Il Bello
Il Tempo
Il Caos |
Il bello
E’difficile esprimere un concetto universale di
bellezza,infatti,come dice il famoso proverbio: "Non è bello ciò che è
bello ma è bello ciò che piace". Il bello cioè diventa soggettivo…ciò
che per me può essere bello per un altro individuo può essere
disgustoso. D'altra parte, il proverbio può essere capovolto nel
seguente modo: "Non è bello ciò che piace ma è bello ciò che è
bello";così esso diventa più logico e oggettivo, ma comporta la
domanda: Come si possono stabilire dei canoni della bellezza validi per
tutti?e soprattutto Chi può farlo?Alcuni filosofi hanno provato a dare
delle risposte a questi interrogativi formulando il proprio pensiero.
Kant nella critica del giudizio,esprime la sua idea di bello.
Il vero bello,è per Immanuel,il Bello libero,dal momento che esiste
anche il Bello aderente;esso è disinteressato,cioè fine a se stesso e
senza utilità..(un esempio può essere la contemplazione di un paesaggio
particolarmente suggestivo). Il sentimento del bello nasce dall’armonia
che si crea tra immaginazione produttiva(fantasia) e l’intelletto,esso è
comunicabile e universale e gli artisti che creano il Bello sono al di
sopra della massa.. degli individui geniali. Il bello è la soddisfazione
del bisogno di appagamento.
Kant conclude affermando che la bellezza non è qualcosa che appartiene
all’oggetto, ma che noi attribuiamo ad esso:La bellezza quindi dipende
dal SOGGETTO e non dall’OGGETTO(rivoluzione copernicana estetica).
Per Platone il bello è ciò che si presenta alla vista e alla mente in
proporzione e armonia, ordine e misura, in modo che la varietà degli
elementi si disponga in gradi e si componga in un tutto plasmato e
ordinato dalla vita dello spirito, il quale, liberandosi gradatamente da
tutto ciò che è corporeo e sensibile, può essere tratto verso il bello
in sé, verso l'idea del bello, eterna, perfetta, immortale. L'arte
dell'uomo non è altro che un' imitazione della natura, che a sua volta è
un'imitazione dell'idea, quindi un'imitazione dell'imitazione, non
un'espressione diretta del bello.
Similmente per Aristotele, gli elementi del bello sono: l'ordine, la
proporzione, il limite; la fonte del bello è nel senso innato del ritmo
e dell'armonia(la simmetria) e nell'istinto d'imitazione, raffinato da
due facoltà: vedere le cose con chiarezza e rappresentarsele con
perfetta obbiettività.
Diversamente da Platone e Aristotele Plotino non definisce l’arte come
imitazione, ma così come Kant, come creazione dell’intelligenza;per il
filosofo infatti, il bello non risiede nella simmetria, bensì è ciò che
risplende nella simmetria; una statua è bella per la forma che l'arte vi
ha introdotto. Il bello è l'intuizione dell'artista, il suo genio che
crea l'unità fra le parti molteplici d'un oggetto.
COLLEGAMENTI CON ALTRE MATERIE:
Arte:
- analisi dell’opera “Amore e Psiche”di Antonio Canova;
-opere degli esteti…Dante Gabriel Rossetti;
Letteratura italiana:
- “Il piacere”di D’Annunzio;
Letteratura inglese:
“The aesthetic movement”;
“The picture of Dorian Gray” by Oscar Wilde
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Il tempo
Che cos'è il tempo? Questa è una domanda a cui fin dall’antichità si è
cercato di rispondere;interrogato sull’argomento Sant’ Agostino
rispondeva: "Se non me lo chiedi lo so; ma se invece mi chiedi che cosa
sia il tempo, non so rispondere".
Spesso,infatti, siamo convinti di conoscere a fondo un concetto e di
saperlo definire,fino a quando non ci viene chiesto di darne una
definizione e ci accorgiamo che in realtà non siamo in grado di farlo.
Agostino si poneva il seguente problema: Dio ha creato il mondo; e con
il mondo ha creato il tempo; ma, allora, c'è un tempo in cui Dio ha
creato il mondo: infatti il mondo "prima" della sua creazione non c'era,
mentre "dopo" c'è. Dunque, il tempo precede la creazione del tempo?
Kant nella “Critica della Ragion pura” definisce il tempo, insieme allo
spazio,come intuizione pura a priori della conoscenza sensibile,cioè
l’unica forma innata attraverso cui arriviamo a conoscere la realtà. Il
fatto di percepire spazio-temporalmente può rappresentare un limite per
l’Uomo,tuttavia proprio esso è il fondamento della scienza umana.
Nel IV libro della Fisica,Aristotele tratta il problema del tempo
rifiutando l’ipotesi secondo cui il tempo non esiste, dato che è
composto di passato e di futuro, di cui l'uno non esiste più quando
l'altro non esiste ancora. Il tempo, dice, è moto che ammette una
numerazione. Inoltre si chiede se il tempo potrebbe esistere senza
l'anima, dato che non ci può essere nulla da contare se non c'è nessuno
che conta, e il tempo implica la numerazione. Egli ipotizza il tempo
come un determinato numero di ore, di giorni e di anni. Le cose che non
sono nel tempo sono definite da lui eterne. Non ci può essere tempo
senza movimento, e tutti ammettono che il tempo non è stato creato da
nessuno: è innato nell’uomo e nelle cose che lo circondano. I seguaci
cristiani di Aristotele furono obbligati a dissentire sulla questione,
giacché la Bibbia ci dice che l'universo ebbe un inizio.
(Fisica, IV libro)
Pertanto il tempo non è movimento, ma il movimento lo possiede in quanto
misura. Eccone la prova: giudichiamo il più e il meno col numero, un
movimento sarà maggiore e minore col tempo. Il tempo è, pertanto, un
certo numero. E poiché il numero è in due sensi (infatti chiamiamo
numero sia ciò che viene numerato, sia ciò che è numerabile, sia ciò con
cui numeriamo), il tempo è ciò che è numerato e non ciò con cui
misuriamo.
E come il movimento è di volta in volta sempre diverso, così anche il
tempo [..]
Inoltre alcuni altri filosofi che si occupano della questione tempo sono
Bergson e Heidegger.
COLLEGAMENTI
CON LE ALTRE MATERIE:
Fisica:
- Galileo, Newton, Einstein con la Teoria della Relatività.
Astronomia:
- Giorno sidereo e solare, la Teoria del Big Bang, descrizione delle
pulsar
Storia dell’arte:
- Salvador D’Alì commento dell’opera “La persistenza della memoria”,
Monet: unicità degli istanti per gli impressionisti, Futuristi:
l’influenza di
Bergson.
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Il caos
Nella scienza classica, il caos era
per definizione ,assenza di ordine. Oggi è considerato una
dimensione retta da leggi non definibili, infatti, il concetto di
disordine è inteso come complessità.
La teoria del caos è nata quando la scienza classica non aveva più mezzi
per spiegare gli aspetti irregolari e incostanti della natura; è
innanzitutto una teoria scientifica, nata su sperimentazioni fisiche,
biologiche, matematiche, socio-economiche, che ha cambiato l'aspetto del
mondo e che in un secondo tempo è stata sintetizzata nelle arti
espressive, facendo la sua apparizione nello studio di fenomeni
meteorologici.
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