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Progetto Pastorale
I discepoli di Emmaus: L'Eucaristia fonte di conversione, comunione ed annuncio"
(Luca 24, 13 ss.)

Prefazione
1. La storia
Fin dal 1988 (nella Lettera
Pastorale dei Card. Martini “Itinerari Educativi”) la Chiesa Ambrosiana è
stata chiamata a redigere in ogni sua comunità Parrocchiale un “Progetto
Educativo”. Oggi il Sinodo 47° riprende quell'intuizione proponendo
l'elaborazione di un Progetto Pastorale quale elemento necessario e costitutivo
di ogni Comunità. Il presente “Progetto Pastorale”, frutto di un lungo
lavoro collaborativo del Consiglio Pastorale con i vari gruppi della parrocchia,
espressione di una Chiesa che si riscopre non solo collaboratrice, ma anche
corresponsabile, esprime il suo vero fine nel proporsi come strumento educativo
ed organizzativo all'intera comunità di San Lorenzo martire.
Esso ha essenzialmente due
meriti: quello di diventare norma che convoglia gli sforzi della comunità e non
lascia la pastorale al caso o all'arbitrio di una persona, e quello di
coinvolgere nella sua definizione gran parte delle forze vive della comunità,
così riunendola nel momento stesso in cui la proietta verso il futuro.
Tra gli entusiasmi, dubbi e
incertezze che hanno segnato questo primo sforzo, è emersa sempre e comunque la
volontà di andare avanti, passo dopo passo.
La prima tappa, iniziata il 29
marzo 1995, può essere definita come “il momento di apprendimento”. Si era
alle prime armi e le domande erano: Cos'è un Progetto Pastorale? Quale
metodologia seguire per il lavoro dei gruppi? Quali i principi ispiratori da
seguire? Fummo aiutati nelle risposte dalle esaurienti presentazioni di Mons.
Mezzanotti, Vicario Episcopale di zona, e di Mons. Manganini, relatore del
Sinodo Diocesano.
Seguì poi la tappa “della
riflessione e della raccolta di indicazioni” offerte dai vari gruppi
parrocchiali. Gli elaborati dei gruppi furono poi ripresi e discussi
nell'incontro dei CPP tenutosi a Desenzano il 17 giugno 1995.
La terza tappa vide all'opera
una commissione ad hoc, nata dalla riunione di Desenzano per la stesura di
quelle poche e fondamentali idee emerse con insistenza nella discussione di quel
giorno. La commissione tracciò quattro “temi” o “linee direttive”,
sintetizzate nel titolo di questo documento, che avrebbero poi costituito
l'enfasi primaria nella definizione del Progetto Pastorale dei prossimi cinque
anni.
La quarta tappa (giugno 1995)
segnò il "ritorno ai gruppi parrocchiali". Fu loro chiesto di
riscrivere il lavoro che avevano presentato precedentemente alla luce delle
priorità espresse dalle linee direttive". L'impegno dei gruppi produsse
un'ulteriore riflessione sulla valenza di ciascuna linea direttiva per la vita
del gruppo stesso. Questo sforzo finale fece prendere coscienza di nuovi
obiettivi ed itinerari da porre nel calendario per il nuovo anno.
Durante la quinta tappa,
avvalendosi di questi ultimi lavori, una commissione redazionale tracciò una
"prima bozza di Progetto Pastorale" da offrire al Consiglio Pastorale
quale "strumento di lavoro" per i futuri incontri.
La sesta tappa coinvolse
mensilmente il Consiglio Pastorale dal novembre 1995 al maggio 1996. La
discussione sul lavoro svolto dai gruppi parrocchiali e le presentazioni offerte
dalla commissione redazionale portarono il Consiglio a penetrare la realtà dei
bisogni della parrocchia, suggerendo i possibili obiettivi ed itinerari che
avrebbero formato il cuore dell'azione pastorale futura della parrocchia.
L'ultima tappa impegnò
nuovamente la commissione redazionale; che raccolse, le indicazioni emerse dal
Consiglio Pastorale durante l'anno. Una bozza del Progetto fu presentata durante
l'incontro di giugno e, dopo opportune modifiche, fu approvata nell'incontro del
settembre 1996.
2. La triplice sfida
Grazie a questo Progetto
Pastorale la comunità avrà modo di confrontarsi quotidianamente con uno
strumento educativo ed organizzativo che, senza la pretesa di essere esauriente
e definitivo sulla realtà parrocchiale, sarà punto di partenza privilegiato
per affrontare quelle che possono essere indicate come le tre grandi sfide che
la parrocchia raccoglie dal messaggio del Sinodo 47°.
La comunità dovrà
necessariamente provare a:
-
Essere più Chiesa: rendere
cioè sempre più efficaci gli sforzi tesi a far maturare in ciascun fedele e in
ogni gruppo la consapevolezza di essere Chiesa, coinvolgendo tutti nella
formazione di una comunità dove la comunione nasca da un profondo senso di
compartecipazione e corresponsabilità. Dio convoca ciascuno di noi intorno alla
sua mensa, (chiamata a fare Chiesa), così come siamo (riconoscimento dei nostro
carisma personale), e ci esorta ad invitare altri allo stesso banchetto
(corresponsabilità e missione).
-
Essere lettera viva:
concretizzare nel quotidiano le idee e le proposte del Progetto perché
divengano strumento fecondo di crescita individuale e comunitaria.
-
Essere comunità in cammino:
la comunità adulta è una comunità ricca per esperienze di vita e di fede che,
forte di queste diversità, cammina sulle vie del Signore.
Il Progetto potrà aiutare
nell'evitare i rischi di una pastorale frammentaria dove ogni gruppo va per
proprio conto privo del senso di appartenenza alla comunità. L'assenza di
continuità e coerenza nell'azione pastorale porta infatti inevitabilmente ad un
operare disgiunto dal passato, cioè senza memoria, e dal futuro che è solo
prossimo, cioè legato al quotidiano. Ne conseguono perdita del senso di
direzione comune, dispersione di energie, Predisposizione allo scoramento di
fronte alle difficoltà.
L'obiettivo principale di questo strumento è quindi di
portare la comunità parrocchiale ad una fede adulta, corresponsabile, ad una
"comunità di fratelli" divenuti consapevoli annunciatori della
"speranza che è in loro" (Paolo....).
In questa comunità, lo stile di
conduzione delle. attività è la corresponsabilità, lo sforzo primario è la
promozione dei carismi di ciascuno e quindi la ministerialità" e la
comunione dei cuori rimane sempre e comunque il suo strumento di verifica.
3. Capire e ben utilizzare
questo strumento
A) La struttura:
EMMAUS, icona del
nostro Progetto Pastorale
Lo studio dei desideri e delle
proposte fatte dai vari gruppi parrocchiali lo scorso anno portò il Consiglio
Pastorale all'identificazione di temi trasversali che vennero poi definiti in
alcune "linee direttive".
Questi temi o linee possono essere considerati come
"macro obiettivi" che formano l'ossatura del nostro progetto
quinquennale.
Raccolti sotto titolo di
"Eucaristia: fonte di conversione, comunione ed annuncio", questi temi
vengono puntualmente riscoperti nel Vangelo di Luca al capitolo 24, 13 ss., dove
si racconta una delle storie più belle del Nuovo Testamento, quella dei
discepoli di Emmaus.
Questa storia forma l'icona del
nostro Progetto Pastorale perché rappresenta vividamente tutti i suoi contenuti
e le sue tappe:
-
dalla presa di coscienza
della nostra realtà e dei nostri problemi noi scopriamo l'importanza della
CONVERSIONE che ci viene assicurata dal dialogo personale e comunitario con la
Parola di Dio che sola, ha il potere di trasformarci;
-
dal dialogo cori la Parola si
passa alla COMUNIONE, allo stare insieme fino a scoprire l'“Altro”. La
comunione è conoscenza approfondita perché è esperienza di vita con l'altro;
-
dalla comunione nasce la
testimonianza o ANNUNCIO. Non si può infatti essere
illuminati senza poi fare luce agli altri, non si può conoscere l'amore senza
volerlo trasmettere.
A.1 Conversione
Gesù è morto da tre giorni ed
i discepoli sono allo sbando. Disanimati, alcuni iniziano a andarsene da
Gerusalemme, la città delle loro illusioni infrante, Nel passo di Luca, due di
questi discepoli sono in viaggio verso Emmaus “e conversavano di tutto quello
che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme...” (Lc 24, 14 - 15).
Questi uomini vivono nella realtà e cercano di capirla.
Si sentono spinti a fare un'analisi della situazione in cui si trovano.
Discutono strada facendo degli avvenimenti, dei sentimenti, delle sensazioni
riguardo alla vicenda che hanno appena vissuto e delle conseguenze per la loro
vita. Discutono appassionatamente delle speranze deluse dalla morte del Maestro
e dello sbandamento che essa ha prodotto nei loro destini.
Anche noi, porzione di Chiesa
che è in Trezzano, discepoli dello stesso Cristo, guardiamo in faccia la nostra
storia con realismo, discutiamo lungo il cammino dei nostri problemi, delle
nostre speranze. Il nostro vuole essere un atteggiamento di ricerca
appassionata, frutto dell'amore trepidante ed inquieto di uno che intuisce che
la vita non può essere vissuta senza risposte,
Lungo il cammino della vita, Dio
ci offre l'opportunità della scoperta, di momenti decisivi, di momenti di
scelta.
“Gesù in persona si accostò
e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed Egli
disse loro.... e spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a
Lui”. (Lc 24, 15 - 17. 27).
Dopo il momento dell'analisi e della ricerca viene il
momento dell'ascolto della Parola di Dio, della catechesi che converte il cuore
e la mente, che ci porta a cambiare le nostre miopi visioni della vita per
abbracciare la rivelazione luminosa di Dio.
Gesù cammina con noi anche
quando noi non siamo capaci di riconoscerlo, sia come singoli sia come comunità.
É solo alla scuola della sua
Parola che noi lo possiamo riconoscere. Essa compie in noi il vero lavoro di
conversione, essa ci plasma, ci forma e ci trasforma.
La nostra comunità parrocchiale
si è proposta quindi come primo obiettivo:
CONVERSIONE: urgenza di
tracciare cammini di formazione all' ascolto, alla condivisione, agli specifici
ambiti pastorali per un cambiamento profondo di vita e di cuore. (CPP: linee
direttive)
A. 2 Comunione
“Resta con noi perché si fa
sera.... Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo
riconobbero...” (Lc 24, 29‑31)
La sera è l'ora del ristoro e
del riposo ma soprattutto del dialogo, dell'incontro, della comunione. É
nell'intimità della cena, nello scambio dei doni (Parola e Pane) che Gesù si
fa riconoscere: “Si aprirono loro gli occhi”. Alla fede che sa riconoscere
si arriva per la via dell'esperienza, dei contatto, dell'incontro. Lo spezzare
del pane, dei quale qui si parla, fa riferimento alla liturgia eucaristica della
Chiesa e prima ancora all'ultima cena.
Il riconoscimento della presenza
di Gesù che si trasforma in comunione di vita con Lui nella cena, permette a
tutti i commensali di scoprirsi fratelli. Tutti sono chiamati alla stessa mensa
e tutti consumano dello stesso Pane. Tutti vengono trasformati in Cristo: è
quel Corpo che ci trasforma in membra dell'unico Corpo del Signore, Chiesa, vera
fraternità universale.
Dai nostri sforzi verso una più
perfetta comunione, la comunità di San Lorenzo sarà in grado di riconoscere e
godere della presenza reale di Cristo. Per questo il suo secondo obiettivo sarà:
COMUNIONE: creare un clima di
accoglienza, conoscenza, comprensione e condivisione per essere Chiesa. (CPP:
lince direttive)
A.3 Annuncio
“E partirono senz'indugio e
fecero ritorno a Gerusalemme... Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo
la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare del pane”. (Lc 24, 33.35)
Chi ne ha fatto esperienza ce lo
assicura: è inevitabile che l'incontro vero col Signore si trasformi in
testimonianza ed in annuncio gioioso. Quel "senza indugio" è urgenza
fatta di gioia che non può attendere.
Tale incontro con Cristo, che
tutti noi desideriamo ardentemente, è paragonabile, nel mondo definito oggi
post‑cristiano, ad una risurrezione del Signore "dentro di noi."
Scompare allora la malinconia
della vita passata e diveniamo testimoni della potenza trasformante di Dio e di
come tutti possiamo riconoscerLo "nello spezzare del pane".
La comunità di San Lorenzo si
propone, quindi, come terzo obiettivo:
ANNUNCIO: far crescere il
coraggio e la gioia di testimoniare a tutti la fede in Gesù nella proposta di
vita della comunità. (CPP: linee direttive)
A.4 Eucaristia
La nostra comunità celebra le
liturgie domenicali come occasioni per incontrare Cristo e per fare comunione
con Lui e con i fratelli. Essa le considera la sua Emmaus, la fonte dalla quale
riscoprire la centralità di Cristo presente nei Sacramenti e nella Parola.
Per questo la parrocchia
privilegerà come primo degli obiettivi:
L'EUCARESTIA: desiderio di
comunione che deve tradursi in riscoperta dei valori sacramentali e della forza
della Parola nei momenti liturgici già propri della comunità. Eucaristia come
fondamento e fine della comunità, fonte di ogni ministero, di ogni impegno e di
tutte le opere. (CPP: linee direttive)
B. Obiettivi e destinatari
La parrocchia di San Lorenzo si
chiede quale sia il suo impegno, quale debba essere il suo stile e quale cammino
debba compiere perché anche oggi tutte le persone che lo desiderano possano
incontrare Gesù ed i fratelli. A questo serva l'umile strumento del Progetto
Pastorale che indica come cammino privilegiato il cammino di comunione, il
cammino di Emmaus.
L'opportunità di questa
conversione è per tutti:
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la singola persona che volesse intraprendete un cammino spirituale o iniziare
una ricerca di fede, troverà nelle varie articolazioni del progetto, buone
occasioni di formazione e crescita personale; |
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coloro che già vivono la realtà della parrocchia da vicino, si riconosceranno
maggiormente nelle attività dedicate alla “vita della comunità”; |
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chi sente in sé la spinta verso la testimonianza e la missione potrà trovare
momenti di stimolo e di verifica nelle attività dedicate all'annuncio sul
territorio; |
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i vari operatori pastorali, infine, impegnati nei diversi ambiti della vita
comunitaria e negli organismi di partecipazione, potranno avvalersi di validi
sussidi di ispirazione e di azione negli itinerari a breve e lungo termine
descritti in questo Progetto quinquennale e nel relativi “Piani Programmatici
Annuali”. |
C. Le attese
Non si troveranno molto a loro
agio coloro che leggeranno questo strumento cercando risposte concrete ed
immediate sul “cosa fare” in parrocchia. La lettura soddisferà invece
coloro che si porranno domande come: “Quale volto di Chiesa dobbiamo
manifestare al mondo? Quali atteggiamenti personali devo assumere di fronte a
Cristo? Quale stile di vita a livello personale e comunitario deve essere
promosso in noi? Quali finalità devono suscitare una tensione creatrice in seno
alla parrocchia?”.
I cammini concreti per la comunità ed i suoi vari gruppi
devono nascere da queste riflessioni che, stando più a monte, costituiscono le
idee risorsa, i principi ispiratori dell'azione.
É necessario che le attività
vengano decise a livello di gruppi e commissioni preposte a settori della
pastorale della parrocchia. Essi programmeranno le loro attività e il proprio
calendario nello spirito di questo Progetto e lo sottoporranno al Consiglio
Pastorale che lo approverà entro il mese di giugno di ogni anno.
I vari cammini verranno raccolti
nel "Piano Programmatico Annuale"
D. La Chiesa di San Lorenzo
Martire e la Chiesa Ambrosiana
É importante evidenziare,
infine, come non ci sia alcun Progetto Pastorale Parrocchiale che nasca nel
vuoto. Siamo parte di una realtà più vasta che è la Chiesa Ambrosiana di
Milano, ricca di storia e stimoli nella sua tradizione millenaria. Il Sinodo 47°
e gli insegnamenti del nostro Arcivescovo tracciano per noi i grandi solchi nei
quali poniamo il nostro seme.
La Comunità di San Lorenzo
s'impegnerà a curare sempre quegli atteggiamenti di diocesanità e di apertura
alla Chiesa universale che la fa sentire parte dei grande popolo di Dio.
Eucaristia
"L’Eucaristia: desiderio
di comunione che deve tradursi in riscoperta di valori sacramentali e della
forza della Parola nei momenti liturgici già propri della comunità.
Eucaristia come fondamento e fine della comunità, e fonte di ogni, ministero,
di ogni impegno e di tutte le opere". (CPP: linee direttive)
Leggiamo nel libro degli Atti
degli Apostoli che la comunità cristiana, formatasi dall’accettazione
gioiosa della “Buona Notizia” che Cristo era risuscitato, non sapeva fare a
meno di riunirsi per farne memoria: “Ogni giorno tutti insieme frequentavano
il tempio e spezzavano il pane con letizia e semplicità di cuore” (At 2, 46)
Sul modello della Chiesa degli Apostoli, la Chiesa
Ambrosiana dichiara di voler far proprio l'impegno di “rimettere
l’Eucaristia al centro della sua vita e della sua missione e di incrementare
il rapporto tra Eucaristia e Vita” (Cost. 51, 2)
Vita della comunità
La nostra comunità di San
Lorenzo sente il bisogno della preghiera personale e comunitaria, di riscoprire
l'attrazione potente di Cristo, Signore e Maestro, presente nel mistero del Pane
Spezzato della Sua Parola e dove “due o tre sono raccolti nel Suo Nome”, e
cioè, nella preghiera comunitaria.
In concomitanza con la celebrazione eucaristica noi ci
riconosciamo poveri di ministeri e di persone, specificamente formate ai vari
servizi liturgici quali, ad esempio, i ministri straordinari della Eucaristia, i
lettori, i maestri cantori, i musicisti, i ministri dell'altare e
dell'accoglienza. Inoltre, chi possiede il carisma non sempre si sente ben
accolto dalla comunità e quindi non in grado di valorizzarlo.
Spesso le nostre liturgie sono
disturbate e rumorose. Anche il clima che le precede è privo del raccoglimento
appropriato.
Sembra, poi, esistere una certa
distanza tra ciò che crediamo e celebriamo e la nostra vita di ogni giorno. La
presenza viva del Signore si traduce così in attimo fuggente e la comunione coi
fratelli sperimentata alla mensa Eucaristica finisce col saluto finale del
celebrante. Ritorniamo ai problemi di sempre, all'isolamento delle nostre pareti
domestiche, insofferenti e diffidenti verso le varie forme di partecipazione
che, ci vengono offerte.
La comunità si impegna
Chiamati “a stare con Lui”,
ciascuno di noi si scopre convocato dal Signore attorno alla sua mensa per
ricevere il sostegno del Pane di Vita e per formare la famiglia di Dio in
comunione di cuori, condivisione ed amore sincero.
Sarà nostro fermo
proposito come individui cercare il primato di Dio nella nostra vita. Di cercare
Cristo che sana e libera, che si fa legame di comunione, che chiama alla
celebrazione della vita piena, della vita comunitaria. Una crescita nella vita
di preghiera personale è imprescindibile per poterci accostare alle altre forme
di preghiera.
Se il nostro desiderio è di
incontrare il Signore Gesù, noi proclamiamo di possederlo già nel Pane degli
Angeli, nella sua Parola e nel volto dei fratelli raccolti nel tempio per la
lode di Dio.
Noi riconosciamo le difficoltà
del cammino verso la comunione con Cristo ed i fratelli. A questo proposito
verranno promosse quelle iniziative che possono portare i fedeli ad avvertire il
momento della celebrazione domenicale come centrale nella propria vita.
É nostro desiderio sperimentare
liturgie vive per il messaggio e la partecipazione, ricche dei carismi dei
fratelli che si adoperano nei vari ministeri per l'edificazione comune.
Sarà dunque nostro sforzo
riqualificare, con l'apporto specifico del Gruppo Liturgico (Cost. 88, §3),
tutti i momenti liturgici della comunità e specialmente la Messa Domenicale.
Il Gruppo Liturgico non
trascurerà di animare anche le varie forme di preghiera presenti in parrocchia.
Sarà sforzo costante del Gruppo
Liturgico il promuovere tutti i ministeri connessi con la celebrazione
eucaristica e la formazione di coloro che vi saranno chiamati.
Affinché l'incontro comunitario
domenicale divenga vera espressione dell’unione tra fratelli, verranno
promosse tutte le necessarie forme di accoglienza e di partecipazione possibili,
con un particolare riguardo alle liturgie preparate dai vari gruppi parrocchiali
per l’intera comunità.
A tal fine, vengano privilegiati
i momenti importanti per i gruppi come la “Festa del perdono”, la Prima
Comunione, la Cresima, la “Giornata dello sport”, l'apertura dell'anno
oratoriano, la “Giornata della solidarietà”, la “Festa della famiglia”,
la “Giornata per la vita”, la “Giornata Missionaria”, ecc.
Nella catechesi non si trascuri
di portare i ragazzi in chiesa per spiegare i ricchi significati dei simboli e
delle azioni liturgiche specialmente della presenza reale di Gesù.
La vita sacramentale della
comunità non si esaurisce nella Messa domenicale; ci sono momenti profondamente
significativi della vita umana che sono toccati da Cristo attraverso i
sacramenti. Verranno curate, dunque, le forme di accoglienza e di celebrazione
dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali.
Il potente richiamo comunitario
della celebrazione domenicale potrebbe venire incontro al bisogno di
riconoscimento e di lode dell'azione di Dio nella vita dei singoli. Sarebbe
opportuno cercare forme particolari di celebrazione per anniversari di
matrimonio o di funerali, compleanni e altre ricorrenze.
La musica ed il canto sono
veicoli privilegiati per innalzare lo spirito che prega. Si farà in modo che
tutte le celebrazioni domenicali abbiano i ministri appositi e che le assemblea
crescano nella conoscenza di nuovi canti ed antichi inni.
É necessario educare i fedeli
ad un clima di raccoglimento in chiesa, durante le funzioni liturgiche.
Conversione
“Conversione: urgenza di
tracciare cammini di formazione all'ascolto, alla condivisione, agli specifici
ambiti pastorali per un cambiamento profondo di vita e di cuore”. (CPP: linee
direttive)
La conversione è la risposta
personale, ma anche comunitaria, alla luce che Dio ha gettato nel nostro cuore.
Per Suo dono Egli chiede che ci impegniamo a volgere noi stessi, la nostra vita,
i nostri talenti nonché le nostre inadeguatezze e i nostri peccati, a Lui.
Il Sinodo 47° ci ricorda che:
“fedele alla missione ricevuta dal Signore e animata dal suo Spirito, la
Chiesa continua a predicare a tutti gli uomini la necessità della conversione e
della penitenza. La Chiesa compie questa missione in modo particolare:
a) con
la predicazione della Parola di Dio;
b) con
la celebrazione penitenziale della Parola di Dio;
c) con
la celebrazione dell'Eucaristia;
d) con
il sacramento della Riconciliazione" (Cost. 71, §J).
È dunque principalmente nella
Chiesa e per la Chiesa che la conversione è possibile. Essa si realizza
innanzitutto con la cura premurosa per la formazione delle coscienze che si
concretizza nell'azione pastorale. Grazie a questa ogni persona può, nella
Chiesa, “incontrare il Signore in termini personali per conoscerlo e seguirlo
in un cammino spirituale e semplice ed applicabile a tutti” (Card. Martini,
"Alzati e va’ a Ninive", p. 17). La conversione del cuore e della
mente ha come momenti privilegiati quello della partecipazione ai sacramenti,
della preghiera personale e comunitaria, dell'ascolto della Parola di Dio e
della convivenza ‑ comunione con i fratelli,
Come i discepoli di Emmaus,
scopriamo il vero volto di Cristo, solo dopo aver sentito la sua seducente
parola che spiega la nostra vita, che illumina le vostre vicende ingarbugliate e
dona risposte ai nostri interrogativi. Dalla realizzazione del nostro bisogno e
dalla proposta del Signore siamo chiamati a fare esperienza di vita con Lui, a
seguire il suo stile.
Per molti di noi convertirsi
vuol dire accorgersi che l'amore del Signore è esigente. Non è raro sentir
dire da persone anche buone che hanno paura di abbandonarsi al Signore, perché
Egli chiede di lasciare tutto il passato con le sue abitudini. "Signore,
fammi santo, ma non ancora”, recitava Sant' Agostino (Confessioni).
Vita della comunità
La nostra parrocchia si
interroga sul suo stile di vita e riconosce che, se da un lato si è sempre
mostrata pronta e propositiva nell'iniziare e condurre attività, non ha
avuto altrettanta iniziativa nel realizzare percorsi finalizzati
all'approfondimento della sequela di Cristo, della fede, dell'impegno concreto
nell'amore per i fratelli.
Le occasioni di ascolto della
Parola di Dio non sono mancate in passato. Lo stesso Arcivescovo Martini ha
iniziato e condotto momenti di “Scuola della Parola”. Poco l'interesse
mostrato da parte dei giovani e degli adulti, forse perché mancano alla nostra
comunità cammini sistematici di catechesi e di crescita spirituale, specie per
gli adulti.
Soffriamo della mancanza di
cammini formativi che potrebbero incoraggiare molte persone ad impegnarsi per la
comunità.
La formazione alla ministerialità
rimane una esigenza fortemente sentita.
La comunità avverte
l'opportunità che vengano meglio sfruttati i “momenti forti” dell’anno
come l'Avvento e la Quaresima in quanto essi offrono specifiche tematiche di
conversione per l'individuo e l'intera parrocchia.
Nell'ambito della conversione
personale si trovino forme per fare della preghiera di gruppo un momento di vera
formazione alla preghiera individuale. Si valorizzino i suggerimenti
dell'Arcivescovo
circa la "Lectio Divina." che favorisce la maturazione personale
nell'ascolto della Parola di Dio, rendendola capace di confronto e conversione.
La comunità si impegna
Varino approfonditi i momenti di
preghiera comunitaria favorendo innanzitutto quelli della celebrazione
dell’Eucaristia domenicale e feriale.
Vanno studiati momenti di
preghiera e ascolto della Parola nell’ambito di ciascun gruppo parrocchiale e
della comunità intera, sia nei momenti forti dell'anno che nei momenti di
particolare rilevanza per gruppi parrocchiali, per la città, il Decanato e la
Diocesi.
Desiderio di conversione è
anche quello di dare una solida struttura spirituale e metodologica alla propria
azione in parrocchia.
Oltre ad adeguati percorsi di
preghiera, e di ascolto della Parola è dunque necessario cogliere le occasioni
disponibili per i momenti formativi personali e di gruppo a specifici ministeri.
Venga incoraggiata l'opportunità
offerta dalla Diocesi e dal Decafiato con la “Scuola per Operatori
Pastorali”.
La necessità dell'annuncio
della conversione riguarda specialmente coloro che si sono in qualche modo
“dimenticati” o “allontanati” dalla fede. Non vengano trascurati
gli strumenti tradizionali a questo fine, quali i quaresimali, la missione
popolare ecc.
Venga studiata la possibilità
di formare "guide spirituali" per ragazzi ed i giovani.
Si trovino maniere per
enfatizzare la ricchezza del perdono di Dio nel sacramento della
Riconciliazione, quale strumento privilegiato di continua conversione personale
e comunitaria.
Comunione
“Comunione: creare un clima di
accoglienza, conoscenza, comprensione e condivisione per essere Chiesa” (CPP:
linee direttive)
La comunione è una realtà
generata dall'amore. Il comandamento cristiano per eccellenza è quello
dell'amore. “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato... …affinché
siate un solo ovile sotto un solo pastore” (Gv 15,12).
Il Sinodo 47° sviluppa soprattutto il concetto di
comunione come espressione della relazione fondamentale che unisce tutti i
credenti in Cristo, in linea con la visione di Chiesa come “Popolo di Dio”,
trasmessa dal Concilio Vaticano II.
La Chiesa è una comunità di
uguali quanto alla dignità e all'agire (Cost. 132, §2 e can. 208), pur nella
diversa condizione e nei diversi compiti di ciascuno.
Il Sinodo dei Vescovi del 1985,
dedicato all’approfondimento della dottrina del Concilio Vaticano II,
sottolinea: “Poiché la Chiesa è comunione, deve esserci partecipazione e
corresponsabilità in tutti i suoi gradi”. Il Sinodo 47° approfondisce l'idea
di corresponsabilità e la articola nei suoi diversi contenuti: la
partecipazione di tutti i fedeli alla vita della missione della Chiesa e il
ruolo di presidenza dei ministri ordinati inteso come servizio.
Vita della Comunità
La nostra parrocchia avverte
oggi un profondo bisogno di comunione. In modo particolare:
Le liturgie domenicali, momento
focale della celebrazione della comunione, denotano una certa
"stanchezza" e passività da parte dell’assemblea.
Mancano, o sono poco sfruttate,
le occasioni di crescita comune nella fede (ad es., cammini di preghiera,
momenti d’incontro, condivisione e verifica del proprio cammino di formazione
spirituale).
I gruppi in parrocchia sono
numerosi, ma spesso a compartimento stagno. C’è poca apertura tra di essi e
poca disponibilità a permettere che nuove persone entrino a farne parte. Il
pericolo è di accettare che si possa vivere in una parrocchia appaltata e
sclerotizzata.
Il forte impegno presente
all'interrio del proprio gruppo di lavoro spesso porta i singoli ed i gruppi ad
avere poco tempo e poca disponibilità per conoscere le realtà vissute, nella
parrocchia o fuori di essa.
La comunità si impegna
Diventa dunque impegno
necessario per ognuno di noi e per la comunità intera:
Riscoprire / imparare la comunione: La comunità di San Lorenzo si impegna a riscoprire che la comunione
è innanzitutto un dono di Dio da chiedere nella preghiera. La comunione trae il
suo alimento dall'ascolto e dalla meditazione personale e comunitaria della
Parola, e dalla celebrazione del Mistero eucaristico.
Occorre innanzitutto formarsi
alla comunione, perché essa sia poi vissuta dai singoli e dalla comunità come
dono di corresponsabilità nella Chiesa, affinché la nostra Chiesa particolare
risulti più "fedele a Cristo e alla azione del suo Spirito" (Cost.
134, §1).
Celebrare la comunione il nostro
cammino comunitario giunga alla celebrazione della comunione attraverso una
compartecipazione attenta, attiva e gioiosa alle liturgie che scandiscono il
nostro anno liturgico, al fine di sentirci:
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parte di una comunità
di cristiani che, sul modello della chiesa apostolica, celebra insieme la sua
fede; |
 |
in comunione con la
Chiesa universale che, in ogni parte del mondo, annuncia la stessa fede. |
Vivere la comunione: si realizzi
con la vita e con le opere quella comunione che ha il suo fondamento nell'amore
di Cristo per ogni uomo (Gv 15,9). Segno forte di comunione sia l'amore per i
fratelli: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete
amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35).
Ogni membro della comunità
privilegi allora uno stile di accoglienza fraterna, di disponibilità
all'ascolto di tutti, e momenti di incontro gioioso con il prossimo.
Aprirsi alla Chiesa: la nostra
comunità divenga consapevole di appartenere alla Chiesa universale, che si
incarna nella realtà del nostro territorio attraverso la Chiesa diocesana e il
Decanato. Sentiamoci sempre più coinvolti nella vita della Chiesa ad ogni suo
livello.
Per rafforzare il senso di
comunione della comunità, verranno curate e proposte iniziative liturgiche
particolari nei tempi forti (ad es., la recita delle Lodi e dei Vespri in
Avvento). Nella preghiera comune la nostra parrocchia troverà l'alimento per la
propria fede, le ragioni del nostro essere in comunione e un maggior senso di
appartenenza alla Chiesa universale.
Tutti coloro che si sentono
chiamati ad essere Chiesa sappiano impegnarsi in cammini di formazione personali
e 1 comunitari (in questo aiutati da un clima di affettuosa accoglienza e di
ascolto da parte dell'intera comunità) che permettano loro di crescere nella
capacità di essere in comunione e li preparino ad essere corresponsabili nella
gestione delle attività.
La famiglia venga rivalutata nel
suo ruolo insostituibile di “prima cellula di comunione” di “Chiesa
domestica” che forma all’amore verso i fratelli.
L’oratorio sia riproposto come luogo di accoglienza,
incontro, ascolto, segno forte dell'unità della comunità. É necessaria, perché
questo si realizzi, la presenza disponibile di adulti impegnati. Come desiderato
dal Sinodo 47°, la parrocchia si propone la formazione di un Consiglio
d'Oratorio che si curi, in modo specifico, della pastorale giovanile (Cost.
239).
Fondamentale strumento di
comunione tra i gruppi e con l'intera comunità parrocchiale è la
comunicazione, in tutte le sue forme. Nasca e si sviluppi nella comunità il
desiderio (il comunicare: tra le persone, tra i gruppi, verso le realtà
circostanti presenti sul territorio. Utili strumenti a questo scopo saranno il
“Piano Programmatico Annuale” contenente il calendario delle attività, il
bollettino parrocchiale, gli avvisi esposti all'esterno della Chiesa, i giornali
e i fogli informativi pubblicati sul territorio.
Verranno studiati momenti di
incontro, conoscenza, dialogo e momenti di vita comune, per "vivere
rapporti più concreti di comunione, dove tutti saranno capaci (…) di
corresponsabilità" (Cost. 115, §3).
Tutte le forme della pastorale d'insieme, quali la
collaborazione con la parrocchia di Samt’Ambrogio attraverso la catechesi
congiunta, lo scambio di pulpito, la partecipazione alle attività e alle
iniziative promosse dalla Diocesi, possono aiutare la nostra comunità ad
approfondire il senso di comunione con la Chiesa universale.
Si mantenga vivo il contatto con
gli organismi rappresentativi del Decanato e della Diocesi, anche attraverso le
figure di incaricati, quali canali privilegiati di arricchimento del nostro
agire pastorale e di rafforzamento del nostro sentirci Chiesa.
Annuncio
“Annuncio: far crescere il
coraggio e la gioia di testimoniare la fede in Gesù nella proposta di vita
della comunità”. (CPP: linee direttive )
Istruita dall'ascolto, la Chiesa
intraprende la sua missione fondamentale di annunciare il Vangelo a tutti gli
uomini: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare
tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla
fine del mondo” (Mt 28, 19 ‑ 20).
L'annuncio del Vangelo costituisce la prospettiva suprema
e unificante di tutta la vita della Chiesa. L'evangelizzazione, infatti, si
realizza non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso la
testimonianza concreta, da parte dei singoli e della comunità, di una vita che
fruttifichi nella carità.
La vita della Comunità
Attualmente nella nostra
parrocchia vi sono diversi gruppi che si stanno preparando o già si impegnano a
sviluppare il tema dell'annuncio.
Possiamo citare:
 |
I catechisti e gli animatori
negli ambiti della pastorale giovanile, catechesi ed oratorio. |
 |
I nuclei in formazione o quelli
già operanti negli ambiti della liturgia, della famiglia, della carità. |
 |
I gruppi caratterizzati da
cammini spirituali specifici, con attività di preghiera e formazione per
adulti. |
 |
I gruppi finalizzati ad attività
pratiche quali lo sport, le opere caritative, la cura e la manutenzione degli
ambienti parrocchiali. |
D'altra parte risulta evidente
una diffusa debolezza del messaggio di evangelizzazione sul territorio.
La comunità si impegna
Momenti privilegiati di annuncio
sono tutte le occasioni di incontro legate alla vita della comunità quali i
sacramenti, i corsi, le ricorrenze, le iniziative, anche quelle non
esclusivamente pastorali.
Tali momenti vengano, quindi,
curati e valorizzati affinché abbia inizio o maturi nei partecipanti l'adesione
al messaggio cristiano.
La parrocchia sarà attenta a
favorire la comunicazione dentro e fuori si l’ambito comunitario con tutti i
mezzi a sua disposizione.
Il presente Progetto Pastorale,
frutto dell'impegno e della verifica dell'intera comunità, vuole essere anche
strumento di annuncio a tutti di una forte volontà di rinnovamento della
Parrocchia nel segno di una revisione della nostra vita di fede e della nostra
azione pastorale. A questo scopo occorre studiare e realizzare strategie per
diffonderlo, incoraggiarlo, promuoverlo.
L’annuncio si varrà perciò
dei seguenti strumenti:
1. La Parola
L'annuncio della buona notizia
del regno di Dio è per ogni cristiano un impegno al quale viene abilitato dal
Battesimo e dai doni dello Spirito Santo.
La parrocchia si propone di
istituire il Ministero del Lettorato.
I ritiri e i momenti di
preghiera, soprattutto nei momenti forti, sono da ritenersi fondamentali per la
crescita spirituale del singolo e della comunità: una importantissima forma di
annuncio è dunque costituita dalla promozione, divulgazione e partecipazione
agli stessi.
Vanno incoraggiate e istituite
nuove modalità d'annuncio quali i "centri d'ascolto" nelle case e
nelle famiglie, le occasioni di preghiera comunitaria, gli itinerari biblici ed
altro.
Sia posta massima cura nelle
forme di orientamento, sostegno, promozione della dignità dell'uomo.
2 - La testimonianza di vita
L'incontro con il Signore genera
in ciascuno la necessità di testimoniare con la vita agli altri uomini il senso
vero dell'esistenza che gli è stato donato.
Vanno accuratamente pensati
modalità e luoghi di accoglienza.
La casa parrocchiale, la nostra
chiesa, l'oratorio sappiano trasmettere l'essenza del messaggio cristiano con il
loro aspetto e con lo stile "visibile" di amore fraterno incarnato da
coloro che in questi luoghi operano.
Siano valorizzate le iniziative
di annuncio e testimonianza in seno alle famiglie. É possibile realizzare
iniziative quali le "scuole per genitori" o valorizzare i momenti di
incontro con le famiglie, come, ad esempio, quelli in occasione dei sacramenti
dell'iniziazione.
Ogni gruppo parrocchiale dia
testimonianza di apertura ed accoglienza promovendo nel suo interno sempre nuovi
membri. Ognuno si senta poi chiamato a rispondere agli inviti ricevuti, nella
certezza di poter attingere nuovi stimoli alla propria vita spirituale.
Lo svolgimento e la promozione
di specifici ministeri divengano importante testimonianza di adesione al
messaggio del Vangelo.
Vengano realizzate attività
mirate in modo specifico all'avvicinamento dei “lontani”.
3. Le opere di carità
L'unione fraterna, prima ed
essenziale espressione di una carità che evangelizza, riguarda anche la
relazione tra i gruppi e le diverse realtà ecclesiali.
Il servizio e la solidarietà
verso i più deboli costituiscono forme di testimonianza fondamentali. Sia
dunque cura dell'intera comunità la loro promozione sia all'interno di gruppi
già operanti in questo senso, sia con iniziative di volontariato a livello
parrocchiale e personale.
I sacerdoti vengano accompagnati e supportati nel loro ministero nello spirito
della corresponsabilità che ci è indicato dal Sinodo 47°.
Trezzano sul Naviglio, A. D. 1997

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