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Racconto

Festa di Fidanzamento

Antônio Maragno Lacerda*


     Il Sebastien è molto cambiato. È invecchiato molti anni in poche settimane ed ha un tic nervoso. Contrae costantemente i lati delle labbra. È molto diverso da quello che ho conosciuto anni addietro, ai tempi della scuola. Frequentavamo la stessa classe, e lui si distaccava per l'amore esagerato che nutriva per gli studi. Si differenziava dagli altri per una educazione conquistata. Figlio di operai, gente rustica e senza istruzione,  con molto sforzo riuscì ad elevarsi dall'ambiente in cui era nato.

Con molto sforzo seguì il cammino dello studio, della lettura. Il più difficile, mi disse, fu il riconoscere che ciò che i suoi genitori consideravano certo, era errato, i modi che essi usavano a tavola, ed in altre occasioni, non erano certo i migliori. Comprò un libro di buone maniere, e cominciò ad osservare il modo di agire delle persone civilizzate. Poi passò al perfezionamento del suo intelletto. Ebbe la fortuna di incontrare un buon frate, frate Nicodemo, che lo adottò, ma giammai volle inserirlo nella vita religiosa. In verità l'idea gli venne, ma si avvide che ogni tentativo sarebbe stato inutile, poichè Sebastien era troppo attratto da nuove esperienze per sentire il richiamo di una vita claustrale. Lo preparò pertanto per entrare nel collegio dove lo conobbi.

Era um "boulevardier" e passava benissimo per un ragazzo raffinato. Le donne si disputavano la sua compagnia, ed egli frequentava costantemente feste, balli e ricevimenti.
Non era bello. Però il candore, il brillare estremamente intelligente dei suoi occhi, lo rendevano gradevole a qualsiasi persona. Inoltre le donne ne erano attratte, soprattutto quando si accorgevano che Sebastien era vergine.
Vergine di corpo e anima. Nonostante conoscesse perfettamente le possibilità dei piaceri del corpo, sembrava conservarsi per qualche donna determinata, speciale. Confidente di molte di loro e di molti amici, giammai fu indiscreto. Era riservato.

È per questo che rimasi sorpreso, quando mi procurò quel pomeriggio:
- Sono fidanzato! - dichiarò. 
- Ah!
- Ho incontrato quella che cercavo. (E, per la prima volta, e forse l'ultima della sua vita, si sfogò).


- È bella. Tu devi vedere che candore, che cultura. È bionda, non è molto bella è vero, ma ciò che conta sta dentro di lei, e non conosco nessuno che abbia l'anima tanto pura quanto la sua. Come è comprensiva! Dal primo istante ho avuto l'impressione di conoscerla da molto tempo. È la mia anima gemella.
- Sei diventato matto !
- Non scherzare, Michel. È una cosa seria. Domani ci sarà la festa del nostro fidanzamento. Lei abita a Parigi ed anche se la nostra relazione è iniziata da poco tempo, i genitori hanno acconsentito ed hanno fissato la data di domani per la festa di fidanzamento.
Michel sono innamorato.
- Felicità. Desiderai facendo spallucce.
Il giorno dopo Sebastien, dopo essersi vestito con cura, e dopo aver dato un'altra occhiata al libro delle buone maniere (che era la sua bibbia) facendo le prove, como se stesse a tavola, mi strinse la mano. Partì.
Il Sebastien che incontro adesso è molto diverso da quello che ho visto due settimane fa. Dove è stato in questo frattempo, non lo so. Alla pensione nessuno sa informarmi, e siccome lui non ha alcun parente, non sono riuscito a sapere cosa è successo alla festa di fidanzamento. Ho pensato che, senza volere, abbia commesso qualche gaffe e, per la vergogna, abbia dovuto cancellare la visita. Poi, con molta insistenza, sono riuscito a strappargli tutta la storia di quella festa.

Fu ricevuto molto bene e la sua richiesta di fidanzamento fu accettata. Conversò a lungo con i genitori della ragazza nel salotto, mentre stavano preparando la cena.
Dopo cena, il padre della ragazza eccese un sigaro e sedettero di nuovo per conversare. Nel frattempo l'orologio alla parete tichettava. La notte divenne più scura. Piovve.

- Definitivamente, mio caro Sebastien - disse il padre della fidanzata - lei non potrà uscire con questo tempo. Dovrà restare.
- Ma...
- Non c'è nessun ma. Lei pernotterà nella stanza di mio figlio che si trova in viaggio. Può usare il suo pigiama. Penso che servirà.

Di fronte a quell'ordine, Sebastien non ebbe alternativa. Ma quella situazione non era prevista nel libro della buone maniere. Come avrebbe dovuto agire?

 
Pensò fosse conveniente coricarsi il più presto possibile. Chiese il permesso e si ritirò nella sua stanza.
Dormì profondamente. Si svegliò di soprassalto alle prime luci dell'alba. Avvertiva dolori allo stomaco. Ricordò con una smorfia tutto ciò che aveva mangiato la sera prima. Si era rimpinzato. Porco, gallina, insalata condita con olio importato, pasta asciutta, vino, dolci - ed il tutto già era stato digerito. Erano i residui di quella mangiata che davano un nodo al suo intestino. Era necessario andare in banho con urgenza.

Ma dove era il bagno? 
E se il padre della ragazza lo vedesse girovagando, all'alba, per la casa? Avrebbe potuto pensare che era sonnambulo, o che stava uscendo dalla stanza della figlia. Con i denti stretti maledisse l'autore del libro delle buone maniere che non prevedeva quella situazione. Decise che in nessun modo avrebbe cercato il bagno. Farebbe molto rumore - la serratura farebbe chiasso, la porta cigolerebbe, e il rumore dello sciacquone sembrerebbe un tiro di cannone all'alba. Doveva risolvere il problema li stesso - dentro la stanza. Guardò sotto il letto. Sospirò di sollievo. Incontrò un orinale. Era la salvezza. Pochi momenti dopo i colori erano tornati al loro normale.

Ma non riuscì a prendere sonno. Adesso aveva un altro problema che non era previsto nel libro delle buone maniere. 
Cosa fare di quell'orinale? 
Cosa fare con tutto quell'escremento?

Disteso sul letto girò lo sguardo verso la luce che entrava dalla finestra. D'improvviso gli venne un'idea. La finestra! Corse ad aprirla, ma l'alzata inferiore era inchiodata al telaio. Con molto sforzo riuscì ad aprire quella superiore. Guardò dall'apertura. La finestra dava esattamente su di un terreno incolto. Era la salvezza.
Prese il vaso per il manico, mirò con molta cura all'apertura della finestra e lanciò. Ma usò molta forza. Quasi tutto l'escremento si appicicò rumorosamente alle pareti ed al tetto della stanza. Sebastien, terrorizzato, singhiozzando, infilò i pantaloni, vestì la camicia, saltò dalla finestra e sparì.

(PARIS - 1.969) Clichy

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