quale attività di ricerca vi è sviluppata ?

 

R : Il centro fa parte della Scuola Dottorale di Filosofia e vi si trovano anche dei corsi sull'evoluzionismo biologico, su Wittgenstein piuttosto che sull'arte e la politica.

 

Quanto a noi, privilegiamo la riflessione filosofica e socio-antropologica a partire da un'immersione sul campo. Alcuni cercatori possono così beneficiare di contratti.

I : Quali sono i progetti possibili ? Quale sarà il futuro del centro ?

R : Noi sviluppiamo la riflessione sulle tecniche del virtuale, sulla critica della formazione attraverso il simulatore, ma anche sui macrosistemi tecnici, i nuovi tipi di controllo sociale attraverso la tecnica, i legami tra guerra e politica delle scienze e delle tecniche.

 

I : Come vede il futuro della ricerca scientifica nel suo Paese, e in rapporto a quella nelle altre nazioni ? 

 

R : La Francia possiede un CNRS che aiuta i ricercatori, ma nello stesso tempo burocratizza la ricerca e la congela. Inoltre,      l'Europa di Bruxelles è un'immensa "macchina" che fa passare tutti i progetti attraverso dei formulari le cui norme sono      quelle delle scienze esatte e i cui valori anglosassoni. Vedo male l'avvenire della ricerca nelle scienze sociali in Francia.

 

I : Per chi volesse ulteriori informazioni sul centro, chi contattare ?

 

R : CETCOPRA, Université de Paris 1, 17, rue de la Sorbonne, 75005-Paris

33-(0)140462837 (fax e tel), email: cetco@univ-paris1.fr

 

I : Caro Professor Gras, nel ringraziarLa per la Sua cordialità e la Sua disponibilità, La invitiamo per un auspicabile e possibile incontro futuro qui in Italia. Speriamo che Lei possa apprezzare la nostra ospitalità un giorno.

 

R : Grazie d'aver accolto queste informazioni. Credo che sia molto importante, nonostante i rischi insiti nella potenza della tecnoscienza, sviluppare le relazioni tra Paesi latini e mediterranei. La nostra identità mediterranea dovrebbe riunirci in uno sguardo di tolleranza e di allerta nei confronti dello sfrenato progresso tecnologico che non è portatore di alcun valore. 

 

 

 

Il Prof. Alain Gras

è direttore del

C.E.T.CO.PRA. e

insegna Sociologia

alla Université de Paris 1 Panthéon – Sorbonne

 

A cura di Massimo Vittorio

 

26/02/03

 

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Last modified: 03/30/04