CAPPUCCETTO ROTTO
C'era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rotto, non perchè avesse un cappuccio magenta (se no si chiamava Cappuccetto Rosso o al massimo Cappuccetto Magenta), ma perchè era nata da un preservativo bucato. Spesso la madre le rinfacciava il fatto di essere uno sbaglio, tentando di affogarla nella vasca da bagno o nella vaschetta del cesso, che era idromassaggio, a differenza dell'altra. Un giorno la mamma decise di mandarla dalla nonna per portarle alcune cose in un cestino, che comprendeva:
- tubetto di pomata per le emorroidi, di cui soffriva Cappuccetto Rotto e non la nonna;
- un calendario 2003 di Raul Bova vestito da contadinella austriaca;
- una scatola di proiettili per l'M16;
- il cofanetto con tutti i remixes di Mino ReitAno;
- una bottiglia di vodka a 75° comprata a Mosca sul mercato nero;
- torta di fegato di bradipo cingalese (che voi tutti conoscete come ingrediente fondamentale per tutte le torte) con decorazioni fatte con le interiora di un drago di Comòdo (anzi comodo
perchè non si alzava mai dalla poltrona);
- 4 mattoni autografati da Ciro Sposito, famoso muratore.
Siccome il cestino era troppo pesante Cappuccetto Rotto decise di prendere l'Ape Cross 50 JTD 16 valvole per il trasporto della merce. La madre la ammonì: "E questa volta non farti pagare dalla vecchia cariatide alzeimerica!".
Cappuccetto Rotto bestemmiò in swahili tra Sè e Sè, i suoi due amici immaginari, pensando a come trovare un'altra fonte di guadagno per la sua dose quotidiana di eroina. Partì infine sgommando, quando si accorse che le avevano ciulato le ruote dell'Ape e investì nuovamente di bestemmie Sè e Sè. Costretta a caricarsi tutto sulle spalle (il che non faceva che peggiorare la sua scogliosi artritica) si incamminò
verso il bosco. La madre da lontano le gridò:
"In bocca al lupo", cercando di colpirla con un lancio di autobloccanti del cortile che fortunatamente andò a segno. La bimba rispose:
"Vaffanculo mammina", mentre cercava di tamponarsi le ferite e di cicatrizzarle con la vodka. La mattina era fresca e Cappuccetto Rotto stava cristonando allegramente per il freddo quando vide dei fiori fuori dal sentiero. Ricordò le parole della mamma:
"Non uscire dal sentiero, il bosco è pieno di tossici!"
"Speriamo di trovarne qualcuno" disse tra Sè e Sè impugnando la sua picozza in titanio. La piccola cominciò subito a
raccogliere le margherite e i garofani silvestri quando notò che qualcuno la stava spiando da dietro un albero.
"Tsk, i soliti pedofili" pensò all'istante alzando lo sguardo con gli occhi iniettati di sangue (ma alcuni ritengono fosse ketchup). Da dietro un ippocastano (su cui c'era un fantinocastano) sbucò un lupo, vestito come John Travolta in Pulp Fiction, che, togliendosi gli occhiali da sole, disse:
" 'nchia che bbella bimba, 'zzo fai nel bosco tutta da sola?"
"I miei beneamati cazzi!" rispose dolcemente Cappuccetto, che intanto aveva sollevato la picozza con chiari intenti omicidi. Il lupo notò subito l'arma contundente della piccola e cercò di rassicurarla:
"Non ti voglio fare niente, non ti preoccupare, anzi, vuoi queste figurine di Rocco Siffredi?". La bimba, ingenuamente accettò, e acquistò fiducia nel lupo. Disse:
"Sto andando dalla nonna, mi sai indicare la strada?"
"Certo cara" fu la pronta risposta del genio che aveva già preparato un piano per mangiarla "vai dritto fino al sexy shop e gira a destra, dopo circa 600 metri trovi la casa."
"Grazie signor lupo" disse Cappuccetto allontanandosi. Lo sveglione prese invece la tangenziale che attraversava il bosco e finiva proprio nel cortile della vecchia. Giuntovicisivici, si diede una bella strizzata di palle per emulare la voce di una bambina e bussò alla porta dell'anziana signora.
"Chi cazzo è, puttana merda?"
"Sono tua nipote nonnina." La cariatide si alzò dal letto e si apprestò ad aprire la porta, pensando:
"Quella vacca di mia figlia mi ha di nuovo scaricato la bambina rompicoglioni!", ma quando aprì si vide davanti le fauci spalancate del lupo che la divorò, non prima di averle dato due colpi. Fatto ciò, entrò in casa e si spogliò completamente nudo, si fece la doccia, si spalmò la crema per il corpo su tutto il corpo (dove volevate che se la spalmasse? su una fetta di pane?), si incipriò, mise le ciglia finte, il rossetto e la cuffia da notte. Indossò la comoda vestaglia in pelle nera, allacciò le zeppe e finalmente fu pronto per infilarsi a letto. Di lì a poco sentì bussare.
"Chi è?" chiese, ma la porta si spalancò di colpo ed entrò un negro alto due metri con una frusta in una mano e della vaselina nell'altra. Era l'amante delle signora. Terrorizzato il lupo non
riuscì a muoversi mentre il distinto signore si divertiva alle sue spalle e riaprì gli occhi solo quando questi se ne fu andato. Si era appena ripreso quando vide entrare Cappuccetto Rotto che subito cominciò a incalzarlo con domande del cazzo:
"Ma che orecchie grandi hai!"
"Per sentirti meglio!"
"Ma che occhi grandi hai!"
"Per guardarti meglio!"
"Ma che naso grande hai!"
"Per ficcarci le dita dentro!"
"Ma che testa grande hai!"
"Ma che palle grandi mi hai fatto venire! Dì della bocca!"
"Vabbè, ma che bocca grande hai!"
"Oh, finalmente, ci voleva tanto? Per mangiarti meglio, piccola merda con la gambe!" e se la mangiò. Felice del pasto e con lo sfintere ancora dolente, si avviò verso il bosco, ma appena uscito vide un cacciatore che gli si avvicinò e gli puntò il fucile facendo fuoco per il puro piacere di vedere del sangue. Fatto ciò lo squartò e trovò nella sua pancia le due vittime ancora vive ma orribilmente sfigurate dai succhi gastrici del lupo, che si dimenavano dal dolore. Il buon uomo rimase a guardarle fino a quando non furono decedute e poi ebbe un rapporto necrofilo con tutti e tre i cadaveri. E vissero tutti felici e vontenti...oddio "vissero"...