Dalla ceramica per i tetti di Teglanum si è poi
passati alla ceramica per toilettes: Palma Campania ha tra le maggiori discariche di
smaltimento rifiuti solidi urbani (RSU) del Napoletano che ha servito nel precedenti
periodi di emergenza ('95-'96) rifiuti 52 Comuni del circondario. Sono censiti tre siti: due
legali ed uno illegale[4]
.
Piena fino all'orlo. Gestita da interessi poco puliti che vi hanno sversato anche
di roba di cui non si sa la vera natura e la vera provenienza. Nata come discarica
abusiva, poi sequestrata agli inizi degli anni '90 e "convertita" in discarica
autorizzata anche se il possesso dei requisiti di sicurezza (impermeabilizzazione
del fondo, pompaggio del percolato e eliminazione del biogas) è tuttora una incognita.
Attualmente è sotto gestione provvisoria ENEA[2]
.
Dopo esilaranti manifestazioni e fiaccolate (usate dai politici comunali d'opposizione
come propaganda personale, annullandone il valore) con esperti improvvisati che spuntavano
come funghi, il Prefetto e il Commissariato per
l'Emergenza Rifiuti in Campania e la Regione
Campania avevano finalmente deciso la chiusura e la messa in sicurezza nel 1999.
Ma non poteva mancare il coup de théâtre. In data 22.3.2001
(in nottata), in occasione di una riunione del Ministro dell'Interno Bianco assieme ai
sindaci dei Comuni colpiti (tra cui anche Palma), ai prefetti locali ed al Subcommissario
per l'Eterna Emergenza Rifiuti G. Facchi si è deciso di riaprirla ed ivi sversarvi
50-60mila delle tonnellate di RSU accatastati che gravano sull'intera provincia, stimate
inizialmente a poco meno di 60mila (cfr. Corriere della Sera del 23.3.2001, pag.9 )
e salite poi a 80mila nella stima al 25.3.
In piú, il Ministro Bianco ha permesso l'utilizzo - previa autorizzazione - anche
delle discariche abusive con l'ordinanza del no. 3111 del 12 marzo 2001, Ulteriori
disposizioni per fronteggiare l'emergenza ambientale nella Regione Campania, ove si afferma
testualmente che "il commissario delegato – Presidente della Regione Campania può
anche disporre quali siti di stoccaggio provvisorio di rifiuti urbani delle aree a qualsiasi
titolo divenute discariche abusive" (art. 5)
(fonte:WWF Italia).
"L'operazione sarà attuata assicurando una forte vigilanza anti-camorra" (fonte:
Min. Interno). Altro che! questo è un
gran bel regalo alla camorra!
In tutta la Campania la popolazione si è sollevata contro le discariche, ma anche contro la vagliatura, contro l'incenerimento, contro il compostaggio, etc etc. sotto l'accorta regia della criminalità che ha tutto l'interesse a dirottare il flusso sulle sue discariche e mantenere lo status quo. "Fate quello che volete, ma non da noi" è l'urlo sguaiato che si leva praticamente ovunque. Una emergenza rifiuti era esplosa già nel 1996 fa, ma la "soluzione" fu di fare nuovi buchi (l'allargamento della discarica di Tufino, con la cui chiusura si è sprofondati nel baratro). Tutto questo bailamme perché non vi è la volontà di mettere in marcia un moderno ciclo dei rifiuti, preferendo proteggere gli interessi della eco-camorra che da sempre lucra sulle attività degli sversatoi (con un giro d'affari di circa 16 miliardi al giorno).
La reazione della popolazione non si è fatta attendere, con i sindaci che non aspettavano altro per martirizzarsi e guadagnare voti per le elezioni. Su questo fronte si è poi aggiunto il deputato Sergio Cola (AN) che sembra un imprivviso ambientalista tarantolato e che ha capitalizzato il 13.5.2001 nel collegio maggioritario per la Camera di S.Giuseppe Vesuviano con piú di 55mila preferenze. Un plebiscito.
Le amministrazioni locali sono assolutamente colpevoli non avendo applicato i principî
stabiliti nel 1997 dalla Riforma Ronchi su raccolta differenziata, riuso e riciclo dei rifiuti
[5, artt. 19,20,21].
E nemmeno la popolazione che crede che il bidone sia una specie di buco nero dove l'immondizia
si smaterializzi.
Il piú classico pasticciaccio all'italiana dove le
resposabilità si mescolano ad ogni livello.
L'allora Ministro delle Politiche Agricole, un Verde, ignora che l'incinerimento è la tecnica di
dismissione finale dei rifiuti piú utilizzata in Europa, e dimostra in pieno le carenze della
classe politica italiana quando sono in gioco discussioni scientifiche (cfr.
l'editoriale
di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera). Gli farebbe bene fare un viaggetto
a Copenhagen[6] - nell'ecologissimo Nord Europa -,
dove vi è un incineratore di fronte alla Sirenetta, in piena città, con
emissioni non inquinanti, costruito agli inizi dei '90 e, guarda un po', da
una ditta italiana, l'ANSALDO.
Ma non è il solo: il WWF gli fa compagnia
"Quello che sta accadendo in Campania è la riprova che in Italia è stata intrapresa una politica sbagliata, che mira più ad accontentare l’industria dell’incenerimento che a porre le basi per una corretta gestione dei rifiuti.Ma se in italia di inceneritori quasi non ce ne sono? E comunque con la raccolta differenziata si ricicla fino al 70% (in caso di riciclo spinto), e il restante 30% va dismesso, tipicamente per incenerimento, recuperando anche energia. E questi sono ambientalisti?(vedi sotto)
[...] La riduzione a monte degli scarti e la raccolta differenziata sono soluzioni praticabili che si possono fare da subito" ha dichiarato Andrea Masullo, referente rifiuti, clima ed energia del WWF. Secondo il WWF l’incenerimento dei rifiuti, oltre ad essere una pratica economicamente non conveniente, al punto che l’energia prodotta gode di incentivi pubblici, non è una soluzione perché lascia comunque ceneri tossiche da smaltire, e pone seri rischi di inquinamento atmosferico. È inoltre impossibile applicarla su larga scala in un territorio densamente popolato come l’Italia, e inoltre richiede tempi molto lunghi. fonte: WWF
NAPOLI - Parte in Campania l'operazione bonifiche, essenziale per il superamento dell'emergenza rifiuti. La convenzione firmata dalla Regione con l'Agenzia nazionale di protezione dell'ambiente prevede la bonifica degli 814 siti-discariche già individuati, occupati da 3 mln di metri cubi di rifiuti. Uno dei primi impegni riguarderà la vecchia discarica di Palma Campania, recentemente riaperta tra le polemiche: l'area sarà trasformata in un parco pubblico (ANSA delle 18:24 del 237.03.2001)I Comuni e Istituzioni superiori pervennero alla fine di marzo all'accordo di alleggerire il carico di rifiuti da dismettere e la situazione sta tornando calma. L'uso dell'invaso - secondo l'ordinanza del Prefetto di Napoli - ha avuto termine il 30 maggio. E già il giorno dopo i Comuni piú grandi (Torre Annunziata, S. Giorgio a Cremano) si sono dichiarati in crisi. Crisi aggravata anche dal rischio epidemiologico esploso con le alte temperature (30 °C) del periodo.
«Purtroppo, la macchina organizzativa cominciava a funzionare, con l'organizzazione dei siti di vagliatura che andranno in funzione, pare, entro due settimane. Ma proprio adesso non ci voleva la chiusura di Palma: in questo momento non so davvero se faremo partire la raccolta della spazzatura dalle strade, sono in attesa di comunicazioni....»Alla fine dell'uso dell'invaso il Presidente della Regione Bassolino aveva disposto che iniziasse subito una operazione di messa in sicurezza e bonifica della discarica.
(Nando Riccardi, da San Giorgio a Cremano su La Repubblica del 1.6.2001)
"Il termine per la bonifica è stato fissato dal prefetto in 30 giorni dalla chiusura dell'impianto e con la garanzia che i Comuni potranno effettuarla in proprio se le strutture del commissariato non riuscissero a provvedere nei tempi giusti" (Carmine De Luca, Sindaco di Palma Campania al Corriere della Sera del 25.3.2001).Chi lo sa, vorrà fare un campo di golf come era in progetto per l'ex mega-discarica di Pianura? (che tra l'altro si sta rivelando un ulteriore spreco, cfr. Corriere del Mezzogiorno del 31.10.2001). Bassolino non sembra essere deciso a rivelare tutto il disegno regionale sulla questione rifiuti, tant'è vero che diede dato "buca" (lui assente, con mancanza del numero legale) ad una riunione congiunta in Regione con i Sindaci in data 29.3.2001 (fonte: ANSA). Inoltre, ha finalmente ammesso una mancanza di informazione alla popolazione di cosa sia il riuso, il riciclo, la vagliatura, il CdR. Dopo oramai piú di tre mesi di crisi-rifiuti il subcommissario Facchi promise (in data 4.6.2001) che entro 10 giorni sarebbe stato presentato il piano di riordino dei bacini per lo smaltimento. Ma non bisognava persarci già da ben prima? Perché voler disporre all'ultimo momento progetti che necessitano una accurata pianificazione e logistica? Il vero problema è la mancanza mentalità al di fuori delle leggi di Murphy+: finché c'è un buco da riempire è tutto a posto.
La situazione è cosí allettante che anche L'Osservatore Romano ha voluto dire la sua (piú che altro per colpire la Giunta Regionale della Campania, di centro-sinistra) nell' edizione del 30.3.2001 Si faccia i cazzi suoi.
La raccolta differenziata è finalmente iniziata nell'area del Comune di Palma Campania nel periodo
giugno/luglio 2001.Sarà tutto finito? Non credo proprio. È comunque alle porte una nuova emergenza rifiuti
dato che il 22 Novembre 2001 (tre settimane in piú del previsto) la discarica di Giugliano, che serve Napoli
e 18 Comuni della Provincia, oltre ad Ischia e Capri avrebbe dovuto chiudere(Corriere del
Mezzogiorno, pg. 3 del 1.11.2001), ma il prefetto Ferrigno sembra intenzionato a dare ancora
proroghe (una appunto in data 22, di soli 3 gg, (Corriere del Mezzogiorno, pg. 5 del
22.11.2001) ma chissà...
I tecnici del commissariato sostengono che può ricevere RSU fino al gennaio 2002.
È evidente che la strategia messa in campo dal commissario straordinario - nonostante l'ottimismomanifestato da Paolucci e Facchi - sia rischiosa. Basta uno sciopero delgi addetti, un piccolo altro intoppo tecnico e Napoli potrebbe trascorrere le vacanze natalizie con l'immondizia e con la puzza sotto il naso (ibidem)Intanto continua l'offensiva antiecologista del "tutto contro" e del "not in by backyard", guarda un po' appoggiata politicamente da qualche esponente verdagnolo (o verdazzurro?):
Sindaci di 12 comuni del nolano e del baianese hanno fatto una manifestazione e un breve sit-in davanti alla sede della Giunta Regionale della Campania, in via Santa Lucia a Napoli, per protestare contro l'apertura di un centro per i rifiuti a Tufino (il sito di combustibile da rifiuti, ndr).Certo è che dopo che il Papa ha detto mai piú terrorismo c'è proprio uno dei suoi diretti dipendenti che si dà da fare: il vescovo di Nola, Beniamino De Palma è 'sceso in campo' pre sostenere la demagogica protesta a Tufino, con attacchi all'eterno subcommissario Facchi che non è certo una cima in fatto di gestione e di programmazione (e forse anche in competenza) ma aveva messo in dubbio (giustamente) le ragioni delle mobilitazioni dei sindaci
I sindaci, che erano accompagnati da alcuni assessori e consiglieri comunali ed esponenti dei Verdi - in tutto poco meno di un centinaio di persone - chiedevano di essere ricevuti dal commissiario straordinario per l'emergenza riufiti, Antonio Bassolino o dal sub-commissario Massimo Paolucci.fonte: KwNews, 18/12/2001, 16h22
«Il sub commissario è troppo estraneo alla nostra realtà. Non può comprendere le nostre motivazioni e il senso della nostra protesta invece di disquisire sull’opportunità di indossare la fascia tricolore, Facchi dovrebbe venire a confrontarsi sul posto insieme a noi per verificare lo scempio e i danni provocati all’ambiente dilaniato non solo dalle discariche, ma dall’assurda logica di voler realizzare il Cdr a tutti i costi. Le dichiarazioni di Facchi appartengono ad una sottile quanto inefficace strategia della strumentalizzazione dell’opinione pubblica. Ma la gente è intelligente e sta dalla nostra parte (se le persone fossero intelligenti ti avrebbero già preso a calci, ndr). La fascia tricolore continuiamo ad indossarla con dignità perché rappresentiamo le istituzioni e non accettiamo ingiuriose insinuazioni ed illazioni. Il Cdr sarà comunque un fallimento, è stato costruito, infatti, su un’area altamente inquinata e ci domandiamo quale soggetto potrà mai autorizzare l’attività dell’impianto in simili condizioni ambientali. Intendo poi rivolgere un richiamo alla coesione, senza alcuna presunzione, ai colleghi sindaci dell’agro nolano. Siamo convinti che la nostra lotta deve essere anche la loro perché viviamo in una zona omogenea ed altamente inquinata e spetta a noi salvaguardarla». (Salvatore Alaia, sindaco di Tufino sul Corriere del Mezzogiorno del 25.1.2002)