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LA CHIESA DI VERCHIANO

Ó Giorgio Barnocchi

 

Ansano Fabbi, nel suo libro "STORIA DEI COMUNI DELLA VALNERINA" riporta la "PIEVANIA DI VERCHIANO" risalente al 1300, anche se il periodo della costruzione della Chiesa stessa si fa risalire ai primi anni del 1100. La PIEVANIA DI VERCHIANO comprendeva la chiesa di SS. Maria di Cammoro, di S. Lucia, S. Paolo, S. Paterniano, S. Giovanni, S. Antonio del Capitolo Lateranense, S. Spirito, S. Cataldo tutte chiese di Cammoro. La chiesa di S. Martino di Orsano, S. Donato, S. Nicola sempre di Orsano. La chiesa costituisce il primo nucleo di aggregazione del "Borgo di Verchiano" quando alcuni castellani, nel XII-XIII secolo, decisero di costruire in basso ed in posizione più comoda le prime abitazioni fuori dalle mura sicure del CASTELLO. L'edificio religioso si presenta come risultante da due fasi edilizie nettamente diversificate; una in stile romanico che interessa la metà sinistra della costruzione, dal lato della torre campanaria, e una parte molto più tarda che ha raddoppiato l'edificio. Tale ampliamento ha comportato anche una elevazione della torre campanaria. Anche la disposizione degli altari ha subito variazioni nei primi secoli, arrivando ad un numero massimo di 8 nel XVI e XVII secolo. Nei primi tempi la Chiesa, oltre che svolgere la sua funzione di luogo di culto, rappresentava anche un centro di unione sociale in quanto in essa si tenevano, "convocate dal suono della campana" riunioni degli amministratori e sindaci del luogo. La Parrocchia di Verchiano ha fatto sempre parte della diocesi di Spoleto. Le prime notizie sui particolari interni della chiesa si hanno dal verbale della visita del Vescovo ORSINI fatta il 17 Luglio 1582 che così recita: "il fonte battesimale si trova nella cappella di S. Andrea (addossato al muro), col suo sacrario. Gli altari sono: Madonna di Loreto, Rosario, Madonna della Quercia, S. Antonio, S. Caterina, S. Francesco, S. Andrea, una altare senza dedicazione per un totale di otto". Successive notizie sugli altari si hanno con la visita del cardinale BARBERINI fatta il 17 Giugno 1610. Si legge "Altare Maggiore, con sul retro la tribuna con l'Assunzione e gli Apostoli. Sul lato sinistro Madonna di Loreto, dipinta sul muro, con la Madonna col bambino, S. Dionisio e S. Maria Maddalena. Poi viene il Rosario, affresco comprendente Madonna col Bambino, Santi e Sante: vicino vi è l'altare nuovo, non ancora finito e senza tela; poi viene l'altare della Madonna della Quercia, affresco murale, con la deposizione dalla Croce con Santi; qui possiamo aggiungere che tale pittura (la prima a sinistra entrando in Chiesa) è datata 1574 essendo Parroco di Verchiano D. Livio Lalli di Sellano; pittura fatta, su commissione di Vincenzo e Modesto Franchi di Verchiano, dal Pittore Camillo di Agnolo di Mevale, sotto il regno di papa Gregorio XIII; a sinistra della nicchia, sulla parete, c'è S. Sebastiano, a destra S. Francesco". Continuando la lettura del verbale della visita BARBERINI del 1610 si apprende che a destra dell'Altar Maggiore c'era un affresco con l'adorazione dei Magi con sopra l'incoronazione della Vergine; poi veniva l'altare di S. Andrea (con affresco) comprendente il Crocifisso, S. Pietro e S. Andrea. A destra della porta di ingresso vi era una cappella con tre altari: -1- Altare di S. Caterina (con affresco di S. Caterina, S. Francesco, S. Ubaldo) -2- Altare di S. Francesco (con affresco di S. Pietro, S. Francesco e S. Chiara) -3- Altare di S. Antonio (con affresco di S. Pietro, S. Paolo, S. Antonio Abate). Tale cappella oggi non risulta più e così gli altari per cause sconosciute e forse legate a scarsa manutenzione e lavori di ristrutturazione. Dall'inventario "INFORMATIONE DI FELICIANO LATTANZI PIEVANO DI VERCHIANO" REDATTO il 14 Marzo 1690 si possono trarre alcune notizie di un certo interesse che riguardavano le famiglie di Verchiano di allora. Era uso istituire lo "ius patronati" per ogni altare, cioè una sorta di privilegio sull'altare che la famiglia pagava con una certa somma di danaro annua o con la cessione di fondi rustici, in cambio della celebrazione di tot messe annue ed altri impegni da parte del parroco. Gli altari della Chiesa di Verchiano erano: Altare maggiore con ius patronato di GIOVANNI MOSCATI della villa di Crescenti con il frutto di sedici scudi annui con pegno di una Messa la settimana, il sabato. A destra dell'altare maggiore c'era l'altare di S. Carlo Borromeo dotato di scudi due annui da parte di VINCENZO DI BERNARDINO della villa di Meggiana di Verchiano con l'obbligo di messe venti l'anno; l'altare era stato sospeso dai riti per mancanza di suppellettili. Successivamente c'era, dalla medesima parte, la cappella della natività di nostro Signore ove, secondo la disposizione di OTTAVIANO STELLA datata il 2 gennaio 1655 il parroco doveva celebrare una messa ogni lunedì in cambio di scudi uno annui. Anche questo altare risultava sospeso dai riti. Di seguito, dalla stessa parte (destra), c'era l'altare di S. Andrea, dicono patronale di Casa Taccioni, anch'esso sospeso. Alla fine di detta parete, vicino al fonte battesimale, c'era l'altare o cappella della SS. Concezione detta di S. Antonio delle Terziarie, nel quale il Pievano soddisfaceva i legati di Casa di POMPEO Cesarini di Curasci con messe quindici l'anno e di Donna ANNA RICCI con messe diciotto annue, la quale lasciò scudi sessanta. In faccia del suddetto altare, dalla parte sinistra, c'è l'Altare della pietà nel quale è istituito lo ius patronato di casa ONORI di Verchiano con l'obbligo di una messa la settimana. L'altare è sospeso per mancanza delle cose necessarie all'altare. Andando verso l'altar Maggiore viene poi l'Altare del SS. Rosario con il legato della defunta Signora BRIGIDA GUERRIERI di scudi due per messe dieci annue. Per ultimo, più vicino all'altar Maggiore vi è l'altare del crocifisso spettante agli eredi di FRANCESCO di MATTIA ONORI di Verchiano, che parimenti fu sospeso nel 1675. A favore del suddetto altare ci fu un altro legato di CECILIA MOGLIE DI SER LORENZO MOSCATI di Verchiano di scudi settantacinque in terreno per messe quindici annue". Segue un elenco dei preti presenti nella pieve di Verchiano:

Il rev. Sig. D. LAZZARO SABINI di Verchiano di anni 75 circa;

D. LAZZARO ALBANI curato del Castello di Roccafranca;

D. FRANCESCO CORI cappellano curato del castello di Orsano;

D. GIOVANNI CINI curato del castello di Cammoro;

D. CURZIO ANTONIO GUERRIERI di Roccafranca di anni 29 Vic. For.o di Verchiano;

D. CARLO FILOLAURI di anni 40 Sacerdote di Verchiano;

D. PAOLO MUCARELLI Cappellano del Santissimo Rosario di Cammoro;

D. POMPEO CESARINI, della villa di Curasci da poco ordinato subdiacono di anni 23;

Il chierico D. SALVATORE SABINI di anni 17 che frequenta la scuola a Spoleto e dimora presso i PP. Gesuiti.

Le chiese soggette a Verchiano sono: S. Maria in S. Lazzaro,

S. Angelo,

S. Salvatore,

S. Lorenzo di Curasci,

Madonna di S. Sisto,

S. Nicolò di Chieve.

Segue una descrizione dettagliata della controversia tra Verchiano e Rasiglia sul possesso del Santuario della Madonna delle Grazie che si trovava entro il territorio della Diocesi di Spoleto, conclusosi con la decisione del cardinale BARBERINI di ordinare la consegna delle chiavi del Santuario al Governatore di Foligno e da lui date ai curati della Parrocchia di Rasiglia. Chiesa di S. Lucia di Croce. Alla cura di Verchiano sono soggette anime da comunione duecentoventi ed altre ottantacinque non ancora atte alla comunione. Oltre al borgo di Verchiano sono soggetti alla predetta cura le sottonotate ville e cioè:

LA VILLA DI CROCE,

LA VILLA DI CRESCENTE,

LA VILLA DI VIONICA (parte),

LA VILLA DI CHIEVE,

LA VILLA DI MEGGIANA,

LA VILLA DEL COLLE,

LA VILLA DI CAMINO,

LA VILLA DI CURASCI.

Soggiacciono per la esigenza di decime battesimali anche le seguenti ville della cura di Roccafranca e cio:

LA VILLA DI COLLE NIBBI,

VILLA DI AELE,

VILLA DI CROCE DI VALLE CORNO.

Un'altra descrizione dell'interno della Chiesa si ha con il verbale della visita di LASCARIS il 22 Agosto del 1713. Si legge "Chiesa con pavimento in pietra e tetto a travi. Ci sono tre porte: 1 sul fronte e due sui fianchi. La torre ha due campane; c'è la sagrestia ed il coro dietro l'altar maggiore. Gli altari erano otto: L'altar Maggiore con il quadro della Madonna Assunta in Cielo; sulla parete a sinistra la Madonna di Loreto entro un nicchione; poi il Rosario (altro altare) ed infine la Madonna della Quercia, in nicchione, con la Pietà. A destra l'altare di S. Carlo Borromeo; Natività, tela centinata e mostra di pietra; S. Andrea, affresco (col crocifisso, S. Pietro a destra e S. Andrea a sinistra); Concezione, tela, Vergine, S. Giuseppe e S. Antonio da Padova. Vicino alla porta della Sagrestia c'era il pulpito ottagonale. Vi era l'acquasantiera e il fonte attuale. (La Sagrestia allora era sulla sinistra). Vicino alla porta c'era l'oratorio del Sagramento; poco distante dall'Altare Maggiore vi era una piccola Sagrestia a volta.

La pittura dell'Assunta nella sua originale cornice dietro l'altar maggiore.

Le prime dettagliate notizie sull'opera pittorica si possono rilevare da un inventario fatto nel 1728 dal Pievano di Verchiano D. POMPEO ANTONIO CESARINI che tra l'altro cita. "Primieramente in capo di detta Chiesa, unito al coro, che è in volta con una sola finestra con una navata, vi è l'altar maggiore dove si conserva il Santo Sacramento, che si dice eretto dal pubblico di detto luogo; siccome dell'anno 1662 vi fece fabbricare una cappella di legno bianco intagliata, il predetto pubblico con l'aiuto dell'elemosine di alcune persone pie per adornamento di bello, e maestoso quadro, nel quale in tela vi è effigiata La Vergine Ascendente, e ricevuta in Cielo dal Salvatore, ed i dodici apostoli con diversi e graziosi gesti; quel quadro fu fatto, e pagato, come riferiscono li Vecchi del Luogo, delli denari che dicono scudi 100 lasciò per legato una certa pia Donna chiamata Sancta Sabini, siccome si vede dall'iscrizione ai piedi di detto quadro in cornu epistole che è la seguente, cioè: ex legato Sanctae Sabinae Uxori Gregorij Taccioni: Ioannes Andreas Generolus et altre lettere, che non si possono più leggere, per esser coperte dalla cornice del medesimo. La suddetta cappella con la cornice del quadro resta ora indorata per elemosine avute da diverse persone, ascendenti alla somma di scudi 100, come si giustifica dalle ricevute degl'indoratori". Sono dovuti passare circa 260 anni per conoscere esattamente ciò che mancava della scritta in calce al quadro e ricoperta in parte dalla cornice e cioè che ANDREA GENEROLI era l'autore del quadro ed era di origine Sabina, esattamente di Poggio Mirteto (Rieti). Il soggetto, che fa riferimento alla dedica della Chiesa (MARIA ASSUNTA), è qui svolto con l'inclusione dell'episodio di San Tommaso in cammino, con la cintola, e della Trinità, col Padre Eterno incoronante e il Cristo accogliente, l'uno e l'altra non comuni nel seicento e forse spiegabili, in una chiesa, come questa di origini molto antiche, con vincoli di continuità con un'immagine precedente. Circa la committenza, le prime due righe dell'iscrizione ci informano dell'iniziativa presa da Santa Sabini, moglie ed erede di Gregorio Taccioni e del legato che rese possibile la realizzazione della pala; la situazione è stata ulteriormente chiarita da ricerche fatte sul testamento che la vedova aveva fatto nel 1633. Qui si può aggiungere che essendo Santa il nome di battesimo, l'altro genitivo "Sabinae" potrebbe riferirsi al territorio d'origine della donna e questo potrebbe spiegare anche l'incarico dato ad un pittore Sabino. Resta comunque assodato che "SABINI" è un cognome che a Verchiano appare di sicuro tra il cinque ed il seicento (vedi per esempio il nome del Rev. D. Lazzaro Sabini testè citato), e quindi può essere inteso anche come cognome della donna. Prima del restauro, il quadro veniva attribuito al pittore perugino Anton Maria Fabrizi per le coincidenze culturali tra la pala di Verchiano e gli affreschi del Fabrizi e la presenza del pittore perugino nel territorio di Foligno. Grazie al restauro si è scoperto il GENEROLI, pittore di nessun nome, che apparve sulla grande scena romana negli anni trenta e quaranta del secolo XVII. Di lui esistono tracce di opere a Roma ed altre si può tentare di attribuirgli, come "IL SACRIFICIO DI ISACCO" che si trova nella Galleria Nazionale d'Arte antica.

RELAZIONE DELL'ARCHITETTO d. LORENZO SALVATI SULL'AMPLIAMENTO DELLA CHIESA FATTO NEL 1616.

(Verbale del Notaio Alessandro Franchi di Verchiano).

In Dei n.ne amen. D. Laurentius Salvatus de Fulginio Architectus electus, et deputatus ad videndum, et iudicandum fabricae ampliationem eccl.ae Parochialis castri Verchiani factam a m.o Franc.o Catenaccio, et m. Blasio m.i Pauli de Civitatis Mediolani ciementariis seu muratoribus in civitate Fulginei conductoribus ipsius fabricae xpi' nomine invocato declaravit, et sententiavit, ut infra Che m.o franc.o, et m.o Biagio muratori di d. fabrica debbano perfettionare d.a fabrica in fare la fenestra sopra l'altare grande, o vero del Coro sopra all'arco, talmente che il suo diametro corrisponda al colmine del tetto quadro, come al presente si trova Che il massiccio del pedicino della volta, quale è dalla banda verso Spoleto sia alzato al paro dell'altri Che debbano mettere tavole nel vaco tra tetto, et tetto verso il palombaro Che debbano finire di coprire il resto del tetto della detta Chiesa, dove non sonno coppi Reliquum vero dictae fabricae declaravit esse .redactum ad perfettionem, p. expostulabans Et ita declaravit coram Antonio Ricchio Plebano, et Lud.o Gentilis et Ber.no Modesti Santesibus ipsius ecc.ae, nec non Bart.o Jo. Baptae, et me Not.o electis Universitatis supra d.m fabricam, nec non Virgilio Ber.ni Sjndico, et Gasparre q.Innocentii, et d.o Ber.no Massariis ipsius Universitatis audientibus una cum d.o m.o Francesco et m.o Blasio muratoribus.Lata, data, et promulgata fuit d.a sententia, seu declaratio per ... D. Laurentium Salvatum a d.ctis partibus electum pro tribunale sedente in qodam scanno ligneo im Archivio Verchiani, quod locum pro suo ..., et vero dico tribunali elegit, et deputavit, et scripsit, et vulgari ... per me Not.m Anno D.ni 1616 inditione decima quarta sedente Paulo quinto Summo Pontefice, Die vero undecima mensis 7bris. Presentibus ibidem Dom.o q. Augustini, et Iacobo Ugolini de Verchiano testibus.

 

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