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ROBINSON ROCK 2000

Questa pagina contiene il contributo dei Finnegan's Wake al ROBINSON ROCK 2000, con cui abbiamo cercato di raccontare il tema del VIAGGIO e della RICERCA attraverso le immagini e le emozioni che ci hanno trasmesso alcune canzoni ed alcuni libri per noi particolarmente importanti

INTRO Da "SULLA STRADA" di Jack Kerouac

"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonchè ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe definire la mia vita lungo la strada. Prima di allora avevo spessi sognato di andare nel West per vedere il continente, sempre facendo piani vaghi e senza mai partire. Dean è il tipo perfetto per un viaggio perchè nacque letteralmente sulla strada, quando i suoi genitori passarono da Salt Lake City, nel 1926, su un macinino, diretti a Los Angeles. Tutto ciò accadde molto tempo fa, quando Dean non era quello che è oggi, ma solo un giovane carcerato avvolto di mistero. Poi arrivo la notizia che Dean era uscito da riformatorio e stava venendo a New York per la prima volta"

SIMPATHY FOR THE DEVIL & JUMPIN' JACK FLASH

Da "NOVECENTO" di Alessandro Baricco

"Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, FRAN ! Non si capisce. è una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave". Ci rimasi secco. FRAN ! A un quadro mica puoi chiedere niente. Ma a Novecento sì. Lo lasciai in pace per un pò poi cominciai a sfinirlo, volevo capire perchè, una ragione doveva pur esserci, uno non sta trentadue anni su una nave e poi un giorno d'improvviso se ne scende, come se niente fosse, senza nemmeno dire il perchè al suo migliore amico, senza dirgli niente. "Devo vedere una cosa laggiù", mi disse. "Quale cosa ?". Non voleva dirla, e si può anche capirlo perchè quando alla fine la disse, quel che disse fu: "Il mare". "Il mare ?". "Il mare". Pensa te. A tutto potevi pensare, ma non a quello. Non volevo crederci, sapeva di presa per il culo bell'e buona. Non volevo crederci. Era la cazzata del secolo. "Sono trentadue anni che lo vedi il mare, Novecento". "Da qui. Io lo voglio vedere da là. Non è la stessa cosa".

OTHERSIDE

Da "I VIAGGI DI GULLIVER" di Jonathan Swift

"Affranto, mi lasciai alla fine cadere su un bel praticello verde e mi addormentai profondamente. Dormii sodo, credo otto o nove ore: quando mi svegliai era ormai giorno, ma quale sorpresa ! Non potevo più alzarmi: ero stretto da sottilissimi legacci che mi imbrigliavano gambe, mani, braccia, fianchi: tutto il corpo, insomma. Come questo fosse capitato non riuscivo a capacitarmi. La posizione in cui quei sottili legacci mi costringevano era inoltre assai scomoda: giacevo supino e non potevo guardare che il cielo alto sopra di me, e il sole che cominciava a dardeggiarmi con i suoi raggi. A questo punto sentii qualcosa di vivo che si arrampicava sul mio corpo, passeggiando sul mio petto fino a raggiungere il mento. Guardai in giù il più possibile e con immensa meraviglia scorsi un uomo, armato di arco e di frecce, con tanto di faretra a tracolla, alto non più di quindici centimetri, seguito da una quarantina di omettini simili a lui"

SONG 2

Da "LA DIVINA COMMEDIA" di Dante Alighieri

"Io e' compagni eravam vecchi e tardi / quando venimmo a quella foce stretta / dov' Ercule segnò li suoi riguardi, acciò che l'uom più oltre non si metta" / "O frati", dissi, "che per cento milia perigli siete giunti all'Occidente, / a questa tanto picciola vigilia / dè nostri sensi chè del rimanente, / non vogliate negar l'esperienza / di retro al sol, del mondo sanza gente. / Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza" / Li miei compagni fec'io sì aguti, / con questa orazion picciola, al cammino, / che a pena poscia li avrei ritenuti; / e volta nostra poppa nel mattino, / dei remi facemmo ali al folle volo"

LUCKY

 

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