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SPACCIANEVE SOTTO I NANI

C'era una volta (e come cominciare una storia se non con c'era una volta?) in un regno lontano lontano (notare la bella collocazione spazio-temporale) una regina bellissima che non la dava a nessuno. Era chiamata (e non chiavata sporcaccioni) Regina perchè era il capo di un giro di spaccio di coca che copriva tutto il suddetto regno lontano lontano (o l'ontano l'ontano). Anche lei si faceva di coca, e si faceva talmente tanto che alle volte si metteva a perlare con i suppellettili di casa e credeva che loro le rispondessero. Il suo preferito era uno specchietto su cui tagliava la roba e si preperava le strisce. Spesso diceva: "Specchietto, Specchietto delle mie brame, chi spaccia di più nel reame?" e lo specchio: "Merda, cazzo, figa e culo, tu spacci di più!". Nel suo giro Regina aveva una sciacquetta, Spaccianeve, che andava forte tra i giovinastri che frequentavano le strade di notte. Un giorno, lorda come un kohala della Birmania, Regina disse allo specchietto: "S.S. (nomignolo che aveva affibbiato allo specchio) delle mie brame, chi spaccia di più nel reame?" e lo specchio (fatto anche lui): "Nooooo woman no crayyyyy, è meglio la coop! Che cazzo vuoi? Ah, sì, Spaccianeve va più forte di te!" "Cazzo hai detto brutta merda?" fu la risposta della regina "Ho detto, quella troia di Spaccianeve, maledetta rincoglionita!" replicò lo specchietto con tono indignato (immaginatevi un po' voi lo specchietto indignato! brutto eh da vedere!). Regina, alquanto adirata, decise di prendere subitanei provvedimenti (e anche un dizionario per capire sti due termini). Chiamò un cacciatore maniaco coprofago e necrofilo e gli disse di portare Spaccianeve nel bosco, di fare di lei quello che voleva e portarle il suo imene come prova. Il cacciatore, felice del suo compito, andò nelle stanze di Spaccianeve. Lì vide una scena alquanto tenera e piacevole. La sorellina di Spaccianeve, Bucaneve, era di nuovo in overdose e la sorella se la rideva di gusto. Dopo aver abusato del corpo in preda alle convulsioni della bambina (aveva solo 13 anni), prese per mano Spaccianeve e la condusse nel bosco. Fece di lei ciò che voleva (il che si traduce in una bottarella di 6 ore e in una scorpacciata di escrementi), ma ebbe una triste sorpresa. La ragazza non aveva imene da strappare, probabilmente l'aveva perso da qualche parte oppure (cosa che fece rabbrividire il cacciatore) aveva già ricevuto le attenzioni di un uomo (ecco, questo è uno degli eufemismi che preferisco!). L'uomo, visibilmente preoccupato, cercò subito un rimedio. Si gettò sulla prima capra che passava di lì, la possedette e le estirpò la tanto ambita membrana. Disse poi: "Vattene ragazza, la tua carriera nel mondo della droga è finita. Se Regina ti vedesse ancora in giro sarebbero cazzi per tutti e due!". Fu così che Spaccianeve, piena di gratitudine (e anche di qualcos'altro), si inoltrò nella boscaglia, pronta ad iniziare una nuova vita. Vagò, vagò e vagò ancora fino a che non vide una casina tra le fresche frasche. "Minchia che casa decrepita" fu il commento della sgualdrina "speriamo che almeno dentro ci sia qualcosa da razziare!" (nota autobiografica). La fanciulla entrò nell'abiatazione e vide un tavolino con sette piccole sedie, sette piatti, sette bicchieri, sette forchette, sette cicchiai, sette coltelli, sette tovaglioli, sette tazzine da caffè, sette piattini per le tazzine, sette cucchiaini (yahwn), sette bicchierini da liquore eccetera eccetara... Dopo essersi smaronata a contare tutti gli oggetti di casa e aver scoperto che ce n'erano sette di tutti, colta da un languorino, svuotò la dispensa e andò a coricarsi in uno dei sette piccoli lettini, su cui stavano sette cuscini, sette pigiami, sette coperte, sette lenzuola, sette materassi, sette reti ortopediche della foppapedretti eccetera eccetera... Mentre dormiva, tornarono a casa i sette nani e si incazzarono comme delle faine afgane diarroiche quando scoprirono che la loro dispensa era vuota, ma subito cambiarono opinione quando trovarono una bella ragazza indifesa in un letto. I sette piccoli bastardi decisero di sfogare su di lei i loro più bassi istinti sessuali e diedero il via a un'orgia da manuale. Alla fine della cosa Spaccianeve dormiva ancora e i nani avevano tutti lo sfintere dolente. Dotto, il più saggio dei sette prese allora a perquotere la ragazza con il suo membro e la svegliò. Dopo essersi presentati come (vediamo se me li ricordo tutti): Dotto, Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Vongolo, Caccolo e Omosessualolo (mi pare fossero così) decisero di farla vivere con loro (e con l'oro, sti stronzi erano pure ricchi). Lei preparava loro da mangiare e loro per ringraziarla le seviziavano il deretano. Tutto andava per il meglio, finchè un giorno Regina non scoprì che Spaccianeve era ancora viva. Fatto evirare il cacciatore si travestì da vecchiaccia e si recò nel bosco. Giunta presso la casa dei nani, Regina estrasse dalla borsetta (udite udite) una mela avvelenata! Spaccianeve vide la vecchia e decise di scipparla, ma mentre fuggiva con la borsetta fu colpita alla nuca da un preciso lancio di mela avvelenata, seguita dalle parole: "A fija de na mignotta, lassame fà a bborsetta!". Fiera del proprio operato, Regina tornò al castello. Quando i nani trovarono Spaccianeve distesa al suolo in una pozza di liquido amniotico (e nessuno sa bene perchè), la chiusero in una bara di cristallo (e anche qui nessuno sa perchè). Misero poi la bara nel bosco, in attesa della semidecomposizione, per poi sfogare i loro desideri necrofili. Fu così che un giorno Principe (altro esponente dello spaccio di stupefacenti) la trovò e, come fosse un cane, se la portò a casa, scoprendola ancora viva! Da quel giorno in poi i due vissero isieme il resto dei loro giorni, ovvero due perchè entrambi furono massacrati dai nani che volevano fottere con i morti.