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LE CANZONI DI ENZO JANNACCI


ANDAVA A ROGOREDO
AVEVA UN TAXI NERO
BAMBINO BOMA
BIRRA
BORSA VALORI
BRUTTA GENTE (versione 45 giri)
BRUTTA GENTE (versione LP "E allora...concerto")
BRUTTA GENTE (versione CD "Come gli aeroplani")
CHISSA' SE E' VERO
CI VUOLE ORECCHIO
COME GLI AEROPLANI
CORSARI SCOZZESI
COSA PORTAVI BELLA RAGAZZA
DAGALTERUN FANDANGO
DOMENICA 24 MARZO
DONA CHE TE DURMIVET
DORMI PICCINO
DOTTORE...
EHI!...STELLA
E IO HO VISTO UN UOMO
E LA MARCIA VA
EL CARRETE
E L'ERA TARDI
EL MAROGNERO
EL ME INDIRISS
EL PORTAVA I SCARP DEL TENNIS (versione 1964)
EL PORTAVA I SCARP DEL TENNIS (versione 1972)
E SAPERE
E SAVE'
FACEVA IL PALO (versione 1966)
FACEVA IL PALO (versione 1972)
GHERU GHERU
GIOVANNI, TELEGRAFISTA
GLI ZINGARI
HAI PENSATO MAI
HO SOFFRITO
HO VISTO UN RE
IL BONZO
IL CANE CON I CAPELLI
IL CANE E LA STELLA
IL DRITTO
IL DUOMO DI MILANO
IL GIRAMONDO
IL KARATE
IL KENIA
IL METRO'
IL MONUMENTO
IL PANETTIERE (versione 45 giri)
IL PANETTIERE (versione LP "Secondo te...che gusto c'è?")
IL PIANTATORE DI PELLAME
IL PRIMO FURTO NON SI SCORDA MAI
IL TASSI
I SOLITI ACCORDI
JANNACCI, ARRENDITI !
LA BALLATA DEL PITTORE
LA BALILLA
LA COSTRUZIONE
LA DISPERAZIONE DELLA PIETA'
LA FORZA DELL'AMORE
LA FOTOGRAFIA
LA GIOSTRA
LA LUNA E' UNA LAMPADINA
LA MIA GENTE
LA MIA MOROSA LA VA ALLA FONTE
L'APPASSIONATA
L'ARCOBALENO
L'ARMANDO
L'ARTISTA
LA SERA CHE PARTI' MIO PADRE
LA STORIA DEL MAGO
LA TELEVISIUN
L'E' TRI DI'
LIBE LA'
L'OMBRA
L'OMBRELLO DI MIO FRATELLO
MA MI
MARIA ME PORTEN VIA
MEXICO E NUVOLE
M'HANN CIAMAA
NIENTE
NON FINIRA' MAI
NOVE DI SERA
OHE' SUNT CHI
PASSAGGIO A LIVELLO
PEDRO PEDREIRO
PENSARE CHE
PERCHE' NON CON ME
PER LA MOTO NON SI DA
PER UN BASIN
PRENDEVA IL TRENO
PRETE LIPRANDO E IL GIUDIZIO DI DIO
QUALCOSA DA ASPETTARE
QUANDO IL SIPARIO...
QUANDO UN MUSICISTA RIDE
QUELLA COSA IN LOMBARDIA
QUELLI CHE...
RAGAZZO PADRE
RIDO
RINO
SAXOPHONE
SECONDO TE...CHE GUSTO C'E'?
SEI MUNITI ALL'ALBA
SENZA DE TI
SENZA I DANE'
70 PERSONE
SFIORISCI BEL FIORE (versione 45 giri)
SFIORISCI BEL FIORE (versione L.P. "In Teatro")
SOLDATO NENCINI
SOPRA I VETRI
S.O.SELFSERVICE
STATU QUO
TEDDY GIRL
T'HO COMPRAA I CALZETT DE SEDA
TINTARELLA DI LUNA
TIRA A CAMPA'
TI TE SE NO
UNA FETTA DI LIMONE
UNA FIABA
UN AMORE DA 50 LIRE
UNA TRISTEZZA CHE SI CHIAMASSE MADDALENA
UN FORUNCOLO
UN NANO SPECIALE
VENGO ANCH'IO. NO, TU NO
24 ORE
VERONICA
VINCENZINA E LA FABBRICA
VIVA LA GALERA
VIVERE
ZITTO PREGO

ANDAVA A ROGOREDO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Quest ca sunt dré a cüntavv, l'è 'na storia vera,
de vün che l'è mai stà bún de dì de no;
I s'era conossü visin a la Breda;
lì l'era d' Ruguréd e lü... su no!
Un dì lü l'avea menada a veder la Fiera,
la gh'eva un vestidin color del trasú;
disse: "vorrei un krapfen... non ho moneta"
"Pronti!" El gh'ha dà dés chili... e l'ha vista pü!
Andava a Rogoredo, cercava i suoi danée;
girava per Rogoredo e vosava come un strascée:
"No, no, no no, non mi lasciar,
No, no, no no, non mi lasciar,
mai, mai, mai!"
Triste è un mattin d'Aprile senza l'amore!
I gh'era vegnü anca in ment d'andà a 'negass
là dove el Navili l'è pussé negher,
dove i barcún i poeden no 'rivà...
E l'era bel fermott de giamò un quart d'ura,
e l'era passà anca el temp d'andà a timbrà:
"...mi credi che 'massàmm, ghe poeuss pensar süra;
'dess voo a to' i mè dés chili... poi si vedrà!"
Andava a Rogoredo, cercava i suoi danée;
girava per Rogoredo e vosava come un strascée:
"No, no, no no, non mi lasciar,
No, no, no no, non mi lasciar,
mai, mai, mai!"
Il testo di "Andava a Rogoredo" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


AVEVA UN TAXI NERO
Testo di Dario Fo; musica di Fiorenzo Carpi; edizioni musicali


Aveva un taxi nero che andava col metano
con una riga verde allo chassis.
Di notte posteggiava nel centro di Milano
cercando di scordare il suo dolor.
Mentre la mamma prega nella camera
il figio suo percorre la metropoli
fonda e' la notte ma c'e' dei lampioni il chiarore
piange la mamma e scoppia in singhiozzi il motor
per il dolor.
Era un taxista con la madre vedova
e un fratellino biondo senza scrupoli
ladro di ruote di scorta da micromotore
che poi vendeva per fare la vita del signore.
Quel suo fratello biondo con una bella donna
sali' una sera sopra il suo tassi'
non lo guardo' nemmeno e gli rubo' una gomma
fingendo di parlare dell'amor.
Mentre la mamma prega nella camera
ruba la gomma il figlio assai degenere.
Era una gomma, ma piu' che una gomma un ricordo
era il regalo che la mamma gli fece a Natal,
che Natale!
Anche la gomma allor divenne pallida
come la mamma quando fuori nevica.
Senza la gomma quel taxi sembrava in salita
e contro un muro di legno stronco' dei tre la vita.
Mentre la mamma prega nella camera
ruba la gomma il figlio assai degenere...
Mentre la mamma piange nella camera
muore la donna e il figlio suo degenere
scoppia la gomma e muore anche il figlio normale
per quella gomma che mamma gli die' a Natale.


BAMBINO BOMA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




BIRRA
Testo di Franco Franchi; musica di Giampiero Reverberi; edizioni musicali




BORSA VALORI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




BRUTTA GENTE (versione 45 giri)
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Mettere tante divise,
servire tanti padroni,
scappare quasi sempre in posti sbagliati,
recitare troppe preghiere,
e vedere che intorno c'è sempre,
c'è sempre troppa, una strana allegria,
superbia piena di malinconia,
degli uomini ubriachi in miniera.
E poi mercanti vestiti di lino
che non potranno mai capire,
che non sapranno ascoltare
il canto delle osterie.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E dappertutto vedere
gente che guarda stupita
come mosche intontite
che non vedon neanche la torta
e conoscon solo la fretta
ma neanche un giorno di festa,
E se c'è il vino bevon il vino,
e se non c'è il vino, pazienza.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E un giorno, un giorno come un altro
credono di addormentarsi
senza capire che c'è sopra
c'è sopra un metro di terra


BRUTTA GENTE (versione LP "E allora...concerto")
Testo di Enzo jannacci & Beppe Viola; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Mettere tante divise,
servire tanti padroni,
scappare sempre in posti sbagliati,
e poi recitare troppe orazioni,
e vedere che in giro c'è sempre,
sempre troppa allegria,
superbia piena di malinconia
degli uomini ubriachi di miniera.
e poi mercanti vestiti di lana
che non sapranno mai capire,
non potranno mai ascoltare
chi canta nelle osterie.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E dappertutto vedere
gente che guarda smarrita,
e come le mosche impazzite
che non vanno neanche più verso la torta
e non conoscon la fretta,
ma neanche un giorno di festa,
e non conoscon la fretta,
ma neanche un giorno di festa,
e se c'è il vino bevono il vino,
e se c'è il vino....
E se non c'è vino,
se non c'è vino, pazienza.
E'la mia gente che cammina
dicon che sporca la terra.
E'la mia gente che cammina
dicon che sporca la terra
E'giusto un giorno come un altro
credono di, di addormentarsi,
senza sapere che c'è sopra
c'è sopra un metro di terra


BRUTTA GENTE (versione CD "Come gli aeroplani")
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Vestire troppe divise,
servire troppi padroni,
star sempre in posti sbagliati,
recitare troppe orazioni,
e vedere che in giro c'è sempre,
sempre meno allegria,
superbia piena di malinconia
degli uomini ubriacati dalla guerra,
e poi mercanti che solcano il mare
facendosi scudo dei loro bambini
per qualche migliaio di lire
e la patente di assassini.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E'brutta gente che cammina
e va sporcando la terra.
E dappertutto vedere
gente che guarda smarrita,
e come le mosche impazzite
che non van neanche più verso la torta
e non conoscono più neanche i figli,
conoscono solo e soltanto la fretta
al posto del cuore c'è solo un quiz
del televisore che è spento,
e se c'è il vino bevono il vino,
se c'è solo pane non mangiano niente,
aspettano solo un giorno di sole
e se non c'è il sole pazienza.
E'la mia gente che cammina
dicon che sporca la terra.
E'la mia gente che cammina
dicon che sporca la terra
E'giusto un giorno come un altro
credono di addormentarsi,
senza sapere che c'è sopra
sopra c'è un metro di terra


CHISSA' SE E' VERO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


'era un bel sol che scaldava gli orti,
l'era un bel sole e asciugava i morti...
e io ridevo, e io piangevo
perchè t'avevo trovato; trovato te!
Appuntamentio alle sette e un quarto;
poi, dopo un'ora, ci arriva un altro!
Poteva dirlo, dirmelo prima
che non voleva venire da me!
Chissà se è vero, chissà se è vero
che l'è partì per andare a soldato?
Chissà se è vero, chissà se è vero
che insieme agli anni va via anche l'amor?
'Rivò un bel dì che era l'otto d'Agosto,
con la cravatta colore rosso.
Chissà perchè, che io m'ero illusa
che mi volesse parlare d'amor!
Va via la luna, van via le stelle;
mi mandò insieme i miei bei capelli.
Mi disse: "...un bacio; un bacio solo,
perchè domani mi tocca partir!"
Chissà se è vero, chissà se è vero
che gli è toccato a partire oltremare?
Chissà se è vero, chissà se è vero
che insieme agli anni va via anche l'amor?
Il testo di "Chissà se è vero" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


CI VUOLE ORECCHIO
Testo e musica di Enzo Jannacci, Mozzati e Vignali; edizioni musicali: Radio Record R.R.R./Impala


E la bobina continua a girare
sì ma la base va avanti anche da sola
e noi che abbiamo tutta la voce in gola?
Ma senza base non si può cantare,
e con la base non si può stonare,
non si puo` sbagliare.
Perche`...

Perche` ci vuole orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, intinto dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!

Eh, dal vivo oggi non si può più suonare,
l'orchestra e` ormai quattro battute dopo
I fiati hanno già fatto il loro gioco,
anche il sassofono va via in gol e lascia fare,
e noi come dei pirla qui a provare,
ma con l'orchestra non si puo` sbagliare,
perche`...

Perche` ci vuole orecchio
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto, tanto
anzi parecchio...
Per fare certe cose
bisogna avere orecchio!

Chi ha perso il ritmo si deve ritirare
non c'è più posto per chi sa far da solo,
due note e un si bemolle fuori luogo
Vietato di fermarsi anche a respirare
che qui la base continua a girare,
chi non sa stare a tempo, prego andare.
Perche`... perche`... perche`...

Perche` ci vuole orecchio
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
tanto...anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
tanto...anzi parecchio...
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!


COME GLI AEROPLANI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Come lacrime abbandonate dopo un falso perdono
che si sciolgono nella pioggia
come lacrime come fiori profumati
cui tocca d'inchinarsi a qualsiasi alito di vento
come fiori, come lacrime come guide sfortunate
cui tocca di cadere per la scemenza
di un ricco incompetente, come gatti isolani
che non conoscono tutti gli odori marci del continente.
Come persone riunite in piccoli gruppi
che guardano su nel cielo trapuntato di stelle
anzi di bombe intelligenti,
come persone, come persone riunite in piccoli gruppi
che non hanno più nessuno a cui rivolgersi
a meno di un Dio che fu anche degli eserciti,
così poco coerente,
come gli aeroplani che si parlano tra di loro
e discutono e non si dicono mai niente
come gli aeroplani,
come gli aeroplani che son sempre rimasti al suolo
perché non li hanno mai aggiustati decentemente.
Come te che fai schifo e non lo sai
mentre inneschi il mercato globale
al posto dell'altruismo
per l'umiliazione della mia gente
come te che fai schifo perché non hai mai provato
nè odio nè amore personalmente,
come te che sei nato morto e vivi vicino a me
e non assomigli neanche ad un aborto abortito capricciosamente
come te che ti riempi di borotalco
ma si capisce che fai schifo
perchè quando passi si sente l' odore di marcio che ti porti dentro
Oh eccone un altro che fa schifo
e gli fan comandare una rete televisiva
e lo fa da prepotente come te che sei arrogante
e se rispondi lo fai sempre malvagiamente,
sgarbatamente perchè in tasca hai la pistola
ma al posto del cervello hai solo merda
hai solo merda che non puzza nemmeno curiosamente.


CORSARI SCOZZESI
Testo di Franco Franchi; musica di Giampiero Reverberi; edizioni musicali




COSA PORTAVI BELLA RAGAZZA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


"Cosa portavi, bella ragazza,
cosa portavi al tuo primo amore?"
"Portavo in dote quelle parole
che lui non seppe mai dire a me!"
"Cosa lasciavi, bella ragazza,
cosa lasciavi fuor dal portone?"
"Lasciasvo fuori il mio disonore,
che non sapesse mai niente di me!"
"Cosa capivi, bella ragazza,
cosa capivi, tu, dell'amore?"
"Capivo niente, che il mio primo amore
capiva tutto, tutto anche per me!"
"Cosa provavi, bella ragazza,
cosa provavi, fare all'amore?"
"Provavo niente: nient'altro che il sole,
e neanche tanto, qui dentro di me"
"Cosa moriva, bella ragazza,
quando hai perduto il tuo primo amore?"
"Moriva niente, chè il mio dolce amore
lo tengo in vita per sempre con me!"
Il testo di "Cosa portavi bella ragazza" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


DAGALTERUN FANDANGO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali



DOMENICA 24 MARZO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Domenica 24 Marzo che mi ero svegliato prima io
di fuori cantava ancora il cannone,
di dentro per me la guerra finiva.
In pochi minuti già in trincea
comincia a usa', la par nanca vera
partito tutto un caricatore
addosso a un tenente con la sua bandiera.
Come si va a dirci che ti sei stanca'
a riscia la pel e dopu purtarla a ca', a ca'
Domenica 24 Marzo che mi ero svegliato prima io


DONA CHE TE DURMIVET
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Dona che te durmivet giuedi sera,
dona t'avean prumis de portarti al cine
e poeu s'enn ferma' giò in latteria,
parlar de fútbal cunt i amis...
Dona col paltò neuv
in mess a tucc chi omen
omen che t'han guardaa 'me una bestia rara;
e lì, a dés minut, t'è vegnú el magún;
t'et piangiù brasciada al to cou,
e l'amore, el gh'è pu;
gh'è un bel fass d'illusiun...
forse saranno i debiti,
o forse tucc 'sti scioperi;
forse i l padrun de cà
che l'altr'ier sera l'è sta sü a mangià...
forse un poeu de tuss coss;
sì, ma dopo cinq'ann
questo l'è il risultato
che l'amore, el gh'è pü.
Dona, t'hann disedaa; t'é sentì? rideven
dona, a tirà sü cu'l nas spurch de gasosa:
rideven, rideven de te, in gir:
e tucava a rid anca a ti!
Dona, te vedré 'sügà 'l nas spurch de gasosa...
Dona, 'vegh no paura de savé che el võsa!
Ma no; el te caressa cunt ch'i so manasc
el te strappa via, el te ciapa per man...
e l'amore, el gh'è pu;
gh'è un bel fass d'illusiun...
forse saranno i debiti,
o forse tucc 'sti scioperi;
forse i l padrun de cà
che l'altr'ier sera l'è sta sü a mangià...
forse un poeu de tuss coss;
sì, ma dopo cinq'ann
questo l'è il risultato
che l'amore, el gh'è pü!
Il testo di "Dona che te durmivet" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


DORMI PICCINO
Testo di Umberto Simonetta; musica di Bertolazzi; edizioni musicali




DOTTORE...
Testo e musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




EHI!...STELLA
Testo di Giorgio Calabrese; musica di Giampiero Reverberi; edizioni musicali




E IO HO VISTO UN UOMO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


...e io ho visto un uomo,
per caso, una sera,
svuotarsi di tutto
il suo dolore:
rumore di neon
che c'era in vetrina
si udiva soltanto,
in via Lomellina...
La gente guardava,
ma non domandava
se avesse qualcosa...
magari, un malore...
Un uomo che piange
non ha un volto duro:
il bavero è alzato,
la giacca, blu scuro;
ed era lì, solo,
e niente chiedeva:
e questo, la gente
non se lo aspettava!
Son quasi le sette,
le sette di sera;
e a casa, il marito
già aspetta la cena;
ma forse ha bisogno
d'un pò di comprensione...
E lascia la spesa,
e di lì non si muove.
Da un pò son passate
le sette di sera:
rientra e controlla;
il marito già c'era.
"Sai, Gino, son stata
a fare la spesa:
mi sono fermata
giù in via Lomellina;
perchè... ho visto un uomo...
piangeva da un'ora...
Ma forse, un balordo;
magari un malore!
Il testo di "E io ho visto un uomo" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


E LA MARCIA VA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Piro piro piro...
E la marcia va, parappa pa parappa pa,
sentirai cantare piro piro piro...
Sì ma non pensar, ma non pensar


EL CARRETE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




E L'ERA TARDI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


E l'era tardi... l'era tardi in quella sera stracca
che m'è venü el bisognn d'onn d'smila franc par quatar 'na tratta...
domandar, mi gh'avei vergogna... domandar, mi su no a chi l'è...
gh'era el Rino, l'è vera! El Rino... soldà insemma int'i bersagliée!
Ma l'era tardi, l'era tardi in quella sera stracca,
e distürbaa la gent, scüsa de poch, un laurar che el fiacca!
"La me scüsa, sciùra... gh'è el Rino? la ghe disa: gh'è el bersagliée!"
El vien giò d'i scal in camisa... mi sorridi; lü gnanca onn vers!
"Ciao, Rino: scüsa, el soo, l'è tardi, ma in questa sera stracca
volevi salüdatt; ciamà i bei temp de la guerra vacca!
Quante sere senza morosa, quando andavom a ciapàà i ciùcch!
Si, ma... Rino; gh'è un'altra roba: ...và no via, Rino!... Ciao, Rino... ohé!..."
E me el savevi: l'era tardi per distürbaa la gent
ciapaa, magari, a fà l'amor... la gent che la gh'ha i so impegni...
Si, ma emm faa anca la guerra insemma, sott'ai bomb, contra ai füsilad;
val püssée che on desmila lira in saccoccia desmentegà...
Si, ma emm faa anca la guerra insemma, sott'ai bomb, contra ai füsilad;
val püssée che on desmila lira in saccoccia desmentegà...
Il testo di "E l'era tardi" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


EL MAROGNERO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




EL ME INDIRISS
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


El me’ indiriss de dûe sün nassü
mi me le ricordavi gnanca pû:
a l’era una câ vecia e per pissà,
tripli servissi, sì, ma in mess al prà!
El me indiriss de dûe sün nassü
me l’han ricordà iér, dentr’in Común:
cercavi un docümént de residénsa
e mi, m’è vegnü in ment tutta l’infansia...
a s’erum una banda de sês fieu;
volevum trà per aria tutt’el mund,
fasevum la colletta alla mattina
per quatter Alfa e dû Espurtasiún
Turnavi a cà la sera, e la mia mamma
la me nettava el nas tutt spurch’de sang’
perchè la legge l’era de dài via,
ma l’era anca quella de ciapànn!
Pensarci ben, chissà che fine ann fatt
chî mé cumpagn balord de sciupà el mund!
Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:
chi va, chi resta chi, chi invece moeur…
Ma énn giàmò passà deu o tri minüt
e mi, me rendi cûnt che ò rott i ball:
ci ho qui un bel docüment de residénsa…
cià via a menare! …e scaricare anca l’infansia!

El me indiriss (traduzione in Italiano)
Il mio indirizzo di dove son nato,
nopn me lo ricordavo nemmeno più:
era una casa vecchi, e per pisciare,
tripli servizi, sì. ma in mezzo al prato!
Il mio indirizzo di dove sono nato,
me l'hnno rammentato ieri, in Comune:
cercavo un certificato di residenza,
e ame, m'è tornata in mente tutta l'infanzia...
Eravamo una banda di sei ragazzini,
volevamo spaccare il mondo;
facevamo la colletta, la mattina,
per quattro Alfa e due Esportazione
Tornavo a casa la sera, e la mia mamma
mi ripuliva il naso tutto sporco di sangue,
perchè la regola era di menare,
ma era anche quella di buscarne!
A pensarci bene, chissà che fine han fatto
quei miei compagni balordi da spaccare il mondo!
Ma poi, la vita va; fa quel che vuole:
chi va, chio resta qui, chi invece muore...
Ma son passati già due o tre minuti.
e io mi rendo conto che ho rotto le balle:
ci ho qui un bel documento di residenza...
piantala di rompere! e butta via anche l'infanzia!


EL PORTAVA I SCARP DEL TENNIS (versione 1964)
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: Redi/Radio Record Ricordi


Che scuse', ma mi vori cuntav
d'un me amis che l'era anda a fa'l bagn
sul stradun, per andare all'idroscalo
l'era li', e l'amore lo colpi'.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbun.
Un bel di', che l'era dre' a parla'
de per lu, l'aveva vista passa'
bianca e rossa, che pareva il tricolore
ma po lu, l'e' sta bon pu' de parla'.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
(parlato)Un bel di a che'l pover diavul che riva na machina, ven giu' vun e domanda: "Ohe'!" "Chi a mi?" "Si', a lu, savaria, savaria no per piasee' la strada per andare all'aeroporto Forlanini?" "No, signore non sono mai stato io all'aeroporto Forlanini,non lo so in due l'e'." "La strada per andare all'Idroscalo, almeno, la conosce?" Si, l'Idroscalo al so in dua l'e', al meni mi all'Idroscalo, vengo su anch'io sulla macchina, e' forte questa, e' forte la macchina. "Lasa sta la machina barbon." "No, signore vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io, Bella questa macchina...Ferma signore, che'l me lasa, che'l me lasa giu chi che sono arrivato,un piasee' che'l se ferma chi.
(cantato) Un piasee', ch'el me lasa gio' chi
che anca mi mi go avu il mio grande amore
roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
L'an trova, sota a un muc de carton
l'an guarda' che'l pareva nisun
l'an tuca che'l pareva che'l durmiva
lasa sta che l'e' roba de barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun,
el purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun...



EL PORTAVA I SCARP DEL TENNIS (versione 1972)
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: Redi/Radio Record Ricordi


Che scuse', ma mi vori cuntav
d'un me amis che l'era anda' a fa'l bagn
sul stradun per andare all'Idroscalo
l'era lì, e l'amore lo colpì.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perché l'era un barbun.
Un bel dì, che l'era dre' a parla'
de per lu, l'avea vista passa'
bianca e rossa, che pareva il tricolore
ma po lu, l'è sta bon pu' de parla'.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
(parlato)Un bel di a che'l pover diavul che riva na machina, si, arriva una machina ven giu' vun e domanda: "Ohe'!" "A mi?" Si', a lu, savaria, savaria no per piasee' la strada per andare all'aeroporto Forlanini? "Non conosco l'aeroporto Forlanini" "L'Idroscalo lo conosce?" "Si, l'Idroscalo lo conosco, al so in dua l'è l'Idroscalo, l'accompagno io all'Idroscalo però mi fa salir sulla macchina, e' forte questa, bella questa macchina, è sua?" "Sì, lasa sta la machina barbon...""La macchina non l'ho mai vista..se mi fa salire sulla macchina ci dico la strada per andare all'Idroscalo, se no niente...si fa per dire insomma...Mangiare bere e andare a spasso, questa è la vita" "Allora la strada per l'Idroscalo?" "Vengo sulla macchina e ce lo dico...vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina, specie di dietro....poteva farmi salire anche davanti, tanto non sporcavo mica...sta macchina c'ha tutto, freni, frecce, anche la marcia indietro? Bene, così siamo a posto...anche mio cugino Aristide aveva la macchina, ferma però, gh'è durmiva denter....Aristide...dopo è morto, lui è la macchina, l'è s'cioppà tutti e du.....ostia Aristide...e rideva semper...Ferma signore, che sono arrivato" "come arrivato?" "SOno arrivato chi.
(cantato) Un piasee', ch'el me lasa gio' chi
che anca mi mi go avu il mio grande amore
roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
L'an truva' sota a un muc de carton
l'an guarda' che 'l pareva nisun
l'an tuca che 'l pareva che'l durmiva
lasa sta che l'e' roba de barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun,
el purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun...



E SAPERE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(parlato) E sapere di non esser mai stato un gran signore, e sapere e sapere di non averti mai dato neanche un fiore, e vedere, e vedere nella stanza pieno di gente, e sapere, e sapere che è venuto il momento, e vederti, e vederti piangere, piangere senza neanche il fazzoletto, e sapere, e sapere di non averti mai voluto bene, e volere, e non voler credere che adesso tocca a te, sì ma, sì ma sentire, capire, capire che ti tocca di morire. E vedere, e vedere, e vedere andar via piano piano la luce, e sapere, e sapere che non c'è dietro proprio niente, e sentire, e sentire il prete continuare a pregare, pregare per me, e sapere piuttosto, e sapere di averti fatto tanto soffrire. E vedere, e vedere, e vederti andar via le mani nelle mani, e vedere, vedere, vedere andar via la luce piano, piano piano, e non potere, no, non potere più tornare indietro, e sapere, e capire che lo scherzo non è uno scherzo...e sapere, sapere di non aver mai avuto niente da dire, niente, e sapere, e sapere di non essere mai stato capace di ridere...di ridere.


E SAVE'
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


E savé, e savé de v'ess mai staa on bel sciùr...
e savé, e savé d'avéett mai daa on bel fiùr...
E vedé, e vedé la stansa pien de gent;
e savé, e savé che l'è venü el mument.
E vedètt, e vedett piang' sensa el fasulétt,
e savé, e savé d'avett mai volsu ben!
E vedé, e vedé andà via la lüs, pian pian;
e savé, e savé che gh'è nagott, dedrée!
E vedétt, e vedétt andà via, cui man in man;
e vedé, e vedé andà via la lüs, pian pian, pian pian!...
Il testo di "E save'" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


FACEVA IL PALO (versione 1966)
Testo di Walter Valdi; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(Parlato) Faceva il palo nella banda dell'Ortica, ma era sguercio, non ci vedeva quasi più, ed è stato così che li hanno presi senza fatica, li hanno presi tutti, quasi tutti, tutti fuori che lui.
(cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
quand è passa' davanti a lu un carabinier
insomma un ghisa, tri cariba e un metronotte:
nanca una piega lu la fa, nanca un plisse'.
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo perché l'era il so mesté.
(parlato) Così precisi come quei della Mascherpa sono rimasti lì i suoi amici a veder i carabinieri, han detto "Ma come, brutta lugia vaca porca, il nostro palo, bruta bestia, ma dov'è ??"
(cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
l'ha vist na gota, ma in cumpens l'ha sentu nient,
perché vederci non vedeva un autobotte,
però sentirci ghe sentiva un acident.
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo con passione e sentiment.
Ci sono stati pugni, spari, grida e botte,
li han mena' via che era già mort quasi mesdì,
lui sempre fisso che scrutava nella notte
perché ci vedeva i stess de not cume del dì.
(parlato) Ed è lì ancora come un palo nella via, la gente passa, gli dà cento lire e poi, poi se ne va...lui circospetto guarda in giro e mette via, ma poi borbotta perché ormai l'è un po' arrabbià.
(cantato) Ed è arrabbiato con la banda dell'Ortica,
perché lui dice: "Non si fa così a rubar !!
(parlato) Dice "Ma come, a me mi lascian qui di fuori, e loro, e loro chissà quand'è che vengon su...e poi il bottino me lo portano su a cento lire, un po' per volta: a far così non finiamo più!!! No, no, quest chi l'è proprio un laurà de ciula, io sono un palo, non un bamba, non ci sto più: io vengo via da questa banda di sbarbati, mi metto in proprio, così non ci penso più.
(cantato)Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo perché l'era il so mesté,
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo, il palo, perché l'era, perché l'era il so mesté...


FACEVA IL PALO (versione 1972)
Testo di Walter Valdi; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(Parlato) Faceva il palo nella banda dell'Ortica, ma era sguercio, non ci vedeva quasi più, ed è stato così che li hanno presi senza fatica, come dire, li hanno presi tutti, quasi tutti, tutti fuori che lui.
(cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
quand gh'è passa' davanti a lu un carabinier
insomma un ghisa, tri cariba e un metronotte:
nanca una piega lu la fa, nanca un plisse'.
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo perché l'era il so mesté.
(parlato) Così precisi come quelli della Mascherpa sono rimasti lì i suoi amici a veder i carabinieri, han detto "Ma come, brutta lugia vaca porca, il nostro palo, bruta bestia, ma dov'è ??"
(cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
l'ha vist na gota, ma in cumpens l'ha sentu nient,
perché vederci non vedeva un autobotte,
però sentirci ghe sentiva un acident.
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo con passione e sentiment.
Ci sono stati pugni, spari, grida e botte,
li han mena' via che era già mort quasi mesdì,
lui sempre fisso che scrutava nella notte
perché ci vedeva i stess de not cume del dì.
(parlato) Ed è lì ancora come un palo nella via, la gente passa, gli dà cento lire e poi, poi se ne va...lui circospetto guarda in giro e mette via, ma poi borbotta perché ormai l'è un po' arrabbià.
(cantato) Ed è arrabbiato con la banda dell'Ortica,
perché lui dice: "Non si fa così a rubar !!
(parlato) Dice "Ma come, a me mi lascian qui di fuori, e loro, e loro sa il Signur quand'è che vengon su...e poi il bottino me lo portano su a cento lire, un po' per volta: a far così non finiamo più!!! No, no, quest chi l'è proprio un laurà de ciula, io sono un palo, non un bamba, non ci sto più: io vengo via da questa banda di pistola, mi metto in proprio, così non ci penso più.
(cantato)Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo perché l'era il so mesté,
Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
faceva il palo, il palo, perché l'era, perché l'era il so mesté...


GHERU GHERU
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




GIOVANNI, TELEGRAFISTA
Testo di Enzo Jannacci; musica di Ricardo e Iacobbi; edizioni musicali


Piripiripiri...Piripiripiri...
Giovanni telegrafista e nulla più,
stazioncina povera c'erano piu' alberi e uccelli che persone
ma aveva il cuore urgente anche senza nessuna promozione
battendo, battendo su un tasto solo.
Piripiri...
Elittico da buon telegrafista,
tagliando fiori, preposizioni
per accorciar parole, per essere piu' breve
nella necessita', nella necessita'.
Conobbe Alba, un Alba poco alba,
neppure mattiniera, anzi mulatta
che un giorno fuggi unico giorno in cui fu mattutina
per andare abitare citta' grande piena luci gioielli.
Piripiripiri....
storia viva e urgente.
Ah, inutili tanto alfabeto morse in mano
Giovanni telegrafista
cercare cercare Alba ogni luogo provvisto telegrafo.
Ah, quando l'invecchia cum est morosa urgenza
Giovanni telegrafista e nulla piu'... urgente.
Piripiri...
Per le sue mani passo mondo, mondo che lo rese urgente,
crittografico, rapido, cifrato,
passo' prezzo caffe' passo' matrimonio Edoardo ottavo
oggi duca di Windsor,
passarono cavallette in Cina,
passo' sensazione di una bomba volante,
passarono molte cose ma tra l'altro
passo notizia matrimonio Alba con altro.
Piripiri....
Giovanni telegrafista, quello dal cuore urgente,
non disse parola, solo le rondini nere
senza la minima intenzione simbolica
si fermarono sul singhiozzo telegrafico
Alba e' urgente.
Piripiri...Piripiri...


GLI ZINGARI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(parlato)Fu quando gli zingari arrivarono al mare che la gente li vide, che la gente li vide come si presentano loro, loro, loro gli zingari, come un gruppo cencioso, così disuguale e negli occhi, negli occhi impossibile, impossibile poterli guardare.
(cantato)E allora gli zingari guardarono il mare
e restettero muti perché subito intesero
che lì non c'era niente, niente da dover capire,
niente da stare a parlare, niente da stare a parlare
c'era solo da stare, fermarsi e ascoltare.
(parlato) Sì perché il vecchio, proprio lui, il mare, parlò a quella gente ridotta, sfinita, parlò ma non disse di stragi, di morti, di incendi, di guerra, d'amore, di bene e di male, non disse lui li ringraziò solo tutti di quel loro muto guardare.
(cantato)E allora lui il vecchio, sì proprio lui, il mare
parlò a quella gente bizzarra, svilita
e diede al suo corpo un colore anormale
di un rosso tremendo,
qualcuno a star male, qualcuno a tar male
questo (parlato) fu quando gli zingari arrivarono al mare.


HAI PENSATO MAI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Hai pensato mai ai fiori
quando sono tanti e pieni di colori
coriandoli sull'erba
e alle nuvole hai pensato mai?
Leggere bianche rosa o nere
a strisce in mezzo al cielo
scalini di bambagia
tu ci hai pensato mai ?
E all'acqua che a


HO SOFFRITO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




HO VISTO UN RE
Testo di Dario Fo; musica di E. Esposito; edizioni musicali Redi/Bella Ciao


Dai dai, conta su...ah be, sì be....
- Ho visto un re.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un re!
- Ah, beh; si`, beh.
- Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; si`, beh.
- è l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...
- Ohi che baloss!
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, beh; si`, beh.
- Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
- La mano di chi?
- La mano del sacrestano!
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- e` il cardinale che gli ha portato via
un'abbazia...
- Oh poer crist!
- ...di trentadue che lui ce ne ha.
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho visto un ric...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un ricco! Un sciur!
- S'...Ah, beh; si`, beh.
- Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go, ed ogni goccia andava...
- Deren't al vin?
- Si`, che tutto l'annacquava!
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, l'imperatore
l'han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ce ne ha.
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho vist un villan.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un contadino!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di kaki
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
- E po`, cus'e`?
- Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale...
- Pover purscel!
- Nel senso del maiale...
- Ah, beh; si`, beh.
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'e`, matt?
- No!
- Il fatto e` che noi villan...
Noi villan...
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!


IL BONZO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


A un, du, a un du tri quatr...
Mi han detto che un bonzo (un bonzo...chi è ?)
Un prete buddista (ah)
si è bruciato 'sto bonzo...
Si e cosparso di benzina
nella piazza principale e poi e......
(Che cosa è successo?) Niente,
si è dato fuoco da se perche vuole la libertà,


IL CANE CON I CAPELLI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL CANE E LA STELLA
Testo & musica di Enzo Jannacci e Scardina; edizioni musicali




IL DRITTO
Testo di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL DUOMO DI MILANO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL GIRAMONDO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL KARATE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL KENIA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL METRO'
Testo & musica di Bruno Lauzi; edizioni musicali


Ti incontro stamattina sul metrò col tuo cappotto rosso
ti inseguo per vedere dove vai, venire anch'io se posso


IL MONUMENTO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: RCA/Impala


Il nemico non è, no non è
oltre la tua frontiera;
il nemico non è, no non è
oltre la tua trincea;
il nemico è qui tra noi,
mangia come noi, parla come noi,
dorme come noi, pensa come noi
ma è diverso da noi.
Il nemico è chi sfrutta il lavoro
e la vita del suo fratello;
il nemico è chi ruba il pane
il pane e la fatica del suo compagno;
il nemico è colui che vuole il monumento
per le vittime da lui volute
e ruba il pane per fare altri cannoni
e non fa le scuole e non fa gli ospedali
per pagare i generali, quei generali
quei generali per un'altra guerra...


IL PANETTIERE (versione 45 giri)
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Solo per salutare
facevo così fatica,
solo per arrivare vicino al treno
facevo così fatica,
solo per rinunciare alla mia giovinezza
ho fatto tanta fatica,
solo per arrivare di fronte al mare
ho fatto tanta fatica,
per vedermi portare via il sole.
Maledetto mare,
io che il sole non lo vedo mai,
neanche il mare avevo visto mai, mai, mai.
Io, io ho fatto il panettiere
dalla vita mia
buona anche la maestra
"Non sai mai la poesia".
Solo a venire al mondo
non ho fatto fatica, peccato.
Mi han chiamato Giovanni,
non ho le mani nere,
ma sono incoerente
anche come panettiere.


IL PANETTIERE (versione LP "Secondo te...che gusto c'è?")
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Solo per salutare
facevo, facevo così fatica,
solo per arrivare vicino al treno
facevo così fatica,
solo per rinunciare alla mia giovinezza
ho fatto tanta fatica,
solo per arrivare davanti al mare
ho fatto tanta fatica,
per vedermi portare via il sole.
Maledetto mare,
io che il sole non lo vedo mai,
neanche il mare avevo visto mai, mai.
Io ho fatto il panettiere
tutta la vita mia
buona anche la maestra
"Non sai mai la poesia".
Solo a venire al mondo
non ho fatto fatica, peccato.
Mi han chiamato Giovanni,
non ho le mani nere,
ma sono incoerente
anche come panettiere.


IL PIANTATORE DI PELLAME
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




IL PRIMO FURTO NON SI SCORDA MAI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


"Il primo furto non si scorda mai!"
Un vecchio ergastolano me l'ha detto (1);
"si comincia quasi sempre dai pollai,
fuggendo con il pollo stretto al petto!
Ero appena Avanguardista (2);
giovane, incensurato...
giovane e incensurato:
ero appena Avanguardista.
Io giravo per i pollai
per addestrarmi sul pollo;
volevo farci un pò il callo:
io, i pollai, non li ho visti mai!
Ma che ro... Ma che rogna disastrosa:
c'era anche l'oscuramento,
la pioggia, la neve e anche il vento;
ed in bianco venni a casa!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma, in un bel parco, incocciai
in un pollaio grande e un pò isolato...
Scassai la rete e dentro mi cacciai
e vidi un bel tacchino appollaiato!...
Ero appena Avanguardista:
non conoscevo i tacchini!
Chi conosceva i tacchini
era Giovane Fascista! (3)
Pian piano, la mano allungai
per abbrancare il pennuto!
...una beccata beccai,
che mi trovai... svenuto!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma che ro-oo.... Ma che rogna disastrosa!
Rinvenni in un ospedale;
però quello di San Vittore:
quel tacchino micidiale...
...era un'aquila imperiale!
Ma che razza di destino!
Io fui spedito al confino (4),
e poi seppi che fui condannato
per "Vilipendio dello Stato (5)"
Perciò, Ahi, ahiahiahi, Ahi, ahiahiahi:
il primo furto, non lo scordo mai;
Ahi, ahi ahi ahi; ahi, ahi, ahi, ahi;
il primo furto non lo scordo più!
NOTE:
(1) Tutta la canzone è piena di riferimenti parodistici in chiave antifascista, ad iniziare dal verso di apertura, che è la citazione di "Primo Amore"; una famosa (e mielosa) canzone di Carlo Buti che iniziava "Il primo amore non si scorda mai; un antico stornello me l'ha detto..."
(2) Nell'organizzazione fascista, erano Avanguardisti i ragazzi fra i dodici e i diciassette anni
(3) La fascia d'età successiva ad Avanguardista
(4) ovvero, residenza coatta in qualche posto isolato; la misura di polizia cui erano normalmente sottoposti i criminali politici.
(5) L'aquila, ripresa dalle insegne di Roma antica, era l'emblema dello Stato fascista

Il testo di "Il primo furto non si scorda mai" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


IL TASSI'
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




I SOLITI ACCORDI
Testo di Enzo Jannacci e Paolo Rossi; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: Drogueria Di Droguolo/Backstage/Impala


Sì, vai! (Vado?) Vai, e percuotilo nell'ombra! (E se le prendo io?) No...
(Oh!) Chi e`? (Ma non dovevamo cantarla al matrimonio?) E' uguale.
E in fondo alla strada (chi e` che c'e`?)
ci son tre ladroni (ah, vabbe`)
sembravano onesti, sembravano buoni
eran solo furboni.
Il primo contava, (Ma son tutti di mia moglie!)
il secondo sudava, (tra un ballo, una bionda e un panino)
il terzo spiegava, ma cosa spiegava,
la rava e la fava! (Che storia e`?)
E in fondo la storia (dai, spiegamela!)
e` sempre la stessa (cosa ti avevo detto, io?)
c'e` uno che grida, che grida e fa i versi
da quella finestra.
Si cambiano i nomi,
rimangon bastardi,
tu guarda alla radio, le solite facce,
i soliti accordi. (Quali accordi?) I soliti.
Do maggiore, la maggiore, la minore,
re minore, sol settima, re minore...
Do maggiore, la maggiore, re minore,
la minore, sol settima, si minore...
In mezzo alla strada (Cosa c'e`?)
son tre coi forconi (ah, vabbe`)
ma i piccoli ladri li impiccano sempre
i grandi ladroni.
Il primo strillava (tutti in girotondo, Forza Italia!)
il secondo fa i conti (mi scappa un plotone...)
il tre licenziava, ma dopo spiegava
la rava e la fava.
Do maggiore, la maggiore, la minore,
re minore, sol settima, re minore...
Do maggiore, la maggiore, re minore,
la minore, sol settima, si minore...
E sotto giu` in strada
sono in tre caporioni
che cantan stonati, ognuno davanti
al suo bel karaoke!
Il primo cantava (Come prima, piu` di prima)
il secondo ballava (l'avanzo di balera)
il terzo applaudiva e l'ombra gridava
"ne` rava ne` fava!" (E allora?)
E allora la storia (la storia cambia?)
non e` piu` la stessa (ma cosa ti avevo detto, io?)
se un giovane grida, e grida e fa i nomi
da una finestra.
E rischia la pelle
perche` i nomi son tanti (son tantissimi!)
guardare giu` in fondo alle Pagine Gialle
alla voce, Bastardi! (E allora?)
Do maggiore, la maggiore, la minore,
re minore, sol settima, re minore...
Re maggiore, la minore, si minore,
la minore, sol settima, si minore...
i soliti accordi,
le solite facce, (si minore diminuito...)
i soliti accordi, (si minore maggioritario...)
le solite palle, (si minore proporzionale...)
i soliti accordi, (si minore referendario...)
le solite facce (hehehehe...)
Vai e torna vincitore. (Libero stato in libero show!)
Ma cosa stai dicendo? (e` un epilogo)
(... ma chi e` che c'e` nell'ombra?)
(non ho capito chi e` che sta nell'ombra!)
domandare e` lecito, rispondere e` fantasia.
Capito? (Vabbe`)
La solita orchestra. I soliti accordi.


JANNACCI, ARRENDITI !
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: RCA/IMPALA


(parlato) Jannacci, arrenditi !
Sei circondato ! Vieni fuori, c'è qui anche tua madre, non fare pazzie...Jannacci, vieni fuori dall'edificio e rientra nel sistema !
Se vieni fuori con le mani alzate evitiamo un inutile spargimento di sangue. Jannacci, non abbiamo neanche il tuo gruppo...
Jannacci, vieni fuori che per adesso non ti facciamo niente: se vieni fuori ti promettiamo che ti mettiamo una pietra sopra.
Jannacci arrenditi, ci sono 10.000 dollari di taglia, possiamo fare meta per uno, è d'accordo anche il tuo avvocato, è d'accordo anche tua sorella.
Jannacci, guarda che conto fino a 5 e poi faccio partire la sigla...
Jannacci, sta per scadere il noleggio del megafono. Tua madre vuole parlarti, non si ricorda piu...
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, Jannacci, vieni fuori...


LA BALLATA DEL PITTORE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Ta-iattarattarattarattarattarira,
iattarattarattarattarattarira,
iattarattarat...!
Lü 'l stava semper in d’un cantun
E 'l ghe parlava mai a nisün
Lü el pitürava matina e sera madonn sül marciapè
E pitürava lì, lì süla strada per fa sü un quai dané
ra-iattarattarattarattarattarira,
iattarattarattarattarattarira,
iattarattarat...!
La gent la diseva "cume se fa
A fa i madonn tüt, tüt spütascià!
Però quand pasaven o i ghe guardaven prima de tirà inans
E ghei guardaven e pö ghe daven, ghe daven un quai cent franc
ra-iattarattarattarattarattarira,
iattarattarattarattarattarira,
iattarattarat...!
Un dì che gh’era confüsiun
Gh’era il mercà in sü, in sü ‘n del cantun
È pasà un ghisa cunt i scarpuni e’l g’a schiscià i madonn
Lü l’è saltà sü, el pareva una bisa, el g’a vusà dré: "Pirlun"
ra-iattarattarattarattarattarira,
iattarattarattarattarattarira,
iattarattarat...!
Ades g’an cambià, cambià cantun
L’è in d’un cantun de san Vitur
Nella sua cella ha fatto una pitura della crocifissiun
Il suo Gesù è vestito come un ghisa, un ghisa cunt i scarpun
ra-iattarattarattarattarattarira,
iattarattarattarattarattarira,
iattarattarat...!
Il testo di "La ballata del pittore" ci è stato spedito da Lucio Ferrari (lferrari@student.ethz.ch)


LA BALILLA
Testo & musica tradizionali; edizioni musicali




LA COSTRUZIONE
Testo & musica tradizionali; edizioni musicali




LA DISPERAZIONE DELLA PIETA'
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




LA FORZA DELL'AMORE
Testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali:


E mi e ti nun sem in du
ti te sett una dona e mi soo pu'
e se ghe on quei d'alter insema a ti
alora voeur di che semm in tri. Ueeee...
A Porta Romana (ier sira pioveva)
a Porta Vittoria... (ier sira pioveva)
in piazza Napoli... (ier sira pioveva)
in piazza Susa... (ier sira pioveva)
in piazza Martini... (ier sira pioveva)
Gh'era el me zio (gh'era el me zio)
ch'el tampinava (ch'el tampinava)
ona bella mora (ona bella mora)
era appena uscito (era appena uscito)
dal neurodeliri (dal neurodeliri)
a vottant'ann (a vottant'ann). Ueeee...
La forza dell'amore
la forza dell'amore
la forza dell'amore
la forza dell'amore.
T'ho cugnusu su sul tecc del Domm
in controluce te parevet on omm
un uomo incinto de quater mes
con la sottana de stoffa ingles. Ueeee...
A Porta Romana (ier sira pioveva)
a Porta Vittoria... (ier sira pioveva)
in piazza Napoli... (ier sira pioveva)
in piazza Susa... (ier sira pioveva)
in piazza Martini... (ier sira pioveva)
Gh'era el me zio (gh'era el me zio)
ch'el tampinava (ch'el tampinava)
ona bella mora (ona bella mora)
era appena uscito (era appena uscito)
dal neurodeliri (dal neurodeliri)
a vottant'ann (a vottant'ann). Ueeee...
La forza dell'amore
la forza dell'amore
La forza dell'amore
la forza dell'amore
la forza dell'amore
la forza dell'amore.


LA FOTOGRAFIA
Testo e musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: DDD/Impala/Backstage


Uhe, no guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io, io son quello col vino
lui, lui è quello senza motorino
così adesso che è finito tutto e sono andati via
e la pioggia scherza con la saracinesca della lavanderia
no io aspetto solo che magari l'acqua non se lo lavi via
quel segno del gesso di quel corpo che han portato via
e tu maresciallo che hai continuato a dire andate tutti via
andate via che non c'è più niente da vedere niente da capire
credo che ti sbagli perché un morto di soli tredici anni
è proprio da vedere perché la gente sai magari fa anche finta
però le cose è meglio fargliele sapere.
Guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
era il solo a non voler capire d'esser stato sfortunato
nascere in un paese dove i fiori han paura e il sole è avvelenato
e sapeva quanto poco fosse un gioco... la sua faccia nel mirino
la... ohi... la... da... daradan... daradan... daradan...
è finita la pioggia tutto il gesso se l'è portato via
lo so che ti dispiace maresciallo, ma appoggiato alla lavanderia
era il mio di figlio, e forse è tutta colpa mia perché
perché come in certi malgoverni se in famiglia il padre ruba
anche il figlio a un certo punto vola via
e così lui non era lì per caso no. Anche lui sparava e via
ma forse il gioco era già stanco e non si è accorto neanche che moriva
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
la fotografia la fotografia la fotografia
tutto il resto è facce false della pubbliciteria
tutto il resto è brutta musica fatta solamente con la batteria
tutto il resto è sporca guerra stile stile mafieria
la fotografia tu che sei famoso, firma firma per piacere la fotografia.

LA GIOSTRA
Testo e musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali:


La primavera è ormai passata,
la pioggia quando viene è andata:
povera giostra fingi l'allegria,
ma il disco e di dieci anni fa.
Si ma una mattina che pioveva,
una mattina che pioveva
i lampi e i tuoni litigavan forte,
però si senti cantar....
E i lampi e i tuoni litigavan forte
però si sentir cantar.
E gli anni della sua bellezza venti
ma gli occhi sempre sorridenti,


LA LUNA E' UNA LAMPADINA
Testo di Dario Fo; musica di Fiorenzo Carpi; edizioni musicali: Radio Record Ricordi


Parlato: la luna è una lampadina...attaccata sul plafone, e le stelle sembrano limoni tirati nell'acqua. E io son qui, sul marciapiede, che cammino avanti e indietro, Lina, e mi fanno male i piedi, Lina!
Cantato: La luna l'è ona lampadina...tacata in sul plafun
E i stell paren limon traa in dell'acqua,
e mi sont chi, 'nsul marciapee
che cammini avanti e indreé, Lina.
E me fann mal i pee, Lina!
Parlato: Terzo piano, quarta ringhiera, la luce è ancora accesa; io so che sei su, Lina, ma non guardi giù, non mi vedi, non vedi che son qui sul marciapiede che cammino avanti e indietro, e mi fanno male i piedi, Lina, oh Lina!
Cantato: Terz pian, quarta ringera, la lus l'è anmò pissada
E mi sont chi, 'nsul marciapee
Che cammini avanti e indrè, Lina
E me fann mal i pee, Lina, oh Lina!
Parlato: Lo sanno tutti che sei su con Nino il barbiere perché ha un mucchio di soldi, e io son qui, che cammino avanti e indietro, e mi fanno male i piedi, Lina!
Cantato: El sann tucc che te set su con nìn el barbee
Perché el g'ha un mucc de danee
E mi sont chi che cammini avanti e indré
E me fann mal i pee, Lina!
Parlato: Il 31 (inteso come tram) è già passato, di 28 non ce n'è più, mi tocca andare a casa a piedi, Lina! E mi fanno male i piedi, Lina, oh Lina!
Cantato: El trentun l'è già passaa,
de vintott gh'è n'è pu,
me tocca andaa a caa a pee, Lina,
e me fann mal i pee,
E mi son chi che cammini avanti e indré...
E me fann mal i pee, Lina!...
Parlato: Una volta ho visto un gatto, che piangeva come un matto sotto il tuo portone, forse aveva perso il padrone.
Cantato: Anca mi son come on gatt,
son de sotta al to porton
Che caragni come on matt
E giughetti cui botton, Lina...
E mi son chi che cammini avanti e indré...
E me fann mal i pee, Lina!...
E mi son chi che cammini avanti e indré...
E me fann mal i pee, Lina!...


LA MIA GENTE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Parappara... La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge,
io sto a guardare fuori fuori che piove
e di questo morire non ne voglio capire.
la mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge


LA MIA MOROSA LA VA ALLA FONTE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


La mia morosa la va alla fonte,
con un
si ma quell'acqua che ghe va dentro
dei miei languori d'amor per lei.
La mia morosa la
e appena appena la muove l'anca
si forma un'onda
si forma un'onda che pare un mar
Si forma un'onda che pare un mare,
dentro a quel mar emi vo a nodare
Mi nodo si ma non so nodare
Dentro a quel mare mi vo a negar...


L'APPASSIONATA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Si, lo so: per te dovrei cantare
l'appassionata, l'appassionata, l'appassionata-aaaa!
E per te dovrei sempre recitare
la commé, la commé, la commédia-aaa!
Iop dovrei spagnolo diventar,
la chitarra mia "tocar" e in flamenco delirar!
Vedi in me un fiero "matador"
prediletto dal destin
come il grande... coso!... Dominguìn!
Si, lo so, tu non vuoi che ti chiami "amore",
ma "mi querida, y mi querida, y mi querida"-aaaa!
E lo so, tu vuoi ch'io pianga e implori:
"Alma e mi vi- alma e mi vi- alma e mi vida"-aaaa.
Vedi in me il fiero "matador"
che ti si inginocchierà quando il toro "materà" (alé, sputa giù!)
vedi in me l"hidalgo" che verrà
che per te s'impiccherà
se il tuo amore perderà-a-aa-aaa!!
Si, lo so: per te dovrei cantare
l'appassionata, l'appassionata, l'appassionata-aaaa!
E per te dovrei sem,pre recitare
la commé, la cocó, la commédia-aaa!
Ma non sai: io sono nato a Rho
e di giorno, vengo qua, ma la notte, dormo là!
Non lo sai: faccio il tifo per la Spal
a tressette gioco al CRAL
e lavoro da... oh-o-o-o-o-o (coro: olé!!)
ooo-o-o-o-o-o-o-o-o-oo!!! (coro: olé!!)
ooo-o-o-o-o-o-o-o-o-ooo-o!! (coro: olé!!)
Olivettiiiiiii!
Il testo di "L'appassionata" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


L'ARCOBALENO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




L'ARMANDO
Testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci


Tatta tira tira tira tatta tera tera ta
Era quasi verso sera
se ero dietro, stavo andando
che si è aperta la portiera è caduto giù l'Armando.
Commissario, sa l'Armando era proprio il mio gemello,
però ci volevo bene come fosse mio fratello.
Stessa strada, stessa osteria,
stessa donna, una sola, la mia.
Macché delitto di gelosia,
io c'ho l'alibi a quell'ora sono sempre all'osteria.
Era quasi verso sera, se ero dietro stavo andando
che si è aperta la portiera è caduto giù l'Armando.
Tira ta tira...
Commissario, sa l'Armando mi picchiava col martello,
mi picchiava qui sugli occhi per sembrare lui il più bello.
Per far ridere gli amici, mi buttava giù dal ponte
ma per non bagnarmi tutto
mi buttava dov'è asciutto.
Ma che dice, che l'han trovato
senza scarpe, denudato, già sbarbato?
Ma che dice, che gli han trovato
un coltello con la lama di sei dita nel costato?
Commissario, 'sto coltello non lo nego, è roba mia,
ma ci ho l'alibi a quell'ora sono sempre all'osteria.
Tira ta tira...
Era quasi verso sera
se ero dietro, stavo andando
che si è aperta la portiera
ho cacciato giù... pardon... è caduto giù l'Armando.
Tira ta tira....

L'ARTISTA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




LA SERA CHE PARTI' MIO PADRE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




LA STORIA DEL MAGO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali; RCA/IMPALA




LA TELEVISIUN
Testo di Enzo Jannacci; edizioni musicali; RCA/IMPALA


La televisiun la g'ha na forsa de leun
la televisiun la g'ha paura de nisun
la televisiun la t'endormenta cume un cuiun.


L'E' TRI DI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




LIBE LA'
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




L'OMBRA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




L'OMBRELLO DI MIO FRATELLO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




MA MI
Testo di Giorgio strehler; musica di Fiorenzo Carpi; edizioni musicali


Serom in quatter col Padola,
el Rodolfo, el Gaina e poeu mi:
quatter amis, quatter malnatt,
vegnu su insemma compagn di gatt.
Emm fa la guera in Albania,
poeu su in montagna a ciapà i ratt:
negher Todesch del la Wermacht,
mi fan morire domaa a pensagh!
Poeu m'hann cataa in d'una imboscada:
pugnn e pesciad e 'na fusilada...
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
A San Vittur a ciapaa i bott,
dormì de can, pien de malann!...
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
sbattuu de su, sbattuu de giò:
mi sont de quei che parlen no!
El Commissari 'na mattina
el me manda a ciamà lì per lì:
"Noi siamo qui, non sente alcun-
el me diseva 'sto brutt terron!
El me diseva - i tuoi compari
nui li pigliasse senza di te...
ma se parlasse ti firmo accà
il tuo condono: la libertà!
Fesso sì tu se resti contento
d'essere solo chiuso qua ddentro..."
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
A San Vittur a ciapaa i bott,
dormì de can, pien de malann!...
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
sbattuu de su, sbattuu de giò:
mi sont de quei che parlen no!
Sont saraa su in 'sta ratera
piena de nebbia, de fregg e de scur,
sotta a 'sti mur passen i tramm,
frecass e vita del ma Milan...
El coeur se streng, venn giò la sira,
me senti mal, e stoo minga in pee,
cucciaa in sul lett in d'on canton
me par de vess propri nissun!
L'è pegg che in guera staa su la tera:
la libertà la var 'na spiada!
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
A San Vittur a ciapaa i bott,
dormì de can, pien de malann!...
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
sbattuu de su, sbattuu de giò:
mi sont de quei che parlen no!
(gridando) Mi parli no!

Ma mi (traduzione in Italiano)
Eravam in quattro col Padola,
il Rodolfo, il Gaina e poi io:
quattro amici, quattro malnati,
cresciuti insieme comagni di gatti.
Abbiam fatto la guerra in Albania,
poi su in montagna a prendere i ratti*:
neri tedeschi della Wermacht,
mi fan morire solo a pensarci!
Poi m'han preso in un'imboscata:
pugni e pedate e una fucilata...
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prender le botte,
dormir da cani, pien di malanni!...
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
sbattuto di sopra, sbattuto di sotto:
io sono di quelli che non parlano!
Il Commissario una mattina
mi manda a chiamar lì per lì:
"Noi siamo qui, non sente nessuno-
mi diceva 'sto brutto terrone!
Mi diceva - i tuoi compagni
noi li prendiamo senza di te...
ma se parli, ti firmo qua
il tuo condono: la libertà!
Sciocco sei tu se sei contento
d'essere solo, chiuso qui dentro..."
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prender le botte,
dormir da cani, pien di malanni!...
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
sbattuto di sopra, sbattuto di sotto:
io sono di quelli che non parlano!
Son chiudo dentro questa rattiera
piena di nebbia, di freddo e di scuro,
sotto a questi muri passan i tram,
fracasso e vita del mio Milano...
Il cuor si stringe, scende la sera,
mi sento male e non sto mica in piedi,
accucciato sul letto in un cantone
mi par di non essere proprio nessuno!
E` peggio che in guerra star sulla terra:
la libertà vale una spiata!
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prender le botte,
dormir da cani, pien di malanni!...
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
sbattuto di sopra, sbattuto di sotto:
io sono di quelli che non parlano!
(gridando)
Io non parlo!
* "A ciapaa i ratt", letteralmente tradotto "a prendere i ratti" è adoperato in dialetto milanese per indicare qualcosa di inutile, tra l'altro "Ma va' a ciapaa i ratt!" è il modo di dire usato per "mandare a quel paese" qualcuno.

MARIA ME PORTEN VIA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Maria me porten via,
ma ti dig al me fieul
che il suo papà l'han catà su in un lager


MEXICO E NUVOLE
Testo di Vito Pallavicini e Paolo Conte; musica di Paolo Conte; edizioni musicali


Lei e' bella lo so
e' passato del tempo e io ce l'ho nel sangue ancor.
Io vorrei, io vorrei
ritornare laggiu' da lei ma so che non andro'.
Questo e' un amore di contrabbando
meglio star qui seduto a guardare il vino che butto giù.
Mexico e nuvole il tempo passa sull'America
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Chi lo sa come fa quella gente
che va fin la' a pronunciare sì... mah!
Mentre sa che è già provvisorio l'amore
che c'è sì ma forse no... ah!
Queste son situazioni di contrabbando
a me non sembra giusto neanche in Mexico, ma perchè?
Mexico e nuvole, il tempo passa sull'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Intorno a lei intorno a lei
la chitarra risuonera'
per tanto tempo ancor
e il mio amore per lei
i suoi passi accompagnerà nel bene e nel dolor.
Queste son situazioni di contrabbando
tutto si puo' inventare ma non un matrimonio non si può più.
Mexico e nuvole, il tempo passa sull'America,
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho.
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Mexico e nuvole, il tempo passa con l'armonica,
il vento insiste sull'America,
che voglia di ridere ho


M'HANN CIAMAA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


El piuveva de tri dì; s'eri in caa coi me' dulur...
m'ann ciamaa de la ringhéra
perché i gh'era giò du sciuri per parlamm ... a mi?!
Me sunt mess so' el tirasàss,
ho cumenciaa a andà giò d'i scal...
e hoo sentì quei oeucc su la mia sc'ena:
ho capì l'era per ti!
L'Ispetùr era on brav'omm;
el savéa no 'me comincià:
"...so' disgrazie 'e chill'ambiente,
voi sapete..." ma 's te voeuret savé cosa?
Semm 'rivaa a destinasùn,
de dree mi, devanti lo;
e tho vista smorta de fà cumpassùn
ai sass... sott' un brütt lenzoeu bianch!
E te s'eret propri ti...
hoo sentìi strengium el coeur:
stess cavéj; la stesa bocca
granda, el stess fà de toeu in gir semper la gent!
E m'hann ditt che t'han truvaa
than trovada su i bastiùn...
Mi, gh'hoo ditt che l'è no vera:
che te s'eret minga ti!

M'hann ciamaa (traduzione in Italiano)
Pioveva da tre giorni: ero in casa coi miei dolori.
M'han chiamato dalla ringhiera
perchè c'erano giù due signori per parlarmi. "A me?!"
Mi son messo su l'incerata,
ho cominciato a scendere le scale...
e ho sentito quegli occhi suilla mia schiena:
ho capito che era per te!
L'Ispettore era un brav'uomo;
non sapeva come cominciare:
"Son disgrazie di quell'ambiente,
voi sapete..." ma cosa vuoi sapere?
Siamo arrivati a destinazione,
io dietro, loro davanti,
e t'ho vista, smorta da far pietà
ai sassi, sotto un brutto lenzuolo bianco!
Ed eri propio tu!...
Mi son sentito stringere il cuore:
gli stessi capelli, la stessa bocca grande;
lo stesso modo di prender sempre in giro la gente!
E m'han detto che t'han trovata,
t'han trovata sui bastioni...
Io gli ho detto che non è vero niente,
che non eri mica tu!
Il testo di "M'hann ciamaa" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


NIENTE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Là proprio su quel muro
ci sono i nostri nomi:
son legati a una storia d'amore,
una storia che puoi ricordare anche tu...
Sì ma tu non mi hai dato niente,
non mi hai lasciato niente,
non hai voluto nemmeno che soffrissi
una volta soltanto d'amore per te.
Un ultimo bacio, un ultimo saluto,
così di te io potrei possedere appena qualcosa.
Da dietro a una vetrina
ti ho vista che piangevi:
non hai voluto nemmeno che guardassi
per non lasciarmio niente di te.
Non hai voluto nemmeno che guardassi
per non lasciarmio niente di te.


NON FINIRA' MAI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Ho dato al mio amore una ciliegia che non aveva nocciolo,
ho dato al mio amore un pulcino che non aveva ossa,
ho dato al mio amore un bambino che non dorme mai,
ho dato al mio amore una storia senza fine.
Ma come può esistere una ciliegia senza nocciolo,
ma ma come può esistere un pulcino senza ossa,
ma come può essere un bambino che non dorme mai,
e chi mai ha ascoltato una storia senza fine ?
Ma una ciliegia quando sboccia no non ha nocciolo,
un pulcino quando nasce no no ha ossa,
e un bambino quando dorme non piange,
e la storia del mio amore non finirà mai,
e la storia del mio amore non finirà mai,
e la storia del mio amore non finirà mai.


NOVE DI SERA
Testo di Sergio Bardotti; musica di Chico Buarque de Hollanda; edizioni musicali RCA


Nove di sera, solo un uomo è per la via
non accetta compagnia, però a casa non ci va
la gente a casa non è più come una volta
ora sono tristi e muti qui davanti alla tivù
La luna in cielo, grande, grossa e prosperosa
fa una mossa maliziosa e si rivolge proprio a lui
l'uomo distratto non le fa molta attenzione
ma siccome è un chiacchierone
sta parlando tra di sé
L'uomo da solo, coi suoi soliti argomenti
può parlar tranquillamente, avversari non ne avrà
gli amici a casa impareranno questa sera
una nuova tiritera, presentata alla tivù
La luna in cielo, non prevista dal programma
luminosa e color fiamma si rivolge proprio a lui
L'uomo distratto non raccoglie questo invito
e in mancanza di un nemico
si bisticcia tra di sé
Gli innamorati non inventano più nulla
tanto il riso come il pianto glielo insegna la tivù
La vita stessa resterà a guaradre muta
quella vita più vissuta, che si vede alla tivù
È mezzanotte, l'uomo con filosofia
fa la pace con se stesso ed in silenzio se ne va
La luna in cielo, rassegnata e un po' delusa
si nasconde dietro un muro, a guardare la tivù
Il testo di "Nove di sera" ci è stato spedito da Pierangelo Filigheddu (peterang@link.net)


OHE' SUNT CHI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




PASSAGGIO A LIVELLO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Fermi a un passaggio a livello
mi hai parlato di te
in un modo che io non conoscevo,
piano mi hai sfiorato una mano
sussurrando parole dimenticate.
Ma in un baleno
è schizzato via il treno
abbiam smesso di guardarci
poi mi hai chiesto se era un merci.
Torna a parlarmi di te
a parlare del cuore,
delle cose dimenticate.
No: mi hai guardato ridendo
sei rimasta lì muta
muta come ti ho conosciuta.


PEDRO PEDREIRO
Testo Enzo Jannacci e Giorgio Calabrese; musica di Chico Buarque de Hollanda; edizioni musicali


Pedro Pedreiro è pensoso e aspetta il tram,
domani forse dovrà aspettare ancora
per il bene di chi, il bene di chi è senza un soldo
Pedro Pedreiro resta pensieroso
e pensando il tempo passa
e noi restiamo indietro a aspettar
aspettando aspettando aspettando
aspettando il sole, aspettando il tram,
Aspettando sempre quel famoso aumento
che non viene mai
Pedro Pedreiro è pensoso e aspetta il tram
domani forse dovrà aspettare ancor
per il bene di chi,
il bene di chi è senza un soldo
Pedro Pedreiro aspetta l'allegria
e la fortuna col biglietto della lotteria
Ogni anno aspettando aspettando aspettando,
aspettando il sole, aspettando il tram,
aspettando sempre quel famoso aumento
aspettando il premio della lotteria
e la moglie di Pedro sta aspettando un figlio
che dovrà aspettare
Pedro Pedreiro è pensoso e aspetta il tram
domani forse dovrà aspettare ancor
per il bene di chi,
il bene di chi è senza un soldo
Pedro Pedreiro aspetta anche l'amore
sta aspettando il giorno di arrivare in porto
Pedro non sa che forse forse in fondo
aspetta qualche cosa al di là del suo mondo
più grande del mar.
Ma perché sognar se poi
ci si dispera di aspettare ancora
Pedro Pedreiro vuol tornare indietro
ed esser solo muratore
senza aspettar,
aspettare aspettare aspettare,
aspettare il sole, aspettare il tram
aspettare ancora quel famoso aumento
aspettare un figlio che dovrà aspettare
aspettare il premio della lotteria
aspettar la morte
aspettare un porto
aspettare di non aspettare più,
aspettare in fondo
niente altro che
la speranza afflitta infinita sfinita
che arrivi il suo tram
Pedro Pedreiro è pensoso ed aspetta,
Pedro Pedreiro è pensoso ed aspetta,
Pedro Pedreiro è pensoso ed aspetta il tram
che già vien, che già vien
che già vien, che già vien...
Il testo di "Pedro Pedreiro" ci è stato spedito da Alberto Albertini (alfagr@tin.it)


PENSARE CHE...
Testo e musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


C'è chi un giorno ti vuol bene


PERCHE' NON CON ME
Testo di Franco Franchi; musica di Giampiero Reverberi & Gino Paoli; edizioni musicali




PER LA MOTO NON SI DA
Testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




PER UN BASIN
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Sabato sera di tanti anni
faavei faa on gir s'era dree a torna' a ca'
quando ho sentito ona musica anda'
da on post ciamaa la balera di fraa.
Mi sono sentito qui dentro bruciare perche'...
ma alora gh'avevi vint'ann.
Per on basin mi soo no ma quella sera
avria daa la vita intera proprio insci'
per on basin frin frin,
per on basin mi saria parti' soldato
sarei andato a Como in moto
poeu saria tornaa a ca' a pee.
Ingresso "on franc" non e' caro de bon
de la giachetta me manca on botton
mi scappa l'occhio vesin ai
calzonte vedet no che te gh'ee su' i scarpon,
che cosa importa se gia' me ridevan adree'
ormai se po' pu' torna' indree'.
Per on basin mi soo no ma quella sera
avria daa la vita intera proprio insci'
per on basin frin frin,
per on basin mi saria parti' soldato
sarei andato a Como in moto
poeu saria tornaa a ca' a pee.
Passa mezz'ora sonava el viiolin,
contegno...Gio' on alter biccer de vin
me guardi in gir ch'era tanti tossan
ma non e' facile anda' su a bala'
mi s'era su e gh'avevi vergogna a cerca'
"Lei balla?" "Soltanto fox-trot".
Per on basin mi soo no ma quella sera
avria daa la vita intera proprio insci'
per on basin frin frin,
per on basin mi saria parti' soldato
sarei andato a Como in moto
poeu saria tornaa a ca' a pee.
Tacca l'orchestra a sona' on polveron
tutti i moment la me guarda i scarpon
on bel moment me son faa visin,
lei, signorina, la me da' on basin?
Ferma l'orchestra, ghe' riva' anca i carabinier
gh'e' vun che me sgagna anca on pee...
Per on basin domandato quella sera
m'hann cascia' da la balera
m'hann tratta' come un vilan
frin fran.
Per on basin, roba senza risultato
m'han cansciato in uno stato
se ricordi ancamo' adess.


PRENDEVA IL TRENO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


S'ênn conosciuti a la catena di montaggio:
lei, tutta bianca, che spiccava in quel candor.
Gigi Lamera, ed abitava dietro Baggio,
era il suo nome; ma non era un tipo snob!
"Scusi, signore: per andare alla toeletta?"
"Scusi, signora, ma rispondere non so."
"Lei, al lavoro come viene?" "In bicicletta..."
"Ma non è fine! La credevo un gran signore..."
Prendeva il treno per non essere da meno;
prendeva il treno per sembrare un gran signor!
E la rivide, dempre in sede di montaggio,
lei tutta fresca, con un fresco cappellin
"Gigi Lamera, si ricorda? Vivo a Baggio..."
"Si, vagamente.. Lei è ciclista o giù di lì"
"Macché ciclista! Prendo il treno dietro a Baggio!"
- ed ostentava un cravatta dell'Upìm-
"Voglia gradire questi fiori come omaggio..."
"Che fiori sono?!?" "Signorina, i hoo fà mi!"
Prendeva il treno per non essere da meno;
ma già deluso da quel grande, assurdo amor!
L'han licenziato, in un bel giorno a fine maggio
che l'han trovato a tagliar fiori int'i lamée;
adesso è ottobre, fa già freddo, ma il coraggio
di dirlo in casa, col perchè, lü ghe l'ha no!
E tun-tun-tun che l'vol savé (.............)
"Gigi, l'è tardi!..." come pure, ogni mattina
lesto si avvia, con la cartella sotto il braccio,
male annodata la cravatta dell'Upim...
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!
Il testo di "Prendeva il treno" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


PRETE LIPRANDO E IL GIUDIZIO DI DIO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(parlato): Landolfo, cronista del Millecento, ci ha tramandato le "Storie del Comune di Milano" fra cui questa del giudizio di Dio, protagonista prete Liprando. Noi abbiamo cercato di musicarla con un certo impegno, e la dedichiamo a tutti quelli - e sono tanti - che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell'avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono!
Prete Liprando, ben visto dai poveri Cristi,
andò dall'arcivescovo Agiosolano, in Sant'Ambrogio:
"Sei ladro e simoniaco, - gli disse -
venduto all'Imperatore, quel porco.." "Cus'ee?!?
- disse l'Arcivescovo infuriato -
Come ti permetti, prete? Sono ex-combattente;
ho fatto la prima crociata, e anche la terza!
(...la seconda no, perchè ero malato...)
Prete Liprando rispose: "Lo so, più d'una città hai conquistata;
lo so, più d'una città tu hai insanguinata;
e adesso, Milano tu vuoi, incatenata, vederla prostrata!"
"Liprando, a 'sto punto esigo il Giudizio di Dio:
dovrai camminare sui carboni (s'intende, ardenti!);
le fascine di legna, quaranta ("Quaranta?")
s'intende, le pago io.
Se tu non uscirai per niente arrostito,
io me ne andrò dalla città solo e umiliato,
e per giunta, appiedato!
"Prete Liprando, domani, al calar del sole
affronterà il Giudizio di Dio in Piazza Sant'Ambrogio!"
Quaranta fascine furono ammucchiate in una catasta;
la gente veniva fin da Venegòno e da Biandrate:
"Indietro, su, non spingete, per Diana!
C'è il fuoco, non lo vedete? " "Ma io non vedo niente;
non vedo un'accidente! Son venuto da Como per niente!"
"Tornate tutti a casa! Non se ne fa più niente!
Il Papa, da Romas l'ha proibito: lo spettacolo è finito!"
"Ed io lo faccio lo stesso! - disse prete Liprando -
ma le fascine, quaranta!- io non ce le ho!..."
...La gente portava le fascine fin da Biandrate;
facevano un sacco di fumo: la gente tossiva,
tossiva e piangeva, ma non si muoveva!
Che popolo pio! Voleva vedere il Giudizio di Dio!
"Eccolo là!... Liprando è già pronto..." "Dove l'e?"
"L'è là in fondo... È pallido, ha paura!...
Ha i piedi spogliati!... Che piedi lunghi!..."
La brace è rossa, e rosse son tutte le facce...
stan tutti con gli occhi sbarrati...
"Anch'io li ho sbarrati, però non vedo niente!"
È entrato in mezzo ai carboni senza guardare:
è dentro, è tutto sudato, ma non è bruciato...
due donne son svenute! Una ha partorito,
ma in buona salute...
"Dai, non spingete!" "...ma io non vedo niente!"
"Ecco, è arrivato; Dio l'ha salvato!"
"Gloria a Liprando, che Milano ha salvato!"
"L'arcivescovo è scappato" ("Gloria a Liprando!")
"L'avete veduto!" ("Gloria a Liprando!")
"Il cavallo s'è impennato!..." ("Gloria a Liprando!")
"Ecco, è cascato!..." ("Gloria a Liprando!")
"S'è mezzo massacrato!" ("Gloria a Liprando!")
"...e io non ho visto niente!" ("Gloria a Liprando!")
"Non ho visto un accidente!" ("Gloria a Liprando!")
"Son venuto da Como per niente! Per nienteeee! ("Gloria a Liprando!")
Il testo di "Prete Liprando e il giudizio di Dio" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


QUALCOSA DA ASPETTARE
Testo & musica di Fausto Amodei; edizioni musicali


Ogni sera, fra i rumori
di serrande che si abbassano
e gli scoppi dei motori
delle macchine che passano,
alla luce dei lampioni
che si sono accesi appena,
puoi assistere agli amori
che si fan prima di cena...
Sporchi ancora del sudore
del lavoro appena smesso,
per un bacio, un pò d'amore,
ci si vuol bene lo stesso.
Basta già quell'ora sola
per tenersi per le mani
e per darsi la parola
di trovarsi all'indomani;
quella parola che è poi la sola cosa
che importa ed ha uno scopo:
ci fa sembrare un pò meno noiosa
la settimana dopo...
Basta che non ci debba mai mancare
qualcosa da aspettare!
Le domeniche che piove,
guardi i vetri che si bagnano;
e la goccia che si muove,
e le gocce che ristagnano...
Quando il buio è poi venuto,
nell'oscuro della stanza
tu ti accorgi che hai perduto
tutto un giorno di vacanza...
Ne hanno fatto miglior uso
dentro i cine ed a ballare
tante coppie che, anche al chiuso,
non rinunciano ad amare;
che poi, prima di lasciarsi,
si daranno brevemente
la promessa di trovarsi
la domenica seguente:
quella promessa che è poi la sola cosa
che importa ed ha uno scopo:
ci fa sembrare un pò meno noiosa
la vita e il giorno dopo...
Per sette giorni non ci potrà mancare
qualcosa da aspettare!
Per sette giorni non ci potrà mancare
qualcosa da aspettare!
Il testo di "Qualcosa da aspettare" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


QUANDO IL SIPARIO...
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




QUANDO UN MUSICISTA RIDE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali:


Perche' quando sto male mi dici "e' tutta una ruota che gira"?
Perche' quando ti dico "magari porta fuori un'amica"
mi arrivi con una che sembra un mirtillo e per di piu' se la tira?
Perche' cerco lavoro - eh! Non lo trovo.
Risultato non ci ho mai una lira.
No! Guarda che spari cazzate
e spari e non ci hai neanche la mira!
Perche' mi tratti male e mi chiami straccione?
Ah! Ho capito e' per via della sciarpa del Milan
che fa poco pendant con la mia faccia marrone.
Ah! No, ho capito perche' e' troppo l'odore che mi porto dietro
di uno che non ci ha mai avuto una lira
con l'aria che tira
e col sole che gira
a me piace pensare che...
Quando un musicista ride
depone il suo strumento e ride e non si guarda in giro
e non teme, non ha paura della sua semplicita'.
Quando un musicista ride
e' perche' dentro sente una strana gioia vera
o forse perche' gli han mangiato una pera o una mela;
si' ma a part time!!!
E scopre che la sua angoscia e' buona
perche' e' la sua tristezza che suona
e' come in un concerto che piove ma all'aperto
sorride ancora e gli vien voglia di cantar.


QUELLA COSA IN LOMBARDIA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Sia ben chiaro che non penso alla casetta
due locali più i servizi, tante rate, pochi vizi,
che verrà quando verrà...
penso invece a questo nostro pomeriggio di domenica,
di famiglie cadenti come foglie...
di figlie senza voglie, di voglie senza sbagli;
di millecento ferme sulla via con i vetri aoppannati
di bugie e di fiati, lungo i fossati della periferia...
Caro, dove si andrà, diciamo così, a fare all'amore?
Non ho detto "andiamo a passeggiare"
e neppure "a scambiarci qualche bacio...
Caro, dove si andrà, diciamo così, a fare all'amore?
Dico proprio quella cosa che sai,
e che a te piace, credo, quanto a me!"
Vanno a coppie, i nostri simili, quest'oggi
per le scale, nell'odore di penosio alberghi a ore...
anche ciò si chiama "amore";
certo, è amore quella fretta tutta fibbie, lacci e brividi
nella nebbia gelata, sull'erbetta;
un occhio alla lambretta, l'orecchi a quei rintocchi
che suonano dal borgo la novena; e una radio lontana
dà alle nostre due vite i risultati delle ultime partite...
Caro, dove si andrà, diciamo così, a fare all'amore?
Non ho detto "andiamo a passeggiare"
e neppure "a scambiarci qualche bacio...
Caro, dove si andrà, diciamo così, a fare all'amore?
Dico proprio quella cosa che sai,
e che a te piace, credo, quanto a me!"
Il testo di "Quella cosa in Lombardia" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


QUELLI CHE...
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali; RCA/IMPALA


Quelli che cantano dentro nei dischi perche' ci hanno i figli da mantenere, oh yes!
Quelli che da tre anni fanno un lavoro d'equipe convinti d'essere stati assunti da un'altra ditta, oh yes!
Quelli che fanno un mestiere come un altro.
Quelli che accendono un cero alla Madonna perche' hanno il nipote che sta morendo, oh yes!
Quelli che di mestiere ti spengono il cero, oh yes!
Quelli che Mussolini e' dentro di noi, oh yes!
Quelli che votano a destra perche' Almirante sparla bene, oh yes!
Quelli che votano a destra perche' hanno paura dei ladri, oh yes!
Quelli che votano scheda bianca per non sporcare, oh yes!
Quelli che non si sono mai occupati di politica, oh yes!
Quelli che vomitano, oh yes!
Quelli che tengono al re.
Quelli che tengono al Milan, oh yes!
Quelli che non tengono il vino, oh yes!
Quelli che non ci risultano, oh yes!
Quelli che credono che Gesu' Bambino sia Babbo Natale da giovane, oh yes!
Quelli che la notte di Natale scappano con l'amante dopo aver rubato il panettone ai bambini, oh yes!
Intesi come figli, oh yes!
Quelli che fanno l'amore in piedi convinti di essere in un pied-a-ter, oh yes!
Quelli, quelli che sono dentro nella merda fin qui, oh yes! Oh yes!
Quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro, oh yes!
Quelli che, quelli che non possono crederci neanche adesso che la terra e' rotonda, oh yes!
Quelli che non vogliono tornare dalla Russia e continuano a fingersi dispersi, oh yes!
Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale, oh yes!
Quelli che non vogliono arruolarsi nelle SS.
Quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire, oh yes!
Quelli che dicono "la mia serva", oh yes! Oh yes!
Quelli che organizzano la marcia per la guerra, oh yes!
Quelli che organizzano tutto, oh yes!
Quelli che perdono la guerra... per un pelo, oh yes! Oh yes!
Quelli che ti vogliono portare a mangiare le rane, oh yes!
Quelli che sono soltanto le due di notte, oh yes!
Quelli che hanno un sistema per perdere alla roulette, oh yes!
Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale, oh yes!
Quelli che non ci sentiamo, oh yes!
Quelli diversi dagli altri, oh yes!
Quelli che puttana miseria, oh yes!
Quelli che quando perde l'Inter o il Milan dicono che in fondo e' una partita di calcio e poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yes!
Quelli che dicono che i soldi non sono tutto nella vita, oh yes!
Quelli che qui e' tutto un casino, oh yes!
Quelli che per principio non per i soldi, oh yes! Oh yes!
Quelli che l'ha detto il telegiornale, oh yes!
Quelli che lo statu quo che nella misura in cui che nell'ottica, oh yes!
Quelli che non hanno una missione da compiere, oh yes!
Quelli che sono onesti fino a un certo punto, oh yes!
Quelli che fanno un mestiere come un altro.
Quelli che aspettando il tram e ridendo e scherzando, oh yes!
Quelli che aspettano la fidanzata per darsi un contegno, oh yes!
Quelli che la mafia non ci risulta, oh yes!
Quelli che ci hanno paura delle cambiali, oh yes!
Quelli che lavoriamo tutti per Agnelli, oh yes!
Quelli che tirano la prima pietra, ma che anche la seconda,la terza, la quarta e dopu? E dopu se sa no...
Quelli che alla mattina alle sei freschi come una rosa si svegliano per vedere l'alba che e' gia' passata.
Quelli che assomigliano a mio figlio, oh yes!
Quelli che non si divertono mai neanche quando ridono, oh yes!
Quelli che a teatro vanno nelle ultime file per non disturbare, oh yes!
Quelli, quelli di Roma.
Quelli che non c'erano.
Quelli che hanno cominciato a lavorare da piccoli, non hanno ancora finito e non sanno che cavolo fanno, oh yes!
Quelli li'...


RAGAZZO PADRE
Testo di Enzo Jannacci; musica di Bruno Lauzi; edizioni musicali:


Un giorno m'e' arrivata un mattino d'estate
s'e' installata in salotto mi ha chiesto di fumare.
Vi lascio immaginare com'è andata a finire:
mi son ritrovato un figlio da nutrire.
Sono un ragazzo padre, chiedo la carita'
io sono un peccatore per questa societa'.
Sono un ragazzo padre non so piu' dove andare
ho chiesto anche in comune, non mi lasciano entrare.
Son vent'anni che giro, il figlio e' quasi grande
data la stagione bisogna provvedere
perche' ier sera al parco faceva tanto freddo
ci siam stretti forte e siam finiti dentro.
Sono un ragazzo padre chiedo la carita'
io sono un peccatore per questa societa'.
Sono un ragazzo padre non so piu' dove andare
ho chiesto anche in comune, non mi lasciano entrare
ho chiesto anche in questura, non mi lasciano entrare
ho chiesto anche alle suore, non mi lasciano entrare
ho chiesto anche a mio figlio, m'ha detto: "Vai....
Sei un ragazzo padre chiedi la carita'
tutti i ragazzi padre chidon la carita'
no, non e' peccato chieder la carita'..."


RIDO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




RINO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




SAXOPHONE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




SECONDO TE...CHE GUSTO C'E'?
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




SEI MINUTI ALL'ALBA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Sei minuti all'alba: el gh'è gnanca ciàr
sei minuti all'alba: il prete è pronto già;
l'è giamò mess'ura ch'el va dree a parlà...
glie l'ho detto: "Padre, debún, mi hoo giamò pregà!"
Nella cella accanto cantenn 'na cansún...
sì, ma non è il momento! Onn pu d'educasiún!
Mi anca piangiaria, il groppo è pronto già.
Piangere. Doaccordo, perchè m'hann de fucilà:
Vott setémber sunt scapaa, ho finì de faa el suldaa.
Al paìs mi sunt turnà: "disertore" m'hann ciamaa!
De sul treno caregà, n'altra volta sunt scapaa:
in montagna sono andato, ma l'altrier
coi ribelli m'hann ciapaa!
Entra un ufficiale; m'offre da fümà...
"Grazie, ma non fumo prima di mangià"
Fa la faccia offesa... mi tocca di accettar.
Le manette ai polsi son già... e quei là vann dree a cantà!
E strascino i piedi, e mi sento mal...
sei minuti all'alba! Dio, cume l'è ciàr!
Tocca farsi forza: ci vuole un bel final!
Dai, allunga il passo, perchè ci vuole dignità!
Vott setémber sunt scapaa, ho finì de faa el suldaa.
Al paìs mi sunt turnà: "disertore" m'hann ciamaa!
De sul treno caregà, n'altra volta sunt scapaa:
in montagna sono andato, ma l'altrier
coi ribelli m'hann ciapaa!
Il testo di "Sei minuti all'alba" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


SENZA DE TI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Quel dì che gh'è rivaa la posta
m'è paru gnanca vera de sentimm a ciamà...
Me scriv: "Qui tutto bene; e ti?..."
E mi... e mi sunt chi; sunt chi senza de ti!
Te diset che te gh'ét la tuss;
d'i fioeu che vegnen grand... la mama, la gh'è pü.
Che me fradèll l'è propri bùn:
el pensa lü a tuss' coss... Sunt chi senza de ti!
T'hoo scritt che sont restaa ferì:
te m'hee mandà on turrùn, tri fett de panettùn.
Mi, no... voeuri pensà no che ti...
e quel là... ch'el s'è imboscà... Sunt chi senza de ti!
Domani... assalto! L'è el gran dì!
...ma chi capissen no che semm dree andà a morì.
T'hoo scritt: "Te voeuri ben. E ti?"
Sunt chì, senza de ti... 'sa m'interessa, a mi!
Il testo di "Senza de ti" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


SENZA I DANE'
Testo di Enzo Jannacci e Massimo Boldi; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




70 PERSONE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(parlato) Ho visto un mare di gente girare per le nostre campagne,ho visto donne, e poi (cantato) Di questa gente cosa ne faremo ?
A questa gente cosa gli diremo ?
Di questa gente cosa ne faremo ?
A questa gente cosa gli diremo ?
(parlato) Ho visto non più di 70 persone girare di notte per le loro campagne, ho visto donne e poi vecchi (cantato)Di questa gente cosa ne faremo ?
A questa gente cosa gli diremo ?


SFIORISCI BEL FIORE (versione 45 giri)
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: Redi/RRR


C'è un fiore di campo che è nato in miniera
per soli pochi giorni lo stettero a guardar.
Di un pianto suo dolce sfiorì in una sera,
a nulla le nere mani valsero a salvar.
Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.
E un dì un bel soldato partiva lontano
fu solo per gioco che lui ti baciò.
Piangesti stringendo la fredda sua mano
lui rise con gli altri e il treno via andò.
Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.
C'è laggiù in un prato una bella dormente,
ma neanche un tuo bacio svegliarla potrà.
Morì disperata ma il viso è gaudente,
chi passa vicino di lei riderà.
Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.


SFIORISCI BEL FIORE (versione L.P. "In Teatro")
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali: Redi/RRR


C'è un fiore di campo che è nato in miniera
per soli pochi giorni lo stettero a guardar.
Di un pianto suo dolce sfiorì in una sera,
a niente le nere mani valsero a salvar.
Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.
C'è odore di cibo quest'oggi nell'aria
Che la pioggia cancella ma presto tornerà
Vi spezzerò il mio pane e starò ad aspettare
La pelle mia nera che mi rinfaccerà
Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.
C'è laggiù in un prato una bella dormente,
ma neanche un tuo bacio svegliarla potrà.
Morì disperata ma il viso è gaudente,
chi passa vicino di lei riderà.
Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.


SOLDATO NENCINI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Soldato Nencini, soldato d'Italia
semianalfabeeta, schedato: "terrone",
l'han messo a Alessandria perchè c'è più nebbia;
ben presto ha capito che a volergli bene
c'è solo quel cane che mangia la stoppa
fra i vecchi autoblindo, pezzato marrone...
Due o anche tre volte ha chiesto il tenente
a un suo subalterno: "Ma questo Nencini,
cos'ha, da sorridere sempre per niente?
Sorride un pò perso... magari a nessuno;
e mangia di gusto 'sto rancio puzzone!...
Ma è analfabeta, e per giunta, terrone!"
E arriva anche il giorno che arriva la posta;
e piove, e di dentro c'è tante persone.
S'inganna ridendo l'odore di piedi,
e là, più di tutti, chi ride è il terrone:
gli stanno leggendo del padre a Corfù;
C'è stata una capra malata... e continua:
"Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù
Soldato Nencini, soldato d'Italia
di stanza a Alessandria, schedato: "terrone",
si è messo in disparte, sorride un pò meno;
ma di tanto in tanto, ti ferma qualcuno
e gira e rigira quel foglio marrone:
ti legge un frase; ti dice:"c'è scritto
"Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù"
Il testo di "Soldato Nencini" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


SOPRA I VETRI
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Sopra i vetri della mia finestra
si rincorrono gocciole di pioggia
anche quando, anche quando fuori non piove;
perchè piove, piove tanto, negli occhi miei!
I pensieri rincorrono i ricordi
come mosche attorno a delle fragole...
quante mosche! Solo mosche, nella mia stanza!
E, per giunta, non ho neanche il D.D.T.!
Me l'hai portato via tu, il mio D.D.T;
ne hai fatto un sol pacchetto con questo mio cuor,
con le mie scarpe e le sigarette:
me ne hai lasciato solo cinque cicche!
Mi hai lasciato senz'acqua il canarino,
mi hai lasciato il gatto senza ciccia;
mi hai lasciato, sul cuscinio, una pistola!
Per te mi faccio un buco qui...
oppure qui... o qui... a piacere!
Ma le cartucce, nel comò non ci son più!
Forse, per sbaglio, le hai portate via
con il mio cuore... e coi materassi.
Non mi resta che prendere un coltello...
ma è sparita anche l'argenteria!
Come faccio, anima mia? ...Io ti denuncio!
(gridato): Riportami la roba!
Il testo di "Sopra i vetri" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


S.O.SELFSERVICE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




STATU QUO
Testo di Beppe Viola; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




TEDDY GIRL
Testo di Luciano Beretta; musica di Leoni; edizioni musicali


Ohh Teddy girl
pupa in technicolor
Teddy girl
c'e un juke box nel tuo cuor
Teddy girl
il mio amore sei tu
Teddy girl
dammi un brivido blu
balla il rock'n roll
ohh Teddy girl
Ho un ciuffo d'erba verde
per stendermi con te
ma il cuore mio si perde
se non verrai con me
Un album di fumetti
un sacco di long playng
un pacco di chewing-gum
che fa bum-bum
Ohh ohh ohh Teddy girl
dammi un bacio a go-go
Teddy girl
alla ghengha dirò
che tu sei la mia lobby
l'unico mio hobby
ohh Teddy girl
te-te-te
Ho un ciuffo d'erba verde
per stendermi con te
ma il cuore mio si perde
se non verrai con me
Un album di fumetti
un sacco di long playng
un pacco di chewing-gum
che fa bum-bum
Ohh ohh ohh Teddy girl
dammi un bacio a go-go
Teddy girl
alla ghengha dirò
che tu sei la mia lobby
l'unico mio hobby
ohh Teddy girl
te-te-te
Ho un ciuffo d'erba verde
per stendermi con te
ma il cuore mio si perde
se non verrai con me
Un album di fumetti
un sacco di long playng
un pacco di chewing-gum
che fa bum-bum
Ohh ohh ohh Teddy girl
dammi un bacio a go-go
Teddy girl
alla ghengha dirò
che tu sei la mia lobby
l'unico mio hobby
ohh Teddy girl
te-te-te Teddy girl
te-te-te Teddy girl
te-te-te
Teddy girl


T'HO COMPRAA I CALZETT DE SEDA
Testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


T'ho compraa i calzett de seda con la riga nera
te caminavet insema a mi come una pantera.
Ti su del basell, mi gio' del basell: se l'era bell!
Ti senza capel, mi cont el capel, me s'eri bell!
(parlato) Caminavom semper insema. La gent che la pasava la ghe' guardava, la se voltava e le diseva: "va quel li', el gh'ha compraa anca la stola, el dev ess on poo on pistola".
Quel pistola seri mi.
T'ho vist poer, incioda' su quater assit
anca mi me sont vist inciodaa su quater assit,
compagn de ti anca mi me sont vist inciodaa, inciodaa come un pover crist.
Te scareghi ogni sera in piazza Beccaria
li te mostrett de sott banc la to mercanzia
ti sul marciapee, mi denter el cafe' di rochetee!
Ti a fu su i dane, mi a spend i dane coi rochete!
(parlato) Tuti i volt che semm insema che on quai vun in sul canton che el me varda el me dis: "va quel li', el gh'ha la dona che la rola, el dev ess on poo on pistola".
Ah? Saria mi el pistola? El pistola te se ti.
Te lavoret tutti el di'...


TINTARELLA DI LUNA
Testo di Franco Migliacci; musica di Bruno De Filippi; edizioni musicali


Tintarella di luna,
tintarella color latte,
tutta notte sopra il tetto,
sopra il tetto come i gatti,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida
Tintarella di luna,
tintarella color latte,
che fa bianca la tua pelle,
ti fa bella fra le belle,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida
Tin, tin, tin, raggi di luna
tin, tin, tin, baciano te.
Al mondo nessuna
è candida come te!
Tintarella di luna,
tintarella color latte,
tutta notte sopra il tetto,
sopra il tetto come i gatti,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida
Tin, tin, tin, raggi di luna
tin, tin, tin, baciano te.
Al mondo nessuna
è candida come te!
Tintarella di luna,
tintarella color latte,
tutta notte stai sul tetto,
sopra il tetto come i gatti,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida,
e se c'è la luna piena
tu diventi candida... candida... candida!


TIRA A CAMPA'
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




TI TE SE NO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Ti , te sé no perchè ti vett minga in gir
che per faa la spesa per mi;
perchè i ghe voeur mess'ura, e a 'rivà
giò in piazza del Domm i ghe veuren dù tramm...
ma mi, quand'ènn vott ur, torni a cà de bottega;
nascondi la cartèla cunt denter li mee strasc,
me l'lasci la giacchetta come te me dis ti,
camini per Milann: me par de vèss un sciur!
Ti, te sé no: i gh'e tanto otomobil
de tucc i culùr, de tucc i grandesc'
lìè pien de lüs, che el par d'ess a Natal,
e süra, il ciel pien de bigliett de milla...
Che bel ch'el ga de vèss
èss sciuri, cunt la radio
noeuva e, nell'armadio,
la torta per i fieu
che vegn'in cà de scola...
e tocca dargli i vizi:
"...per ti, un'altra vestina!
A ti, te cumpri i scarp!..."
Ti, te sé no... ma quest chi l'è on parlà de stüpid:
l'è bún dumaa de tirà ciucch!
Ti, te sé no... ma quand mi te caressi
la tua bèla faccetta piscinètta, me par
me par de vèss un sciúr;
un sciúr ch'el gh'ha la radio
noeuva e, nell'armadio,
la torta per i fieu
che vegn'in cà de scola...
e tocca dargli i vizi:
"...per ti, un'altra vestina!
A ti, te cumpri i scarp!..."
La, la, la, laaa, la, la, la, la, la, la, la, laaa...
Il testo di "Ti te se no" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


UNA FETTA DI LIMONE
Testo: Umberto Simonetta; musica: Giorgio Gaber; edizioni musicali: Radio Record


Signora, non ci siamo capiti,
signora, sta a sentir quel che ti dico
No, ai tuoi baci dico no,
no, al tuo amore dico no,
al tuo languido sorriso dico no, no, no!

Non voglio i tuoi palazzi, non voglio le ricchezze, non voglio le carezze,
sei ricca ma sei racchia, ma guardati allo specchio,
non vedi che sei vecchia.
Dimmi che vuoi da me!
Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte,
ti diro`, qualcosa c'e` che desidero da te...

Una fetta di limone, una fetta di limone,
una fetta di limone, una fetta di limone nel te`.

Non voglio i cento sacchi del grano che m'intoppi e regalini a mucchi
sei ricca ma sei sciocca, per me sei troppo secca, per questo non mi cucchi.
Dimmi che vuoi da me!
Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte,
ti diro`, qualcosa c'e` che desidero da te...

Una fetta di limone, una fetta di limone,
una fetta di limone, una fetta di limone nel te`.


UNA FIABA
Testo & musica di Giorgio Gaber & Pennati; edizioni musicali




UN AMORE DA 50 LIRE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




UNA TRISTEZZA CHE SI CHIAMASSE MADDALENA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Una tristezza che si chiamasse Maddalena
l'avresti dovuta vedere
mentre scendevi piangendo
giù dalla fabbrica
scandendo il tempo di un rhitm & blues.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena
l'avresti dovuta adorare
marcio per la vergogna
di un segno di croce mancato
a un povero Cristo smagrito,
ammazzato di cancro ier sera, ier sera.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena,
non l'avresti nemmeno trovata
quando a un tramonto
rivestito di grigio
non ti sei neanche chiesto
se fosse assai meglio un ultimo bacio
che non il solito arrivederci.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena,
l'hai lasciata morire con gli altri
una sera di un 12 Dicembre
senza il coraggio di alzare una mano
o signore la faccia.
Arriverà insieme all'alba insieme all'apparire nel suo sporco


UN AMORE DA 50 LIRE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




UN FORUNCOLO
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




UN NANO SPECIALE
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




VENGO ANCH'IO. NO, TU NO
Testo di Dario Fo e Enzo Jannacci; musica di Enzo Jannacci e Fiorenzo Fiorentini; edizioni musicali: RCA


Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale
Vengo anch'io? No tu no
Per vedere come stanno le bestie feroci
e gridare "Aiuto aiuto e` scappato il leone"
e vedere di nascosto l'effetto che fa

Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Ma perche`? Perche` no

Si potrebbe andare tutti quanti ora che e` primavera
Vengo anch'io? No tu no
Con la bella sottobraccio a parlare d'amore
e scoprire che va sempre a finire che piove
e vedere di nascosto l'effetto che fa

Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Ma perche`? Perche` no

Si potrebbe poi sperare tutti in un mondo migliore
Vengo anch'io? No tu no
Dove ognuno sia gia` pronto a tagliarti una mano
un bel mondo sol con l'odio ma senza l'amore
e vedere di nascosto l'effetto che fa

Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Ma perche`? Perche` no

Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale
Vengo anch'io? No tu no
per vedere se la gente poi piange davvero
e scoprire che e` per tutti una cosa normale
e vedere di nascosto l'effetto che fa
Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Vengo anch'io? No tu no
Ma perche`? Perche` no



24 ORE
Testo di Giorgio Calabrese; musica di Giampiero Reverberi; edizioni musicali




VERONICA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
amavi sol la musica sinfonica
ma la suonavi con la fisarmonica,
Veronica, perchè?
Veronica,
se non mi sbaglio stavi in via Canonica;
dicevi sempre: "voglio farmi monaca!"
ma intanto bestemmiavi contra i pré!
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
il primo amor di tutta via Canonica:
con te, non c'era il rischio del platonico,
Veronica, con te!
Veronica,
da giovane, per noi eri l'America:
davi il tuo amore per una cifra modica
al Carcano, in pé, ma...
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
Veronica,
l'amor con te non era cosa comoda,
nè il luogo, forse, era il più poetico:
al Carcano, in pé; ma...
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te,
mi lasciasti fare senza domandare...
al Carcano, in pé!
Il testo di "Veronica" ci è stato spedito da Francesco Marcheselli (francesco.marcheselli@agip.it)


VINCENZINA E LA FABBRICA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali


Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina il foulard non si mette più.
Una faccia davanti al cancello che si apre già.
Vincenzina hai guardato la fabbrica,
come se non c'è altro che fabbrica
e hai sentito anche odor di pulito
e la fatica è dentro là...
Zero a zero anche ieri 'sto Milan qui,
sto Rivera che ormai non mi segna più,
che tristezza, il padrone non c'ha neanche 'sti problemi qua.
Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina vuol bene alla fabbrica,
e non sa che la vita giù in fabbrica
non c'è, se c'è com'è ?


VIVA LA GALERA
Testo & musica di Enzo Jannacci; edizioni musicali




VIVERE
Testo & musica di Bixio; edizioni musicali


Oggi che magnifica giornata
che giornata di felicità (e così ?)
la mia bella se n'è andata
m'ha lasciato al fine in libertà
Son padrone ancor della mia vita,
son padrone ancor della mia vita,
e goder la voglio sempre più:
ella m'ha giurato nel partir
che non sarebbe ritornata, ritornata...ritornata...
Vivere senza malinconia
vivere senza più gelosia
senza rimpianti, senza mai più
conoscere cos'è l'amore
cogliere il più bel fiore
goder la vita e far tacere il cuore
Ridere sempre così giocondo
ridere delle follie del mondo
vivere finchè c'è gioventù
perchè la vita è bella
e la voglio vivere senza tu.
Spesso la commedia dell'amore
la tua donna recitar ti fa,
tu diventi allora primo attore
e ripeti quel che tu vorrai.
Sul terzo atto scende giù la tela
finalmente torna la realtà
e la sua commedia dell'amore
in una farsa transformata....trasformata sarà.
Vivere senza malinconia (c'è l'assolo di banjo)
vivere...(c'è il banjo!!)
senza rimpianti, senza mai più
conoscere cos'è l'amore...
E ridere sempre così giocondo
ridere delle follie del mondo
e vivere finchè c'è gioventù
perchè la vita è bella
e la voglio vivere senza tu
vivere finchè c'è gioventù
perchè la vita è bella
e la voglio vivere senza tuuuuuu...
Vivere!...Spesso la commedia dell'amore,
spesso la commedia dell'amore...
Basta, basta !!


ZITTO PREGO
Testo & musica di Giorgio Gaber & Enzo Jannacci; edizioni musicali


Lorirollorillorò, lorirollorillorà
Zitto prego !
Van, due vagabondi van,
lungo la strada van
senza parlarsi mai.
No, no non fischiare, no,
non continuare, no,
perché tu fischi assai male,
uffa !
Lorirollorillorò, lorirollorillorà
Zitto prego !
Van, due vagabondi van,
lungo la strada van
senza parlarsi mai.
No, no non cantare, no,
non continuare, no,
perché tu canti assai male,
uffa !
Lorirollorillorò, lorirollorillorà
Zitto prego !
Van, due vagabondi van,
lungo la strada van
senza parlarsi mai.
No, no non fischiare, no,
no non cantare, no,
perché la nostra vita è triste,
uffa !


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