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Beniamino Dotolo è un artista eclanese, che ha per maestro listinto poetico, per scuola il naturalismo veristico della sua terra. E un autodidatta e come tale nella sua produzione si rivela fresco nella inventiva dei valori, spontaneo nei tocchi cromatici, abile sul piano tecnico. Non crea il paesaggio storico-sociale, ma lo interpreta a specchio della sua anima, ora con accenti di alto lirismo, ora con nostalgici richiami memoriali, ora con vaghe atmosfere di sogno. Il mondo pittorico, fatto di frondosi scorci collinari, di verdi lembi fluviali, di aie, spezzoni di vicoli e strade, di figure emblematiche della civiltà rurale e artigiana, pur vario e frammentario, si ricompone, al termine della lettura, in unità di testimonianza, in visione di sintesi in cui si coglie il battito elegiaco del cuore dellartista, che predilige il sapore crepuscolare con albe tenui, tramonti sfocati, notturni tristi, spesso cui e densi: il tutto è carezzato da una sottile malinconia per una storia di vita in declino, che il pennello segna e ferma sulla tela in palpiti e respiri. Pasquale Martiniello Grande successo dellartista irpino La civiltà contadina nelle tele di Dotolo MIRABELLA ECLANO - Notevole succeso di critica e di pubblico ha riscosso la personale che il pittore Beniamino Dotolo ha proposto da 15 al 20 settembre a Mirabella Eclano, in concomitanza con la tradizionale "festa del Carro". Questo interessante artista eclanese, dotato di una rilevante sensibilità ricettivo-riproduttiva, ha esposto numerosi oli con raffigurazioni di forte suggestione iconografica e dai colori pastosi ed intensi che, nonostante la sostanziale brillantezza dei toni, svarianti dal giallo al verde, dal nero al grigio, dal bleu allocra, sono apparsi particolarmente suggestivi e attraenti, specialmente in alcune tele ispirate alla realtà della sua terra natia o in alcune figure umane che gli sono rimaste impresse nella memoria. Se si dà solo un rapido sguardo alla vasta ed efficace produzione pittorica di Beniamino Dotolo ci si accorge, infatti, che è in possesso di una buona tavolozza, quasi sempre imperniata su tocchi cromatici delicati e decisi, dalle variazioni equilibrate e liricamente mimetiche. Ecco perchè nei suoi espressionistici paesaggi, taluni di spiccata bellezza, che interpreta a specchio della sua anima, ora con accento di alto lirismo, ora con nostalgici richiami memoriali, pare quasi sentire delle delicate toccate e fughe di una natura in continuo mutamento. Ed è questo soprattutto il motivo per cui, al di là della tecnica sciolta e della libertà inventiva emergenti dalle tele, si rimane colpiti dai soleggiati scorci collinari, dai cromatici campi fioriti, dalle limpide acque di ruscello, dai tristi notturni, dai tramonti sfocati, dalle tenui albe. Attratto dai ricordi di un mondo che va scomparendo, Dotolo si mostra un artista maturo imponendosi come uno dei più validi pittori irpini. Nonostante abbia iniziato a dipingere come autodidatta, ha acquisito una tecnica ben definita sia del disegno che del colore. I suoi spaccati di visione - davvero ottima la serie degli oli che mostrano angoli di osterie, artigiani nelle loro botteche, viottoli e ritratti di emblematici personaggi della civiltà contadina e artigiana - appaiono come riflessi di realtà in cui si coglie il battito nostalgico del cuore dellartista che attraverso il pennello segna e ferma sulla tela immagini semplici, palpitanti, commosse e partecipi, quasi a voler aprire una porta sul passato in contrapposizione alla drammaticità della realtà contemporanea e alle nostre inquietudini. I suoi "ritratti", semplici nei loro gesti quotidiani, che esaltano lespressione degli occhi, i gesti delle mani e lo schiudersi delle labbra che abbozzano un tenue sorriso, sono dipinti con genuina poesia, talvolta con una toccante e compartecipata tenereza. Sono opere quelle sposte alla mostra di Mirabella di efficace spessore realistico in cui il di dentro e fuori dei protagonisti rimane impresso sulle tele con autentica pulsione vitale. Questo modo di far pittura di Beniamino Dotolo, fedele ai propri sentimenti e alla realtà della terra irpina, è risultato gradito allattenzione del pubblico riscuotendo unanimi consensi. Del resto, nel corso della sua ascesa artistica, Dotolo ha raggiunto prestigiosi traguardi partecipando a numerose rassegne e collettive dove ha sempre riscosso significativi riconoscimenti. Beniamino Dotolo, operaio Fiat di Avellino, è un pittore autodidatta. Non ha avuto maestri, ma si è avvicinato da solo, con umiltà, ai grandi dellottocento e il suo preferito è Van Gogh. Attratto dai ricordi di un mondo che sta scomparendo, Dotolo dipinge paesaggi e scene di vita di paese: angoli di osterie, artigiani nelle loro botteghe, viottoli che non conoscono passi frettolosi, contadine dalle lunghe vesti sono i suoi soggetti preferiti. Ha partecipato a numerose rassegne e collettive, ed ha già allestito una serie di mostre personali. 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