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PLAY-OUT RITORNO

UNA PARTITA FARSESCA

Noi avremmo voluto giocarcela sul campo, ma si sapeva che di calcio ne avremmo visto poco a Cava. Forse potremo sembrare faziosi, campanilisti e un po’ discriminatori. Di certo dopo gli episodi violenti che hanno preceduto la sfida decisiva dei play-out la fama dei campi salernitani e napoletani si rafforza. Sono e rimangono città incivili e inospitali. Incapaci di intendere e di volere un giusto confronto sportivo.

A Nardò, tifosi, società e giocatori cavesi sono stati trattati con tutti i riguardi possibili. Non c’erano precedenti ostili né tra le società, né tra i tifosi. Allora perché questa gente è ricorsa, sin dalla partita d’andata, al tentativo reiterato di corruzione, alle minacce sistematiche e all’aggressione violenta? Questione di DNA e di una sottocultura della prevaricazione sistematica non solo sportiva ma anche sociale. Meglio parlare di calcio. Se possibile.

LA PARTITA

Per dovere di cronaca riportiamo le azioni salienti dellla partita. Se così possiamo chiamarla. Il Nardò si presenta privo degli infortunati Panesi e Gentili. Più una serie di assenze “diplomatiche”. Restano a casa Passalacqua e Cichella (minacciati), Russo e Vives (scelte tecniche). Rogazzo ferito al ginocchio dai tifosi cavesi, rimedia una prognosi di 8 giorni. Gli unici attaccanti abili e arruolati sono due ragazzini: Presicce e Taurino.

Maestripieri ha gli uomini contati. Schiera i resti per giocarsi l’ultima stilla di credibilità. A Cava invece va in onda il salvezza-day. 7000 “sportivi” gremiscono gli spalti del “Lamberti”. Aggressioni, minacce, violenza? Normale amministrazione. Del resto ricordiamo come è salita la Cavese in C2.

All’ultima giornata non permisero alla squadra del Terzigno di scendere in campo. Il pullmann fu bersagliato da una violenta sassaiola, costringendo la comitiva ospite a ritirarsi. Cosa fece la giustizia sportiva? Partita vinta alla Cavese. Chiaro presidente Papadia? Chiudiamo l’ennesima parentesi del fair-play.

La Cavese schiera Vadacca al fianco del bomber dei bomber (scoppiati) Galli. I risultati danno ragione al mister campano Belotti. L’ex tricasino sembra proprio in forma. Al 20’ riesce ad infiltrarsi in area e batte Negro. Gran festa sugli spalti cavesi, mentre i tifosi neretini (rimasti a casa) condiscono il boccone indigesto assistendo in tv al gol di Contaldo nello spareggio di Taranto (grazie Telerama! Ve possino…). Il Nardò cerca di tenere il campo, ma di reazione neanche a parlarne.

Nel s.t. i granata ci mettono l’orgoglio. Prima Catelli colpisce la traversa, poi Esposito sfiora il gol con un tiro da fuori. Niente da fare la partita non si riapre. Il Nardò si disunisce e nel finale la Cavese colpisce in contropiede. Righi all’85’ approfitta di un errato controllo di Berardi e segna il due a zero. Finisce la partita. Finisce l’avventura del Toro in serie C. Papadia ricorre alle carte bollate. L’ultima illusione di una stagione disgraziata.

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