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ITALIAN SOCIETY FOR PARANORMAL RESEARCH 

Villa Magnoni

 

Caso                     Località        Realizzazione  Pubblicazione

Villa Magnoni         Cona, FE           Maggio 2002        10/5/2002

              

     

    Introduzione

  Insieme all'ospedale di Aguscello, Villa Magnoni è uno dei posti più visitati dai ghost hunters nel ferrarese. La sua popolarità aumentò notevolmente quando, verso la fine degli anni Ottanta, dei ragazzi morirono in un incidente scappando da quel posto. Erano entrati là dentro in cerca di forti emozioni; sentirono dei bambini gridare nel giardino e, quando uscirono, videro, invece dei bambini, una vecchia affacciata ad una delle finestre del primo piano che urlava a loro di andarsene. Impauriti i quattro scapparono e poco dopo ebbero un tragico incidente in cui tre di loro persero la vita. In seguito il comune, anche a causa delle attività illecite che si svolgevano al suo interno, fece murare tutte le finestre della villa, eccetto quella dove era stata vista quella vecchia. Alcuni affermarono che la finestra non poteva essere murata perché in quel punto il pavimento era crollato. Così facendo alimentarono le dicerie sul fatto che quella vecchia fosse in realtà uno spettro. Noi siamo entrati nella villa e abbiamo constatato che in quel punto non solo vi è ancora il pavimento, ma è anche una delle poche zone del primo piano in cui esso è ben solido, dal momento che lì poggia su un muro portante. Quindi se quella era veramente la finestra attraverso cui è stata vista la vecchia non vi sono ragioni di credere, almeno non per questo motivo, che si trattasse di uno spettro. Probabilmente questo strano incidente e la successiva muratura di quasi tutte le finestre hanno conferito a questa villa la reputazione di una casa maledetta. Di certo l'aspetto di Villa Magnoni è abbastanza sinistro; soprattutto il parco che la circonda ha acquisito dopo anni di abbandono un'apparenza scura e selvaggia. In tutti i piccoli paesi di campagna c'è un luogo abbandonato e tetro sul quale circolano strane leggende. Una villa nobiliare ormai pericolante circondata da un simile parco è certamente un posto perfetto. L'incidente che l'ha resa celebre ha poi consolidato la reputazione di Villa Magnoni, trasformando quella che era probabilmente solo una leggenda locale in una tappa obbligata per ogni ghost hunter. Dopo le indagini effettuate non ci sentiamo certo di confermare questa reputazione, ma anzi siamo certi che si tratti, per i suddetti motivi, soltanto di una leggenda.

Andrea

    Stato degli edifici

  Questa casa, è un complesso padronale composto da villa, giardino, stalle ed una ghiacciaia scavata nel terreno. Sui muri vi sono scritte che segnalano che tutti gli edifici sono pericolanti. La villa ha tre piani, comprese le cantine. Si possono ancora apprezzare, sia all'esterno che all'interno, le sue ricercate e raffinate decorazioni. In alcune stanze sono ancora presenti affreschi su muri e soffitti. All'esterno si notano sulla facciata lapidi con iscrizioni che riportano dei proverbi latini. Lo stato generale dell'edificio non è poi così disastroso. Le scale d'accesso, il pianterreno, le cantine, le scale interne e il tetto sono perfettamente conservati. Il problema è il primo piano, dove il pavimento è in parte crollato e in pare pericolante. Solo nella zona centrale, che poggia su un solido muro portante, il pavimento è completamente sicuro. Peraltro la finestra non murata si trova proprio in questa zona e pertanto non si comprende perché sia stata lasciata aperta. Dall'ultima stanza del primo piano, raggiungibile attraverso un'asse di legno stesa su uno squarcio nel pavimento, si può raggiungere per mezzo di una scala di legno una piccola soffitta. Come sempre in questi casi, è triste che l'unica casa interessante dal punto di vista architettonico di questa zona versi in queste condizioni.

Matteo

    Indagini

L'indagine è stata svolta dal team investigativo tra l'8 e il 9 Maggio. Siamo arrivati sul posto mercoledì, alle sei del pomeriggio. Dopo una prima ispezione del giardino e degli edifici abbiamo portato l'attrezzatura all'interno della casa. Entrarvi non è certo un problema, grazie al buco aperto in una porta murata proprio in mezzo alla facciata. Dal buco si accede alla sala principale. E' la stanza più bella della casa, con affreschi e decorazioni su muri e soffitti. Attraverso la porta di sinistra si accede alla scalinata che porta sia in cantina che al primo piano. Le altre due porte comunicano invece con le altre stanze del pianterreno. Purtroppo l'illuminazione dei due piani inferiori è piuttosto scarsa. Tutte le porte e le finestre, infatti, sono state murate. Le cantine, costituite da un piano seminterrato, sembrano in buone condizioni, anche se occorre prestare attenzione ai buchi nel pavimento. Arrivando al primo piano, si nota immediatamente, sulla sinistra, la celebre "finestra della vecchia", anche perché, essendo l'unica ancora aperta, illumina le scale e buona parte del primo piano. Avvicinandosi ai muri perimetrali, dove il tetto si abbassa, le condizioni del pavimento peggiorano sempre di più e non sembra che questo possa reggere il peso di una persona. Proseguendo lungo il corridoio centrale si arriva all'ultima stanza, alla quale si può accedere da un asse che copre un buco nel pavimento. Da qui si può raggiungere anche un piccolo sottotetto. Finita l'esplorazione preliminare abbiamo tolto le apparecchiature dagli imballaggi e abbiamo iniziato i rilevamenti. Sono presenti in tutta la casa dei campi elettrici di bassa intensità (circa 7 volt/m3), che quindi non costituiscono una prova di attività paranormale. La ionizzazione e la temperatura erano normali e anche con gli altri strumenti non abbiamo trovato nulla. Quindi abbiamo piazzato dei registratori e dei sensori di movimento vicino alla finestra non murata: se fosse successo qualcosa in quel punto, ce ne saremmo subito accorti. In ogni caso per tutta la durata della missione quella zona è stata quasi sempre controllata da un componente della squadra. Mentre finivamo i rilevamenti, Liam ha scattato fotografie alla villa, al giardino e agli altri edifici. Abbiamo lasciato anche una macchina fotografica ed una telecamera pronta a registrare al primo piano. Prima delle nove avevamo finito i rilevamenti e le fotografie. Così abbiamo cenato nel pianterreno della villa, dove avevamo stabilito il campo base, e ci siamo divisi i compiti per la notte. Alle due avremmo avuto la riunione di metà notte per fare il punto sulla situazione e poi sarebbe iniziato il secondo turno di guardia fino alle sette. Io mi dovevo occupare del primo piano e del sottotetto, Andrea del pianterreno, Liam delle cantine e Matteo dell'esterno. Dopo il consueto caffè, ognuno ha raggiunto la propria posizione. La notte è stata lunga e noiosa; nella villa non è successo nulla. Così alla riunione delle due non avevamo molto da dirci. Andrea aveva sentito però degli strani rumori provenienti dal giardino sul retro della casa, probabilmente si trattava di qualche animale. Comunque abbiamo deciso di mandare anche Liam a sorvegliare l'esterno. Alle tre e mezza abbiamo ricevuto sulla radio una chiamata di Andrea. Diceva che aveva avuto l'impressione che ci fosse qualcuno nel parco e che era corso a vedere. Liam si è precipitato là, ma non ha trovato subito Andrea. Anch'io sono uscito immediatamente per aiutarli; all'interno è rimasto solo Matteo. Ho trovato subito Liam e insieme ci siamo messi a cercare Andrea. Per radio ci diceva che stava correndo dietro a qualcosa che fuggiva nel parco, allontanandosi sempre più dalla casa. Così siamo andati in quella direzione e dopo qualche minuto abbiamo trovato il nostro compagno. Ormai aveva perso le tracce della sua preda, che, con ogni probabilità, era soltanto un animale. Andrea era molto stanco e così ha preso il mio posto al primo piano della villa. Anche Liam è tornato nel giardino intorno alla casa, mentre io sono rimasto per circa un ora nel parco per assicurarmi che non ci fosse più niente di strano. Intanto nella casa non era successo assolutamente niente. Verso le cinque sono tornato nella villa per compiere una seconda serie di rilevamenti elettromagnetici, ma i risultati sono stati deludenti come i primi. Ormai erano già le sei e un quarto; Liam ci ha raggiunto al campo base e abbiamo fatto colazione tutti insieme. Quindi abbiamo cominciato a mettere nelle borse i sensori, i registratori e il resto della strumentazione. Alle sette, come previsto, abbiamo terminato la spedizione. Siamo rimasti in silenzio attraversando il vasto giardino di Villa Magnoni per arrivare alle auto; eravamo stanchi, infreddoliti e delusi, ma, tutto sommato, sapevamo che quella missione si sarebbe conclusa così.

Manuel 

             

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