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Sacramento del Battesimo

 

Battesimi 
Ogni II e IV Domenica del mese ore 16:00
Incontro di preparazione per i genitori e i padrini: il sabato precedente ore 19:00 

 

Il Battesimo

ANALISI DELLA SITUAZIONE E PROBLEMI PASTORALI

 

Motivi per richiedere il battesimo dei bambini

Fino ad oggi il battesimo dei neonati e dei bambini è stata la scelta abituale della Chiesa.

I genitori cristiani si comportano in diversi modi di fronte a questa scelta. Si possono osservare almeno quattro atteggiamenti:

• La maggior parte dei genitori fa ancora battezzare i bambini " per tradizione "; loro stessi sono stati battezzati: questo avvenimento fa parte della loro vita.

Possono poi avere importanza anche altri motivi, più o meno consapevoli, quali: il battesimo visto come celebrazione della nascita e festa della famiglia; come preghiera elevata a Dio, affinché benedica e protegga il bambino; in seguito il bambino dovrà sapere chi è e qual’è il suo posto; dovrà diventare una persona per bene; non dovrà avere svantaggi nella vita (per esempio alla scuola materna, alle scuole successive o anche in caso di matrimonio religioso).

• Per un numero crescente di genitori (anche se per ora sono ancora in pochi) questa " tradizione." non costituisce più un motivo sufficiente per far battezzare i figli. Nelle grandi città, e non solo in esse, sono in diminuzione i genitori cristiani disposti ad accettare il battesimo per i loro figli. Non si schierano intenzionalmente contro il battesimo, però non si sentono spinti a far battezzare i figli. Nel corso della loro vita hanno esperimentato che nella nostra società si può vivere abbastanza bene anche senza battesimo e senza Chiesa. Questa esperienza sta diventando possibile in una maniera sempre più ovvia. Tanto più che se questi genitori prendono in considerazione come vive la maggior parte di coloro che sono stati battezzati, difficilmente possono rilevare differenze tra il loro modo di vivere e quello che, rispetto alla Chiesa, hanno tutte le altre persone.

• A quest'ultimo gruppo si contrappone un numero altrettanto crescente di genitori cristiani, che proprio di fronte alla scristianizzazione della vita quotidiana fanno battezzare di proposito i loro figli e considerano questo fatto l'inizio di un'educazione cristiana responsabile. Vogliono donare ai figli un sostegno nella fede ed un orientamento di vita fondato su Gesù Cristo presente nella sua Chiesa; orientamento che per loro stessi è molto importante. E’ una scelta cosciente: comunicare e fornire alla loro creatura tutto quanto considerano prezioso e buono; e quindi anche la vita di fede.

• Ci sono infine genitori che sono convinti della propria esperienza di vita cristiana, ma che d'altra parte ritengono di non dover imporre questa esperienza di vita ai figli ancora minorenni, e neppure di poterli esimere dalla responsabilità di una scelta. Questi genitori vorrebbero che i figli facessero da soli questa scelta. Per questo motivo rifiutano il battesimo dei bambini e sperano che i loro figli, in età più adulta, decidano personalmente e responsabilmente di accostarsi al battesimo, se avranno trovato la via che porta alla fede in Gesù Cristo.

 

La prassi pastorale attuale

 

Secondo il teologo Hans Urs von Balthasar il battesimo dei bambini, nel modo in cui fu gradualmente accettato da tutta la Chiesa, già a partire dalla fine del Il secolo, deve essere considerato come uno degli eventi più ricchi di conseguenze della storia della Chiesa, non inferiore come importanza alla cosiddetta svolta costantiniana.

Esso portò, in modo si può dire inevitabile, al passaggio dalla Chiesa-comunità, alla quale si aderiva personalmente in modo consapevole e responsabile, alla Chiesa-popolo, di cui si era membri dalla nascita. La scelta di battezzare i bambini non sollevò problemi fintantoché nel nostro paese essere cittadini dello Stato e membri della Chiesa fu considerata la stessa cosa.

Un bambino dopo la nascita veniva accolto tanto nella comunità " naturale " della famiglia e del popolo, quanto in quella " soprannaturale " della Chiesa. E il battesimo era inteso in modo analogo. Il rapporto tra fede personale e battesimo (come sacramento dell'inserimento nella Chiesa) era considerato problema meno importante del concetto che si aveva invece del battesimo visto come segno che cancella il peccato originale.

Soltanto quando lo Stato e la Chiesa cessarono di essere, nella mentalità corrente, la stessa cosa, e i credenti si trovarono sempre più a vivere responsabilmente la loro fede immersi tra tutti gli altri (la cosiddetta condizione di diaspora), soltanto allora la fede personale fu nuovamente considerata presupposto indispensabile per il battesimo.

Per questa ragione diventa nuovamente importante e fa problema il battesimo dei bambini.

1. A favore e contro il battesimo dei bambini

Il problema può forse essere chiarito da alcune argomentazioni a favore e contro il battesimo dei bambini:

Contro il battesimo dei bambini

• Ai genitori non è lecito imporre un'ideologia ai propri figli minorenni. Col battesimo i genitori imporrebbero la loro volontà a persone incapaci di decidere.

• Il battesimo presuppone la fede personale, che non può esserci nei bambini.

• Il battesimo dei bambini rende stabile il sistema della Chiesa-popolo e favorisce addirittura l'aumento del numero di membri della Chiesa battezzati, ma futuri non credenti.

A favore del battesimo dei bambini

• L'educazione impartita dai genitori non può essere senza presupposti. I genitori cercano di trasmettere ai propri figli ciò che per loro è stato utile e prezioso nella vita, per dei genitori cristiani quindi anche la fede e l'appartenenza alla Chiesa.

• Malgrado ogni presupposto, l'accettazione di Dio celebrata nel battesimo rimane un dono gratuito. Questo chinarsi premuroso di Dio sull'uomo può essere espresso efficacemente con un segno nel battesimo del bambino non ancora responsabile delle proprie scelte.

• Il battesimo di un bambino non deve essere considerato un avvenimento a sé stante. Compito dei genitori cristiani e della comunità è anche quello di assumersi la responsabilità di avviare il giovane ad una scelta personale di fede (cfr. a questo riguardo anche il significato della cresima).

2. Ciò che è richiesto ai genitori e alla comunità

Proprio in considerazione delle attuali condizioni sociali in cui si trova a vivere il credente, assume particolare importanza l'avviamento a una scelta personale di fede.

Anche il battesimo dei bambini è oggi da considerare in questa prospettiva globale. Un confronto tra la liturgia battesimale che era in uso prima del Concilio Vaticano II e quella attualmente in vigore può dimostrare in che modo la pastorale cerca di adeguarsi alle mutate condizioni di vita in cui oggi i bambini ricevono il battesimo.

Colui che riceve il battesimo

Una volta era di primaria importanza il battesimo di un solo bambino, mentre quello di più bambini veniva in subordine. Oggi è esattamente il contrario e si cerca di favorire e privilegiare il battesimo di più bambini insieme.

Responsabilità dei genitori

Nel nuovo rito del battesimo i genitori e i padrini non si limitano a rispondere al posto dei bambino, ma devono anche esprimersi sulla loro fede personale e sulla loro disponibilità ad educare cristianamente il bambino.
Il bambino viene battezzato, ma viene battezzato come figlio di questi genitori. Egli riceve il sacramento allo stesso modo in cui vive: in dipendenza dai suoi genitori; è accolto nella vita di fede dei suoi genitori.
D'altra parte anche la vita di fede dei genitori assume una dimensione nuova, che appare con chiarezza soprattutto in occasione del battesimo del primo figlio. La fede personale, o magari anche la fede vissuta nella comunione del matrimonio, diventa una fede da genitori. Il, battesimo significa anche la celebrazione solenne di questo essere genitori cristiani. I genitori manifestano la loro disponibilità ad educare nella fede soprattutto nell'atto in cui cercano di rendere tangibili l'amore e la dedizione di Dio nella loro stessa dedizione per i figli (cfr. il segno di croce tracciato dai genitori sulla fronte del bambino).
La stessa cosa si può dire per i padrini, seppure in modo meno coinvolgente. Molti genitori devono ancora acquistare piena consapevolezza di questa responsabilità, ma anche della possibilità di educazione cristiana che essa offre.
Per questo motivo prima del battesimo è bene avere un colloquio con i genitori. Questo colloquio ha luogo con la singola coppia oppure con una cerchia più ampia di genitori, i cui figli saranno battezzati insieme. Il significato di tali colloqui è notevole, perché la presa di coscienza che ne deriva costituirà anche in futuro il presupposto fondamentale e necessario per la prassi del battesimo dei bambini.

 

Responsabilità della comunità

Accanto alla famiglia, è la comunità l'ambito in cui la fede è espressamente vissuta e in cui può crescere. Nel rito del battesimo si dice che la comunità accoglie con gioia il bambino nel segno della croce. In questo modo la comunità si impegna anche ad offrire ai bambini una possibilità di sperimentare l'amore e la dedizione di Dio, e collaborare così all'educazione religiosa dei genitori, integrandola in misura sempre maggiore man mano che aumenta la responsabilità personale del bambino.
Questa disponibilità della comunità può essere manifestata in modo emblematico nel battesimo, specialmente se la celebrazione di questo sacramento è vista realmente come liturgia comunitaria.
Anche il battesimo di più bambini può dimostrare che tale sacramento non è una questione privata riguardante una sola famiglia cristiana, ma che la fede dei genitori e della famiglia può essere vissuta soltanto nella comunione dei credenti, tra il popolo di Dio e nella comunità del posto.

 

Ragazzi e adulti che chiedono il battesimo

Il battesimo dei bambini è ancora la norma, ma nel frattempo sta diventando pressante anche il problema del battesimo di bambini già cresciuti e di adulti.

In Italia le cifre al riguardo sono ancora relativamente basse, considerate nell'insieme. Tuttavia nelle parrocchie cittadine appare crescente il fenomeno di ragazzi e adulti ancora non battezzati, che in occasione dell'ingresso a scuola, della prima comunione o anche del matrimonio religioso chiedono di essere battezzati e di essere accolti nella Chiesa.

I motivi di questa richiesta sono molto vari. Molte volte essa mette in grande difficoltà i responsabili della parrocchia. Come preparare i ragazzi o adulti al battesimo? Come celebrare questo battesimo?

In questi ultimi tempi si è avviata una significativa evoluzione sia dal punto di vista teologico, che da quello catechistico e liturgico.

Dal punto di vista teologico si è riconosciuto chiaramente che il battesimo degli adulti deve essere considerato la forma vera e propria del sacramento, mentre il battesimo dei bambini non è che un caso limite. Il battesimo degli adulti rende evidente il fatto che la fede e la conversione devono precedere il battesimo.

Per quanto riguarda la catechesi, in continuità con quanto è avvenuto per lo sviluppo delle scelte pastorali e per la riflessione teologica, si è tenuto presente l'esortazione fatta dal Concilio Vaticano II a rinnovare il catecumenato, specialmente nelle terre di missione.

" Coloro che da Dio, tramite la Chiesa, hanno ricevuto la fede in Cristo, siano ammessi con cerimonie liturgiche al catecumenato. Questa non è una semplice esposizione di dogmi e di precetti, ma una formazione a tutta la vita cristiana ed un tirocinio debitamente esteso nel tempo, mediante i quali i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro.

Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica delle norme evangeliche, e mediante riti sacri, da celebrare in tempi successivi, siano introdotti nella vita della fede, della liturgia e della carità del popolo di Dio... Tale iniziativa cristiana durante il catecumenato, non deve essere soltanto opera dei catechisti o dei sacerdoti, ma di tutta la comunità dei fedeli, e soprattutto dei padrini, sicché i catecumení avvertono fin dall'inizio di appartenere al popolo di Dio " (Decreto dell'attività missionaria della Chiesa: Ad Gentes, n. 14).

Dal punto di vista liturgico si tenne conto di questa esortazione con il nuovo rito del battesimo degli adulti, di cui è disponibile l'edizione in lingua italiana.

Come conseguenza dell'evoluzione religiosa che si verifica anche in Italia, dovremo tener conto del fatto che un numero sempre crescente di figli di genitori cristiani non sarà più battezzato secondo la forma che fino ad oggi era considerata naturale. Una parte di essi chiederà di essere battezzata e accolta nella Chiesa in un tempo successivo.

Si tratta pertanto di prevedere dei precisi itinerari catecumenali che introducano in modo sempre più completo l'aspirante al battesimo nella comunità dei credenti.

Le singole tappe di questo cammino possono essere le seguenti:

• Prima tappa: periodo iniziale della fede (precatecumenato)

In questo periodo l'aspirante al battesimo deve avere tempo e occasione per prendere contatto con i singoli credenti, con gruppi nelle comunità e con la comunità stessa. Se vuol diventare cristiano, l'accoglienza nel catecumenato avrà luogo nell'ambito di una celebrazione liturgica.

• Seconda tappa: catecumenato

In questo periodo il catecumeno deve essere introdotto in un gruppo di credenti, i quali si prendono l'incarico a nome della comunità di iniziarlo alla fede della Chiesa. Nel dialogo con sacerdoti e catechisti a questo punto è essenziale il colloquio sulla fede con cristiani credenti. Normalmente questo catecumenato deve durare per almeno un anno. Insieme alla comunità catecumenale si riflette sul momento del battesimo. Uno dei membri del gruppo assume l'incarico di padrino, o anche tutto il gruppo, come ad esempio nel caso di giovani che hanno potuto fare questa esperienza in un gruppo giovanile.

• Terza tappa: celebrazione dell'inserimento nella Chiesa

Concluso il catecumenato l'aspirante, a sua richiesta, viene ammesso al battesimo nel corso di una celebrazione liturgica. Durante la quaresima deve poi aver luogo la preparazione più approfondita per ricevere il battesimo,la cresima e l'eucaristia.
In questo periodo è necessario che anche la comunità, tramite periodiche conversazioni, sia chiamata a riflettere sulla propria responsabilità in questo avvenimento, ed è anche necessario che essa esprima la propria corresponsabilità nei confronti dell'aspirante al battesimo partecipando alle celebrazioni liturgiche.

• Quarta tappa: vita del neobattezzato

Il neobattezzato deve continuare a vivere, se possibile, nella comunità che lo ha accompagnato fino ad ora nel suo cammino. Tali gruppi possono anche contribuire al rinnovamento della vita della parrocchia.
Le già notevoli esperienze fatte nel campo del rinnovamento del catecumenato in Francia offrono ampie indicazioni per capire in quali forme e a quali condizioni può riuscire tale azione di catechesi.
Nel caso citato è stata chiaramente determinante la realizzazione del catecumenato in piccoli gruppi, in comunità di battezzati nella quale l'aspirante al battesimo poteva vivere per lungo tempo e possibilmente in modo continuativo.
D'altra parte si è anche visto quanto sia difficile per i cristiani d'oggi dare a questi neobattezzati un posto preciso all'interno della comunità. Non di rado infatti gli adulti che hanno ricevuto il battesimo, con la loro fede e con il loro impegno, rappresentano una provocazione per le comunità già esistenti. Essi potrebbero perciò contribuire a rendere i membri della comunità disposti al dialogo con persone di opinioni diverse, o capaci di fare i conti con la propria fede.

Battezzati che non hanno una coscienza profonda della loro fede

Molti di quelli che sono stati battezzati da bambini non sono stati in grado di aderire alla fede in modo autentico. Ciò è vero specialmente per coloro che furono battezzati e crebbero in un ambiente cristiano tradizionale, costituito dalla casa paterna, dalla scuola e dal vicinato, ma che in seguito si sono trovati a vivere un'esistenza non più cristiana, vale a dire in condizioni di vita a cui non erano abituati. Molte di queste persone non hanno mai potuto giovarsi di un'esistenza di tipo catechistico, che le aiutasse a sviluppare la coscienza della propria fede; così esse non riescono a sopportare il peso e le difficoltà di una vita di fede in una situazione che per il credente si può definire di diaspora.

Due osservazioni possono confermare quanto detto.

1. Professione di fede

La frequenza alla messa domenicale come espressione di appartenenza alla comunità di fede è costantemente diminuita tra i credenti negli ultimi venti anni. Tale frequenza oggi in Italia corrisponde in media a circa il 35% di tutti i credenti battezzati e tenuti a soddisfare il precetto.

2. Vita

Rispetto a quelli che sono gli aspetti fondamentali della vita (matrimonio, famiglia, educazione, economia e politica) soltanto poche persone fanno ancora riferimento al vangelo. La maggior parte dei battezzati si è adattata al modo di vivere generale.

Cosi si pone il problema, per una pastorale catechistica, di come oggi con questi battezzati sia possibile percorrere il cammino della " conversione ", vale a dire dell'approfondimento della propria fede in rapporto incisivo e trasformante con la vita.

 

Rinnovamento del battesimo nella vita del singolo credente e della comunità

Il battesimo, pur essendo il sacramento che sta alla base della vita cristiana e della Chiesa, spesso non ha grande rilevanza per la vita delle singole persone e delle comunità.

Il più delle volte il battesimo è un avvenimento che interessa soltanto la famiglia e i parenti; gli altri, i membri della comunità, ne sono esclusi, a volte non sono neppure a conoscenza del fatto.

Attualmente è poco valorizzata la possibilità di richiamare alla memoria il battesimo la domenica, all'inizio della Messa, con il rito per l'aspersione dell'acqua benedetta, che sostituisce l'atto penitenziale.

Il giorno del battesimo del singolo credente,viene da lui festeggiato soltanto se coincide con il suo giorno onomastico.

Una rinnovazione consapevole delle proprie promesse battesimali ha luogo, tutt'al più, nel corso della liturgia della Veglia pasquale.

D'altra parte non si può dimenticare che per molti credenti un'autentica rinnovazione del battesimo si compie nella realtà della loro vita quotidiana, quando all'occorrenza si mettono a disposizione di qualcuno, quando infondono coraggio ai propri figli, quando compiono il primo passo per la riconciliazione, quando sanno veramente perdonare, quando accettano una malattia, quando sopportano un'ingiustizia, quando si impegnano perché sia fatta giustizia, quando si preoccupano perché i rapporti di vita e di lavoro diventano più umani, quando riconoscono la loro responsabilità nei confronti del Terzo Mondo.

Forse si dovrebbe porre l'attenzione più su questa specie di continua rinnovazione del battesimo che non sulla precedente, e forse di quando in quando sarebbe bene anche celebrarla con solennità.

IL SIGNIFICATO TEOLOGICO DEL BATTESIMO

La chiamata alla fede: conversione e rigenerazione

Nella società attuale il singolo individuo si vede sempre più abbandonato a sé stesso. Gli vengono offerte parecchie possibilità di scelta su cui basare la propria esistenza. Non di rado in tali occasioni la persona è colta da insicurezza e da angoscia, teme di " fallire " nella vita. In queste situazioni l'annuncio del Vangelo (Mc 16, 15-16) costituisce un pressante appello a fidarsi della promessa fatta da Dio: " Ci sono io a sostenerti! ". Questa attenzione rivolta da Dio all'uomo è legata alla garanzia che la vita riuscirà, se ci si fiderà di Lui.

Il battesimo è l'espressione visibile e tangibile di questa chiamata di Dio. Egli non pone condizioni preliminari e non esige prove di alcun genere. La risposta a questa sua chiamata consiste anzi soltanto nella disponibilità a credere che Egli ci sostiene, che possiamo impegnare la nostra vita con Lui.

Il battesimo è sacramento della fede in quanto è esperienza significante della chiamata di Dio e fiducia evidente nella Sua parola.

 

1. Rinuncia e conversione

Il rovescio della medaglia di questa fiducia è quindi la rinunzia ad altre possibilità e ad altre sicurezze di vita su cui eventualmente avessimo fatto affidamento finora: la rinunzia al potere spesso irresistibile degli " idoli muti " (1 Cor 12, 2), quali l'avidità di possedere, la ricerca di una sicurezza totale, l'esercizio egoistico del potere, la soddisfazione di bisogni non essenziali, l'indifferenza, ecc.,

Chi si fa battezzare rinunzia a queste forze per affidarsi alla forza liberatrice di Dio; nelle sue mani io posso essere veramente chi sono, e mi sento accettato e amato da lui. Nel battesimo è espressa anche questa conversione con la triplice rinunzia al male, e con la fiducia in Dio nel riconoscimento della sua Trinità.

 

2. Seconda nascita e rigenerazione

Ciò che avviene col battesimo, vale a dire la chiamata, l'abbandono fiducioso e la rinunzia a possibilità che orientano la vita in altro senso, può essere considerato in certo qual modo una nuova nascita, una nuova creazione.

Forse qualcuno si pone la stessa domanda che si è posto Nicodemo: " Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere? " Gesù rispose: " In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio " (Gv 3, 4-5).

Oggi noi sappiamo che l'uomo non entra in possesso di tutte le sue possibilità e capacità al momento della sua nascita biologica. Per ognuno di noi ci deve essere una seconda nascita, la cosiddetta " nascita sociale ". Con questo termine si definisce il processo, tramite il quale il singolo individuo impara un modo di vivere, che gli rende possibile organizzare in maniera adeguata la propria esistenza in una società umana dotata di propri valori e di proprie norme. Questa nascita sociale è di importanza fondamentale per la persona: essa soltanto offre all'individuo delle vere possibilità di vita.

D'altra parte gli ambienti sociali in cui oggi l'uomo può sviluppare le sue possibilità di vita sono molto diversi. Essi contribuiscono in misura più o meno grande alla riuscita di un'esistenza, diminuiscono o limitano di molto, tramite le loro gerarchie di valori, la possibilità di vita dell'uomo.

Diverso dalla " nascita sociale " è il battesimo, una nascita dal profondo della vita dell'uomo (simbolo dell’acqua) e dello spirito di Dio. In questo senso il battesimo non è paragonabile all’adesione ad un'associazione in cui si possano realizzare certi interessi della vita. Esso è piuttosto l'apertura e l'inizio di un modo di vivere comune a tutti gli uomini, un modo di vivere che è stato istituito da Dio nella creazione e che oggi è garantito dal suo Spirito.

Così il battesimo è anche l'inizio di un cammino di vita in cui il singolo individuo cresce sempre più nel popolo di Dio.

 

3. Comunione con Cristo e intelligenza dello Spirito

Nel battesimo Dio si mostra come colui che ci vuole introdurre in un rapporto d'amore con lui. In Gesù Cristo noi possiamo esperimentare in modo concreto chi vuole essere Dio per noi uomini, in che relazione sta con noi.

In Gesù Cristo conosciamo il modo di vivere di Dio, che elimina tutto ciò che separa l'uomo dagli altri uomini e da Dio. In questo tipo di vita non vale più la legge dell'occhio per occhio, dente per dente; qui gli uomini traggono la loro vita dallo Spirito di colui che dice di sé " Io e il Padre siamo una cosa sola " (Gv 10, 30).

Nel battesimo noi siamo introdotti in questa comunione di rapporti e di vita con Gesù Cristo e col Padre, e in tal modo ci liberiamo da tutti quei vincoli e quelle relazioni che sentiamo opprimenti e nel nostro intimo anche disumane, che non appartengono a questa forma di rapporto d'amore di Dio. Così Paolo può dire in effetti: " Se uno è in Cristo, è una creatura nuova " (2 Cor 5, 17).

Tramite il battesimo siamo introdotti in questo nuovo rapporto. Un rapporto d'amore, indistruttibile verso gli altri e imperituro. Gesù Cristo nella sua vita, fino alla dedizione totale di sé stesso nella sua morte, si rivela come colui che ama in questo modo. Per noi uomini ha accettato su di sé la morte e persino di fronte a questa ha respinto l'odio e la vendetta: " "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno"... E Gesù gridò a gran voce: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" " (Lc 23, 34.46).

 

4. Battesimo di Cristo

Cristo stesso chiama questa sua morte " il suo battesimo " (Mc 10, 38 e Lc 12,50).

Così Paolo può dire che noi tutti, che siamo battezzati in Cristo, " siamo stati battezzati nella sua morte. Dunque siamo stati sepolti con lui nella sua morte per mezzo del battesimo " (Rm 6, 3-4). Chi dunque col battesimo si impegna a questa dedizione d'amore, dovrà proseguire su questa strada dell'amore incondizionato e della disponibilità al perdono, anche se per essa dovrà sacrificare qualcosa di sé e della propria vita. E’ proprio questo modo di vivere che ci garantisce la pienezza dell'esistenza. Infatti quanto di noi stessi e della nostra esistenza abbiamo sacrificato per amore, magari fino a donare la vita, non andrà perduto. Perché " per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova " (Rm 6, 4).

Questa vita di amore indistruttibile, modellata su quella di Cristo, dà inizio per me e per gli altri a una nuova realtà.

 

5. Battesimo dello Spirito

Però come posso oggi avere un tale rapporto d'amore con Gesù Cristo, visto che anche nel battesimo non lo incontro che indirettamente? In che modo egli oggi ci viene incontro? A partire dalla risurrezione Cristo è presente in mezzo a noi come sorgente di un nuovo Spirito.

" "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo alito su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo" " (Gv 20,21-22). E questo Spirito, dice Paolo, è il Signore stesso (cfr. 2 Cor 3, 17). Oggi lo riconosciamo nella potenza dello Spirito che è emanato da lui. Ed è questa potenza dello Spirito che noi riceviamo nel battesimo. Essa ci rende capaci di un tale amore, malgrado ogni avversità. Essa però fa sì che noi siamo anche in grado di scoprire lo Spirito di Dio dovunque tale sublime rapporto di amore indistruttibile sia vissuto. Infatti lo Spirito di Dio non è limitato al sacramento del battesimo. Nel battesimo lo si esperimenta in modo effettivo, tuttavia esso è presente ovunque tra gli uomini sia vissuto un rapporto d'amore ispirato al modello di Cristo.

 

6. Liberazione dal peccato originale

In questa prospettiva può diventare comprensibile anche l'affermazione teologica secondo cui l'uomo, tramite il battesimo, è " liberato dal peccato originale ". Si tratta di quel " potere degli idoli muti " (1 Cor 12, 2) che agisce in ogni creatura, quando essa entra a far parte della storia dell'umanità. Questa storia, proprio in base alla libertà dell'uomo, è una storia del bene e anche del male. Tale ambivalenza pervade la vita di ogni singola persona.

A questa esperienza si riferisce Paolo, quando afferma: " Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio " (Rm 7, 19). La causa di ciò egli dice essere " il peccato che abita in me " (Rm 7, 17). Tramite la rigenerazione e la conversione nello Spirito Santo, quale è celebrata nel battesimo, l'uomo non è più abbandonato in balìa di questa ambivalenza, ma grazie alla forza dello Spirito Santo può imboccare il cammino verso una vita improntata all'esempio di Cristo.

 

7. Inserimento nella Chiesa

Mediante il battesimo entriamo a far parte dell'attuale comunione di vita di Gesù Cristo, la Chiesa. In essa, tempio vivente di Dio, costruito di pietre vive, ha dimora lo Spirito di Dio (1 Cor 3, 16). Ciò significa che col battesimo quel rapporto con gli altri membri della comunità, fatto secondo il modello di Cristo, è percepito in modo tangibile. Qui appare chiaramente la caratteristica originaria di ogni comunità e della Chiesa nel suo complesso, quando nel sacramento del battesimo ha luogo questa comunione di rapporti basata sull'amore cristiano. Tale comunione di rapporti dovrà poi essere continuamente rinnovata tramite lo Spirito.

Il battesimo non è un contatto diretto col Signore, è invece un contatto che si può sperimentare nella comunità della Chiesa. " Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito " ( 1 Cor 12, 13).

Il modo di vivere dei cristiani nella Chiesa, il loro rapporto reciproco è segno e strumento dell'unione di tutti gli uomini con Dio.

 

8. Diventare simili a Cristo

Nel battesimo diventiamo simili a Cristo in due modi. Da una parte, prestando a noi un'attenzione continua e sollecita, Dio dimostra sacramentalmente di accettarci come suoi figli, cosi come accetta Cristo. Proprio in questo modo noi diventiamo simili a Cristo mediante il battesimo.

Anche a noi è permesso chiamare col nome di Padre il Dio di Gesù Cristo, e ci è così possibile vivere di questo rapporto filiale. Chi ha un simile Padre, del quale sa che sempre gli starà al fianco in questa vita, che mai gli negherà il suo sostegno, può vivere in maniera diversa. Costui può e deve vivere come Cristo è vissuto. Questo rapporto filiale con Dio offre una nuova possibilità di esistenza (2 Cor 5, 17).

• Non devo soccombere alla seduzione del male, né alla mia colpa e alla mia debolezza.

• Posso accettarmi così come sono, con i miei limiti, quelli della mia vita biologica e quelli delle mie forze e capacità psichiche e spirituali.

• Non ho bisogno di rifugiarmi nell'esaltazione o nei piaceri.

• Non ho bisogno di confidare totalmente in false sicurezze come il possesso, la carriera, neppure nella fiducia sempre limitata offerta dall'amicizia e dall'amore degli uomini.

• Non devo disperare, anche se queste sicurezze vengono meno.

• Anche di fronte alle minacce che la malattia, la morte, l'amicizia e l'amore delusi portano alla mia esistenza, posso continuare a credere che la mia vita si realizzerà in modo pieno.

Questa somiglianza con Cristo significa anche che noi diventiamo simili a lui nella risurrezione. A lui Dio ha fatto sperimentare il suo amore e il suo sostegno anche nell'abbandono e nella solitudine della morte. Anche la vita terrena del credente battezzato deve essere già caratterizzata da questa speranza e da questa fiducia.

L'accettazione di questo modo di vivere di Cristo ha luogo nella fede, in una vita basata sulla fiducia nella sua parola. " Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita " (Gv 5, 24).

Questa vita nella pienezza appare già ora ovunque degli uomini vivono, amano, perdonano, sopportano, soffrono, muoiono secondo l'esempio di Cristo, ma anche dove essi sanno rivelare gli uni agli altri tali possibilità di vita. Ciò vale tanto per la vita privata e familiare, quanto per quella della Chiesa e della società. Coloro che sono battezzati possono assumere questo nuovo modo di vivere e diventare così anche per gli altri segno di un'esistenza umana vissuta nella pienezza.

1 Vita dei non battezzati

Ma che dire di coloro che non sono battezzati? Essi in quanto persone non beneficiano di questa nuova vita? Nel vangelo di Marco si legge: " Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato... " (Me 16, 16).

Secondo queste parole, la fede e il battesimo sono strettamente collegati. Essi sono necessari affinché l'uomo sia salvo, cioè affinché ottenga la vera vita. Marco però non trae la conclusione opposta, non dice cioè che tutti coloro che non sono battezzati saranno condannati, dice invece che chi non crede sarà condannato. Il giudizio concerne dunque quelli che consapevolmente non vogliono accettare l'aiuto di Dio e scelgono altre possibilità di vita. Noi non sappiamo qual è il destino di quegli uomini che non sono raggiunti dall’annuncio di Cristo. D'altro lato possiamo ben credere che essi potranno sperimentare l'amore di Dio in maniere diverse.

In ogni caso anche i non battezzati, per il fatto che sono nati, hanno rapporto con Gesù.

" Essi hanno Gesù come prossimo. La Chiesa è convinta che essi, se sono uomini di buona volontà, prendono parte alla redenzione di Gesù. La fedeltà agli impegni della vita e il servizio prestato fino in fondo fanno sì che anch'essi siano battezzati con lo stesso battesimo di Gesù. Il battesimo di sangue si ha quando un non battezzato viene ucciso espressamente a causa di Gesù. In altri casi si parla di battesimo di desiderio, anche quando si tratta di desiderio inconsapevole. Ogni persona che vuole essere "ubbidiente fino alla morte" entra a far parte della schiera dei battezzati. Questo "battesimo dei non battezzati" non è soltanto qualcosa di interiore: è la disponibilità e l'attitudine al servizio di tutta una vita " (Il catechismo Olandese, ed. italiana).

Il battesimo come segno efficace

Per quanto valide siano queste affermazioni, con esse non si vuole certamente dire che il segno efficace del battesimo è superfluo. Proprio questo segno rende visibile ed effettiva la nostra unione con Dio. La celebrazione solenne del battesimo fa esperimentare ciò con molta intensità. Siamo radicati in modo visibile in un popolo a cui viene donato lo Spirito. " Queste non sono "formalità" senza importanza. Ciò significa che il battesimo mette in risalto una parte di tutto l'annuncio cristiano, della scelta di vita e della grandezza del perdono di Cristo. Il battesimo dunque agisce nel mondo come un fermento: a ciò che sarebbe informe ed errato è conferita forma e intensità là dove la Chiesa di Cristo, anche tramite il battesimo, opera vistosamente nel mondo " (Op. cít.).

Riconoscimento della dignità e della fratellanza di tutti gli uomini.

Nel battesimo si celebra solennemente l'incondizionato " sì " di Dio a ogni uomo e a tutta l'umanità, si esalta il valore e la dignità della persona umana. L'intelligenza o l'età, la nazionalità o il prestigio, la salute o la malattia non sono sufficienti a determinare il valore di un uomo.

E’ invece nel rapporto con Dio che l'uomo prende coscienza della sua dignità e del suo valore. Tale rapporto con Dio si manifesta in modo autentico in Gesù Cristo; questi fa conoscere alle singole persone l'aiuto e l'amore incondizionato di Dio, e al tempo stesso fa in modo che un simile rapporto abbia luogo anche tra gli uomini. " Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito " (1 Cor -12, 13).

Tra noi uomini possono esserci motivi che ci inducono ad avere una stima non sempre grandissima di alcuni nostri simili. Non di rado un uomo viene emarginato, rifiutato, come se il valore del suo essere fosse andato perduto. Il rapporto tra Dio e l'uomo che si manifesta nel battesimo dimostra che Dio non scorda mai l’uomo, ma che torna sempre ad accoglierlo.

Chi col battesimo accetta questo rapporto con Dio, non può fare a meno di instaurare anche con gli altri un rapporto di questo tipo. Il riconoscimento irrevocabile che col battesimo viene offerto gratuitamente alla singola persona, deve diventare palese anche nei rapporti dell'uomo con gli altri uomini.

Questo riconoscimento della dignità della singola persona e del rapporto degli uni con gli altri riguarda non soltanto i battezzati, ma tutti gli uomini. Mediante il battesimo non veniamo introdotti in un rapporto con Dio che esclude gli altri. In esso anzi la dignità di tutti gli uomini e il loro rapporto con Dio si manifestano sacramentalmente, cioè in modo sensibile. Ogni battesimo è perciò anche la dimostrazione pubblica del valore irrevocabile che ogni singola persona ha e dell'impegno fraterno che gli uomini hanno reciprocamente.

Chi si fa battezzare si riconosce dunque anche pubblicamente in questo modello di persona e manifesta la sua disponibilità a farsi garante di ciò in virtù dello Spirito.

Questa dignità viene conferita anche ai bambini, se a loro si conferisce il battesimo. Il bambino è chiamato per nome, è unto e in tal modo diventa un vero e proprio " membro del popolo di Dio ".

La celebrazione del battesimo e i suoi simboli

In tutto il rito del battesimo è celebrata la " rinascita " a creatura simile a Cristo. Questo evento trova la sua migliore rappresentazione nell'acqua e nell'annuncio della parola. La nuova vita è inoltre espressa simbolicamente dal segno della croce, dall'unzione e dalla consegna della veste bianca e del cero acceso.

 

1. Acqua e parola

Il battesimo ha luogo con l'acqua, sia nel caso dell'abluzione che di quello dell'aspersione o dell'immersione.

L'acqua ha molti significati simbolici: può rappresentare la purificazione e la trasformazione, l'annullamento e la vita. Essa viene adoperata nel battesimo proprio in questa sua molteplicità di significati. Le parole dei riti battesimali le conferiscono di volta in volta il significato voluto. Per questo motivo l'annuncio apostolico intende il battesimo anche come " un lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola " (Ef 5, 26). Oggi nel battesimo il battezzando è bagnato con acqua, mentre il celebrante pronuncia le seguenti parole: "lo ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ".

L'acqua è intesa anzitutto come simbolo della vita e della morte. L'uomo rinasce alla vita di Cristo grazie all'acqua del battesimo.

Nella formula battesimale è detto di che specie è questa nascita. Essa non avviene per virtù propria, ma in nome di Dio uno e trino. Questa nuova vita, in cui la creatura diventa figlio o figlia del Padre, è donata nello Spirito Santo.

Ma l'acqua significa anche purificazione e lavacro; nel battesimo essa sta dunque a indicare la liberazione da ogni colpa. Il battezzato grazie a questa purificazione (anticamente il rito prevedeva l'immersione) diventa una " nuova creatura ". E’ possibile iniziare nuovamente la vita in comunione con Cristo. Da questo punto di vista è comprensibile anche il significato negativo dell'acqua nel battesimo. L'acqua ha anche la capacità di annullare. Proprio questo significato simbolico appare evidente nel rito del battesimo con l'immersione. L'uomo vecchio col suo egoismo, con la sua limitatezza, coi suoi legami con il male (peccato originale) e la colpa personale viene annullato, di modo che l'uomo nuovo può uscire dall'acqua e dallo Spirito Santo.

Proprio questa molteplicità di significati che l'acqua possiede emerge dalla preghiera che può essere pronunciata sull'acqua prima del battesimo.

 

Dío, per mezzo dei segni sacramentali,
tu operi con invisibile potenza
le meraviglie della salvezza;
e in molti modi, attraverso i tempi,
hai preparato l'acqua, tua creatura,
ad essere segno del Battesimo:
fin dalle origini
il tuo Spirito si librava sulle acque
perché contenessero in germe la forza di santificare;
e anche nel diluvio hai prefigurato il Battesimo,
perché, oggi come allora,
l'acqua segnasse la fine del peccato
e l'inizio della vita nuova;
tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo,
facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso,
perché fossero immagine del futuro popolo dei battezzati;
infine, nella pienezza dei tempi,
il tuo Figlio, battezzato nell'acqua del Gíordano,
fu consacrato dallo Spirito Santo;
innalzato sulla croce,
egli versò dal suo fianco sangue ed acqua;
e dopo la sua risurrezione comandò ai discepoli:
" Andate, annunciate il Vangelo a tutti i popoli,
e battezzateli nel nome dei Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo ".
E ora, Padre,
guarda con amore la tua Chiesa:
fa' scaturire per lei la sorgente del Battesimo,
infondi in quest'acqua, per opera dello Spirito Santo,
la grazia del tuo unico Figlio;
affinché, con il sacramento dei Battesimo,
l'uomo, fatto a tua immagine,
sia lavato dalla macchia del peccato,
e dall'acqua e dallo Spirito Santo
rinasca come nuova creatura.

2. Il segno di croce

Nel battesimo delle persone adulte, durante il rito di ammissione al catecumenato, il celebrante, i catechisti e i garanti tracciano un segno di croce sulla fronte del candidato; nel battesimo dei bambini, il segno di croce viene tracciato dal celebrante, dai genitori e dai padrini.

Il sacerdote dice all'aspirante catecumeno:

" ... ricevi la croce sulla fronte. Cristo stesso ti protegge con il segno del suo amore. Impara ora a conoscerlo e a seguirlo ". Il segno è garanzia dell'amore di Dio, profuso fino all'estremo nel sacrificio di Cristo.

Nel rito battesimale dei bambini il segno di croce esprime in modo particolarmente chiaro il concetto che l'amore e la dedizione di Gesù possono essere sperimentati concretamente nella comunità dei credenti e tramite i genitori. Questa è la formula usata: " ... con grande gioia la nostra comunità cristiana vi accoglie. In suo nome io vi segno con il segno della croce. E dopo di me anche voi, genitori e padrini, farete sul vostro bambino il segno di Cristo Salvatore ".

Questo primo segno della croce potrà essere ripetuto dai genitori, quando il figlio crescerà, in diverse occasioni: durante la preghiera, nel momento in cui si lascerà la casa prima di un viaggio, prima di affrontare un impegno, in caso di malattia, ecc.

3. L'unzione col crisma

    Ha luogo subito dopo il battesimo con acqua, ed è la solenne conferma della dignità dell'uomo rinnovata in Gesù Cristo. Essa è il suggello di questa nuova vita. Il profumo del crisma ci ricorda il dono dello Spirito Santo.

    Il celebrante, prima di ungere con il sacro crisma il capo di ogni bimbo appena battezzato, dice: " Dio onnipotente... vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, siate sempre membra del suo corpo per la vita eterna ".

4. Consegna della veste bianca

La veste battesimale è un segno della comunione con Cristo.

Nella lettera ai Galati Paolo dice: " Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo " (Gal 3, 27). La virtù di Cristo sta su di noi come un abito che Dio ci prepara, affinché lo indossiamo.

5. Il cero acceso

Nel corso del rito del battesimo esso viene acceso al cero pasquale, simbolo di Cristo risorto e presente in mezzo a noi. Cristo vive, la sua luce illumina il cammino della vita; da questa luce si attinge, poiché una nuova creatura vuole vivere in comunione con Lui.

Nel battesimo dei bambini la consegna del cero sta ad indicare chiaramente che i genitori del bambino sono i primi che con la loro vita debbono irradiare la luce di Cristo per il loro figlio. Perciò è ad essi che questa luce viene affidata, affinché possa servire da orientamento sul cammino della vita.

UN CAMMINO DA SUGGERIRE ED ATTUARE

La catechesi prebattesimale

1. Chiarificazione dei motivi per i quali si chiede il battesimo del figlio

Quando dei genitori chiedono il battesimo per il loro figlio, essi collegano questa loro richiesta ad aspettative più o meno chiare. Sono molto pochi i genitori capaci di esprimere in modo consapevole tali aspettative. Per questo motivo molti genitori, proprio al momento di chiedere il battesimo per i loro figli, si sentono presi da un certo imbarazzo, che non deve essere in alcun modo ancora più accresciuto nel colloquio catechistico da domande dirette tipo: " Perché vuol far battezzare suo figlio? ".

Uno degli obiettivi principali del colloquio catechistico dovrebbe invece essere proprio quello di eliminare tali paure, affinché il contatto che si ha con la Chiesa in occasione della richiesta di far battezzare il figlio possa essere sentito come un fatto positivo. Soltanto così si può percorrere fino in fondo la strada del graduale inserimento nella comunità dei credenti.

Questo primo contatto coi genitori non deve assolutamente dare l'impressione che si voglia ficcare il naso nel modo di pensare delle persone o che si vogliono giudicare le loro motivazioni, tanto più che nel caso concreto è molto difficile cogliere in modo preciso le motivazioni che stanno alla base di una tale richiesta.

Ciò che la sociologia religiosa ha appurato

Anche se i risultati di indagini sociologiche sui motivi per cui i genitori fanno battezzare i figli sono pubblicati a una certa distanza di tempo dal momento in cui l'indagine è stata effettuata; e anche se questi risultati offrono indicazioni solo parzialmente utilizzabili rispetto alla situazione reale e non possono essere riferiti come strumento di ipotesi a singoli genitori; tuttavia essi dimostrano che uno scetticismo generalizzato nei confronti delle attese dei genitori con la richiesta del battesimo per i figli è senza fondamento.

La tradizione e le convenienze hanno chiaramente un'importanza secondaria rispetto a motivazioni religiose e sociali.

Presupposti delle aspettative

Tuttavia per rendersi conto in modo adeguato di quelle che sono le motivazioni e le aspettative espresse, è importante porsi tutta una serie di domande in più rispetto a quelle che l'esperto di statistica si pone.

    • Di quali possibilità di linguaggio dispongono in realtà i genitori, per esprimere le loro aspettative?

    • Fino a che punto devo tener conto del fatto che è più facile che dietro a quelle che sono manifestate come aspettative si celino le aspettative autentiche di queste persone, che non riescono ad essere espresse in maniera adeguata?

    • In quali occasioni nell'ambiente dei genitori si parla di quegli argomenti che hanno importanza in relazione al battesimo?

    • I genitori, nella loro fanciullezza e soprattutto negli anni successivi, quali possibilità hanno avuto di riflettere a fondo sul battesimo dei bambini e di farsi un'idea chiara su questo argomento?

    • Negli ultimi dieci o venti anni quali cambiamenti si sono verificati all'interno della Chiesa, e come hanno potuto i genitori rendersi conto di essi?

Soltanto se tiene conto delle condizioni in cui i genitori maturano e manifestano le loro aspettative, il catechista o il sacerdote riescono a porsi nei confronti di questi in uno stato d'animo che è adeguato alla loro reale situazione.

Gruppi di motivazioni

Se si prendono in considerazione le inchieste svolte su questo argomento e le esperienze concrete derivanti da colloqui con genitori che desiderano far battezzare il proprio figlio, si possono distinguere grosso modo due gruppi di motivazioni:

- bisogno di integrazione nella società e nella Chiesa da parte del bambino;

- aspettativa di protezione e sicurezza per il bambino.

Integrazione

Il bisogno di integrazione da una parte può essere sentito in maniera assai confusa, d'altra parte però può esprimersi anche molto concretamente in singole aspettative. Per esempio:

    • Noi siamo battezzati, perciò anche nostro figlio lo deve essere; oppure i,parenti (nonni, suocera, fratelli) si aspettano che il bambino venga battezzato.

    (Motivazione: inserimento nella tradizione familiare).

    • Anche nostro figlio, come tutti gli altri bambini, deve essere battezzato; oppure (con consapevolezza) nostro figlio deve diventare un cristiano.

    (Motivazione: adattamento alla tradizione religiosa popolare, cosciente della fede).

    • Il bambino non dovrà essere svantaggiato quando frequenterà la scuola materna e la scuola elementare.

    (Motivazione: integrazione sociale in una società ancora improntata al cristianesimo).

    • Il bambino deve sapere chi è; oppure, più concretamente, un giorno dovrà pure sposarsi in chiesa e, se dovesse capitare una disgrazia, potrà avere almeno una sepoltura religiosa.

    (Motivazione: integrazione nella Chiesa).

    • Il bambino deve far parte della chiesa per diventare una persona per bene.

    (Motivazione: integrazione morale).

    • Il battesimo è legato alla nascita. In fondo è pur giusto festeggiare la nascita.

(Motivazione: festa come possibilità di integrazione nella famiglia, nel parentado e nella società).

Protezione

Anche il bisogno di sicurezza e protezione per il bambino si può articolare in modi diversi; per esempio:

    • Chissà che non serva a qualcosa, in fondo il battesimo non può far male.

    (Motivazione: insicurezza).

    • Il bambino deve ricevere la benedizione di Dio e della Chiesa. (Motivazione: desiderio di una protezione soprannaturale per il futuro).

    • Il bambino deve essere liberato dal peccato originale per potersi salvare.

(Motivazione: desiderio di conformarsi ad una dottrina religiosa assimilata in precedenza).

Chiarimento delle motivazioni esistenti

Spesso nei genitori le singole motivazioni si trovano combinate tra di loro in molteplici modi, e in modi ancora diversi nel padre e nella madre.

Un colloquio catechistico dovrà essere prima di tutto un aiuto, offerto con lealtà e franchezza, affinché i genitori possano prendere coscienza di queste loro motivazioni.

In un secondo momento si dovrà poi riflettere su come i bisogni e le aspettative dei genitori sono conformi all'intenzione del sacramento del battesimo. A questo proposito sarà bene tener conto in particolare del fatto che il battesimo in questione è quello di un bambino, cioè che il battesimo è riferito soprattutto allo stato d'animo dei genitori di fronte alla nascita del loro figlio. Nel caso di battesimo di bambini potremmo dunque parlare anche di un sacramento della paternità e della maternità cristiane.

In definitiva il bambino viene battezzato facendo assegnamento sulla fede dei genitori. Le loro condizioni di vita e di fede sono perciò un presupposto determinante anche per il battesimo del figlio.

Impostazione del dialogo catechistico

A questo punto non ci sembra opportuno continuare a prendere in considerazione in che misura le aspettative dei genitori dovrebbero essere " purificate " o addirittura " abbattute ", nella contrapposizione esistente tra aspettative di carattere religioso e fede cristiana, tra celebrazioni rituali e celebrazioni sacramentali, per pervenire a una comprensione autenticamente cristiana del sacramento del battesimo e ad una richiesta del battesimo che sia fondata sulla fede.

Ora ci sembra piuttosto necessario partire dalla decisione catechistica di chiarire quali sono le effettive aspettative dei genitori, che forse per la prima volta affrontano l'esperienza della paternità o della maternità, di fronte a una loro concreta situazione di vita.

In un momento successivo del colloquio catechistico sarà poi opportuno riflettere su come il conforto di Dio ci assicura col battesimo e l'appello che ci rivolge possano realmente essere di aiuto a vivere questa esperienza in modo responsabile.

Nel corso di questo cammino catechistico sarà possibile indirettamente anche una " purificazione " delle aspettative da concetti erronei e, d'altro canto, un incontro autentico con la possibilità di una vita cristiana.

Ecco le domande che serviranno ad orientare lo svolgimento del dialogo catechistico:

    • Quali esperienze compiono i genitori di questo bambino? Più in particolare, quali esperienze compiono, che li spingono a porre delle domande e necessitano di una spiegazione?

    • Quale interpretazione riceve la condizione di vita dei genitori e del loro figlio dalla parola del Vangelo?

    • In che modo il battesimo può essere visto come celebrazione della fede dei genitori?

In pratica all'inizio del colloquio, quando si conosceranno i genitori, si otterranno di solito informazioni a cui sarà possibile fare riferimento per incominciare la conversazione. Non è importante che vengano presi in esame tutti gli aspetti del problema, è importante piuttosto che la riflessione sulla fede venga fatta in base alle esigenze dei genitori. Un solo aspetto può essere di importanza tanto fondamentale per i genitori, da far sì che anche soltanto tramite esso tutta la fede nel suo complesso venga richiamata alla memoria.

La molteplicità delle indicazioni raccolte, lungi dal costituire un gruppo confuso di obiettivi catechistici, deve perciò richiamare l'attenzione su diverse possibilità.

    2.  Interpretazione delle esperienze di vita compiute dai genitori in occasione della nascita del loro figlio e della celebrazione sacramentale del battesimo

La molteplicità delle esperienze fatte dai genitori in occasione della nascita del loro figlio rende possibili e al tempo stesso condiziona impostazioni e obiettivi differenti per un colloquio battesimale.

Le sensazioni e le esperienze dei genitori sono determinate da stati d'animo differenti di fronte alla nascita del figlio, da rapporti mutati nei confronti del coniuge come anche delle condizioni di vita esteriori. Come esemplificazione ne citiamo alcune:

Stati d'animo nei confronti dei figlio:

    • Gioia per la nascita di un figlio desiderato o addirittura agognato da tempo (sopratutto nel caso del primo figlio).

    • Preoccupazione di fronte a un figlio non previsto o addirittura non voluto.

    • Paura di possibili infermità organiche o di disturbi nello sviluppo del bambino.

    • Preoccupazione o fiducia riguardo al futuro del bambino.

    Rapporti mutati nei confronti del coniuge

    • Nuovo ruolo come madre o come padre, o come genitori (soprattutto nel caso del primo figlio).

    • Cambiamento nell'intensità dei rapporti coniugali.

    • Variazione del ritmo di vita.

    • Cambiamento nei contatti sociali con parenti o amici.

    • Assunzione del ruolo di madre o di padre nel caso di nascita di un figlio illegittimo.

    Condizioni di vita esteriori

    • Possibilità di cambiamento nell'attività professionale (sopratutto della madre).

    • Condizioni d'abitazione e future condizioni economiche (per esempio rinuncia a un'entrata).

    • Variazione e limitazione delle possibilità di avere tempo libero.

    • Sicurezza economica generale, future condizioni politiche e sociali.

Queste diverse condizioni determinano in maniera decisiva il modo in cui i genitori si pongono di fronte all'esistenza e conferiscono al colloquio catechistico determinate direzioni e accentuazioni.

Nelle pagine seguenti cercheremo di delineare alcuni possibili obiettivi parziali di tali colloqui catechistici. Essi riprendono alcune di queste esperienze fondamentali dei genitori, cercano di interpretarle di volta in volta alla luce della fede e rendono accessibile il significato simbolico del battesimo come celebrazione di questa fede.

Anche in questo caso non si tratta di un lavoro catechistico per un colloquio sul battesimo, si tratta piuttosto di possibili approcci.

A seconda della situazione sarà possibile scoprire (da uno di questi approcci) la reale condizione della fede celebrata nel battesimo. A sostegno di ciò va ricordato il fatto che le singole esperienze non si collocano isolate l'una accanto all’altra, ma possono essere presenti nei genitori in molteplici combinazioni. E’ possibile dunque dare un'interpretazione specifica a singole esperienze di fede, come pure è possibile collegare fra loro in modo particolare i simboli della celebrazione del battesimo.

Gli obiettivi fondamentali del dialogo catechistico vengono allora a configurarsi in questo modo:

    • I genitori devono rendersi conto dell'ambivalenza dei loro sentimenti in occasione della nascita del loro figlio e devono riconoscere che questa nuova situazione necessita di un orientamento e di un'interpretazione per poter essere superata.

    • I genitori devono esperimentare che nell'interpretazione e nel superamento di questa situazione non sono abbandonati a se stessi. Nella fede dell'amore incondizionato di Dio, quale ci è stato,rivelato in Gesù Cristo, essi possono trovare fiducia e speranza per il loro figlio e per loro stessi.

    • I genitori devono riconoscere nella celebrazione del battesimo il segno autentico della sollecitudine di Dio nei loro riguardi, il segno perciò di una interpretazione " riuscita " della loro situazione esistenziale.

    • Nella celebrazione del battesimo i genitori devono esperimentare che la comunità è resa loro possibile come ambiente in cui vivere, in cui essi vengono introdotti e possono trovare anche aiuti concreti per compiere la loro missione di genitori cristiani.

3. I contenuti da proporre

E’ possibile prevedere alcuni precisi incontri e colloqui con i genitori in cui proporre l'annuncio catechistico del battesimo.

Nel testo per i genitori che si accompagna a questa guida sono proposti sei temi che si rifanno alle esperienze più significative e agli atteggiamenti più importanti che vengono a maturarsi con la nascita di un figlio: la capacità di accoglienza, il senso di protezione, il riconoscimento dell'autonomia, la condivisione di vita, il progetto sul futuro, la vita di comunione con gli altri.

Il metodo suggerito per queste riflessioni è molto lineare:

    • si parte dall'esperienza dei genitori,

    • si cerca di scoprirne il significato per il credente,

    • si rileva come la liturgia battesimale esprima questa consapevolezza e questa speranza.

Proponiamo qui di seguito lo schema essenziale di ogni tema-incontro e rimandiamo al testo dei genitori per il suo sviluppo.

ACCOGLIENZA / PROTEZIONE

Esperienza

    • Abbandono e bisogno di protezione da parte del bambino

    • Disponibilità all'amore da parte dei genitori

    • Il bambino come forma che lega i genitori

    • Limiti degli forzi che i genitori possono compiere

    • Dubbi riguardo alle proprie capacità

    • Bisogno (spesso inconscio) di protezione e sostegno

     

Interpretazione nella fede

     

    • Dio accetta ogni creatura senza condizioni preliminari

    • I genitori sono i continuatori dell’amore di Dio

    • L’aiuto accordato da Dio non significa protezione magica

    • Cristo assicura pienezza di vita anche a un’esistenza fallita

    Segno sacramentale

     

    • Rito dell'accoglienza

    • Segno della croce

    • Benedizione

     

AUTONOMIA / CONDIVIDERE LA VITA

Esperienza

    • Il bambino non è un possesso

    • Esigenze dei bambini rispetto ai genitori: modificazioni delle abitudini, limitazioni di diverso tipo

    • I genitori devono dare una parte di sé

 

Interpretazione nella fede

    • Ogni persona è voluta da Dio ed è da rispettare

    • Dio vuole l’uomo come partner

    • Il battesimo collegato con Gesù: vivere per gli altri; dal sacrificio (morte) nasce una nuova vita (resurrezione)

     

Segno sacramentale

    • Il battezzando è chiamato con il suo nome

    • Il bambino come persona è accolto nella comunità

    • Segno distintivo

    • Battesimo con l’acqua (anticamente battesimo per immersione)

    • Veste battesimale (indossare Cristo)

     

FUTURO / COMUNIONE

Esperienza

    • Gli interrogativi riguardo al futuro diventano importanti

    • Il futuro del bambino è aperto

    • Speranza, paura, insicurezza

    • La vita del bambino è possibile soltanto se c’è convivenza con gli altri uomini (famiglia)

    • Bisogno da parte dei genitori di contatti e di una comunità più vasta (isolamento della famiglia)

     

Interpretazione nella fede

    • Dio di speranza e futuro

    • Rinascita

    • Vita nuova

    • Il battesimo inserisce nella comunione della Chiesa (più che la benedizione privata)

    • Dio non è un Dio "privato": la comunione visibile della Chiesa è il segno (sacramento fondamentale) della presenza di Dio

     

Segno sacramentale

    • Acqua

    • Promesse battesimali e professione di fede da parte dei genitori e della comunità

    • Candela battesimale – cero pasquale

    • Rito dell’accoglienza

    • Intercessione

    • Unzione col crisma

    • Padre Nostro

    La celebrazione del battesimo

     

    1. L'impegno dei genitori, dei padrini e della comunità

    Al momento del battesimo del bambino ai genitori viene posta una domanda: " Chiedendo il battesimo per vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell'osservanza dei comandamenti, imparino ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità? ".

    Il celebrante dice in seguito: " N..., con grande gioia la nostra comunità cristiana ti accoglie. In suo nome io ti segno con il segno della croce... "

    Questa domanda posta ai genitori come anche l'accettazione da parte della comunità non devono essere soltanto un rito. Esse hanno un valore soltanto se, da un lato, nel colloquio battesimale è messo in evidenza il significato della richiesta posta ai genitori e, d'altro lato sempre nel colloquio battesimale si esperimenta almeno in embrione quanto l'accoglienza del bambino nella comunità può essere di aiuto per i genitori e per la vita futura del bambino stesso.

Responsabilità dei genitori

    Nel colloquio catechistico precedente al battesimo non sarà sufficiente limitarsi a ricordare ai genitori la loro responsabilità riguardo a un'educazione cristiana dei figli. Il colloquio battesimale stesso deve anzi essere per loro un primo aiuto a prendere coscienza di questo loro compito. Da ciò dipendono sia il modo di impostare la conversazione in occasione del primo colloquio battesimale, sia il contenuto di questi colloqui, sia gli ulteriori interventi che si riveleranno necessari.

    • Il clima del colloquio battesimale, basato sulla pariteticità tra sacerdote e genitori, e la comprensione che il sacerdote saprà avere per le reali condizioni di vita di questi, saranno fattori determinanti ai fini della disponibilità ad imparare dei genitori. Nel corso del colloquio i genitori potranno già esperimentare qualcosa dell'amore di Dio per gli uomini, che potranno poi riversare sul loro figlio.

    • L'impegno dell’educazione alla fede non deve essere presentato come una forma particolare di educazione. Si tratta invece in un primo luogo di far vedere che l'accettazione del bambino da parte dei genitori, le loro preoccupazioni per la sua vita, gli atti di premura e di amore (anche in situazioni difficili), la disponibilità a condividere la propria esistenza con quella del bambino, tutte insomma queste cose sono un autentica educazione alla fede, e di ciò i genitori debbono essere consapevoli.

    • In ulteriori colloqui i genitori dovranno anche essere aiutati a imparare che il loro rapporto col bambino e l'accettazione del bambino tramite Dio possono essere anche argomento di preghiera. Soltanto così il bambino potrà comprendere a poco a poco anche questo tipo di rapporto di vita ispirato a Cristo e farlo suo, imparare cioè ad amare Dio e il prossimo.

    Un obiettivo importante dell'incontro catechistico coi genitori sarà quello di farli diventare consapevoli del fatto che essi stessi sono parte della comunità e che perciò sono anche chiamati a corresponsabilità reciproca. I genitori impareranno a riconoscere e a sentire questa possibilità di essere corresponsabili nella misura in cui potranno rilevare in altri genitori facenti parte della comunità, per esempio quando:

    • membri della comunità prendono parte alla liturgia battesimale;

    • i vicini o i collaboratori del parroco fanno visita ai genitori del neo-battezzato;

    • famiglie in situazione analoga propongono che il bambino giochi con altri suoi coetanei, in modo che i genitori abbiano la possibilità di sbrigare commissioni o fare acquisti;

    • si programmano incontri tra i genitori, in cui vengono trattati problemi educativi e ci si aiuta reciprocamente per quanto riguarda la preghiera, il racconto di storie bibliche o l'organizzazione di feste dell'anno liturgico (Natale, Pasqua, Pentecoste, ecc.);

    • Si riflette insieme su come organizzare funzioni religiose coi genitori dei bambini, ecc.

    In opposizione a quella che oggi è una tendenza diffusa nella società, i genitori in questo modo potrebbero sperimentare che esiste un'autentica possibilità di collaborazione. Questo fatto è positivo anche per il bambino, perché in tal modo gli obiettivi educativi della famiglia e della comunità diventano simili, il che evita il verificarsi di possibili situazioni di conflitto per i figli.

Responsabilità della comunità

    Pur tenendo conto della corresponsabilità dei genitori, è necessario però richiamarsi anche alla responsabilità che la comunità ha accettato di assumersi. Pertanto nel corso del colloquio catechistico sarà senz'altro lecito domandarsi in che modo la comunità asseconda, completa e porta avanti il discorso dell'avviamento alla fede e alla vita comunitaria che i genitori hanno iniziato. A questo proposito alcune comunità potranno riferirsi a una serie di proposte e di possibilità:

    • la possibilità di ulteriori colloqui anche dopo il battesimo;

    • funzioni religiose per i bambini programmate in modo frequente e regolare;

    • corsi di catechesi (soprattutto in occasione della preparazione ai sacramenti);

    • gruppi giovanili;

    • la promozione di attività con i giovani e per i giovani, ecc.

    In ogni caso però il battesimo dei bambini e ogni colloquio battesimale diventano un'occasione per interpellare criticamente la comunità.

    In definitiva nel battesimo è garantita al bambino e ai genitori, in modo simbolico ma effettivo, la pienezza dell'amore di Dio vissuta nel sacramento fondamentale della comunità. Ecco allora che la comunità viene interpellata su come essa annuncia e trasmette con il proprio modo di vivere ciò che essa celebra nel battesimo: accettazione e sollecitudine, fiducia premurosa e autenticità della dignità umana, speranza per ogni creatura e desiderio di camminare sulle strade di Dio.

    E’ necessario porsi una tale domanda, per quanto scomoda possa essere: essa mette in luce l'impalcatura su cui si regge la celebrazione del battesimo.

2. Lo svolgimento della celebrazione

Come detto in precedenza, l'introduzione alla liturgia battesimale e il riferimento dei diversi simboli alle dichiarazioni di fede e all'ambito delle esperienze dei genitori possono costituire già parte integrante del colloquio battesimale. Tuttavia di quando in quando è anche opportuno, accanto alla spiegazione dei simboli del rito, chiarire il significato globale del rito battesimale nel suo svolgimento.

A questo proposito occorrerà chiarire che nella liturgia del battesimo si compie ciò che nel colloquio catechistico è stato interpretato come convinzione comune di fede. Qualche volta nel corso della preparazione alla liturgia possono anche essere trattate quelle questioni che sono necessarie per una piena comprensione del battesimo.

Tale celebrazione potrebbe essere presentata ai genitori nel modo seguente: 

• I genitori introducono i loro figli nella comunità cristiana e vengono da essa salutati.

• Essi affidano il loro figlio alla benedizione di Dio e vogliono essi stessi essere una " benedizione " per il bambino, non per virtù propria o grazie a dei pii desideri, ma confidando nella potenza di Dio.

• I presenti accompagnano i genitori con i loro figli in chiesa, o eventualmente al fonte battesimale, magari intonando un canto che esprime gioia e ringraziamento.

• L'accettazione che Dio fa di noi chiamandoci alla fede ci viene richiamata alla memoria tramite l'ascolto della sua parola (lettura e omelia).

• I genitori, i padrini, le altre persone che hanno rapporti con la famiglia e tutti i presenti recitano la formula della rinuncia a Satana e fanno la professione di fede.

• Ora questa fede viene rappresentata con un segno e celebrata e viene espressamente conferita ai bambini quale promessa per la loro vita.

• Preghiere di intercessione per i genitori e per i bambini e le preghiere della benedizione confermano la fiduciosa speranza nel fatto che Dio ha concesso la sua presenza, che è sostegno e aiuto e che si mostrerà determinante.

Poiché nel battesimo genitori e padrini hanno un ruolo determinante, è necessario prendere in considerazione le azioni che essi devono compiere. Questo aspetto si rivela particolarmente importante per evitare che la cerimonia sia turbata da incertezze riguardo al modo di comportarsi.

Per alcuni punti ci si può affidare al normale svolgimento della celebrazione, altri invece è bene che siano brevemente trattati in precedenza; pensiamo ad esempio alla partecipazione dei genitori e dei padrini alla benedizione del bambino, alle risposte che si devono dare, ecc.

I genitori, se possibile, dovrebbero dire la loro opinione sulla scelta dei canti e dei testi biblici. Il confronto su questo argomento offre spesso anche la possibilità di introdurre un discorso sulla fede, nel corso del quale possono venire alla luce i motivi che hanno portato a determinate scelte. Nel colloquio sul testo biblico i genitori possono offrire al sacerdote stimoli che lo aiutano a presentare la fede in modo vivo e attuale.

 

PROPOSTE PASTORALI

Il catecumenato per riscoprire e rinnovare il proprio battesimo

In futuro il numero di persone giovani ed adulte non battezzate aumenterà di molto anche nel nostro paese. Un simile fenomeno era già riscontrabile in Francia più di cinquant'anni fa, dopo la separazione colà avvenuta tra Stato e Chiesa.

La causa del diffondersi di tale fenomeno nel nostro paese è da ricercare nella progressiva scristianizzazione della nostra società, in cui il fatto che un bambino venga battezzato e considerato cristiano non è più scontato. Invero il numero delle persone adulte che richiedono il battesimo è finora ancora relativamente trascurabile, tuttavia già oggi, considerando la quantità crescente di figli di genitori cattolici che non vengono più battezzati, è possibile prevedere che questo sarà un effettivo impegno catechistico del futuro.

Catecumenato

Già la costituzione sulla liturgia del Concilio Vaticano II ha disposto quanto segue: " Un catecumenato per adulti a diversi livelli dev'essere ripristinato e messo in opera secondo il giudizio del vescovo del luogo " (n. 64). Il catecumenato per adulti scompare al sorgere della Chiesa popolare nel IV e V secolo, quando il battesimo dei bambini diventò consuetudine. Nel XIX secolo venne rimesso in uso nelle missioni. Negli ultimi trent'anni anche in diversi paesi europei, soprattutto in Francia, si sono fatte nuovamente esperienze nel campo della preparazione al battesimo di persone adulte. Questa preparazione è chiamata " catecumenato " fin dai primi tempi del cristianesimo.

Situazioni analoghe

Oggi inoltre si constata l'esistenza di un buon numero di cristiani che sono sì battezzati, ma per i quali il battesimo nel corso della loro esistenza ha significato poco o nulla. Malgrado il battesimo essi sono cresciuti praticamente come dei non credenti, o lo sono diventati. Per cause diverse molti di essi vengono nuovamente in contatto con la chiesa e con la vita cristiana. Queste cause possono essere:

• un credente come amico o come coniuge;

• la nascita di un figlio e il desiderio di farlo battezzare;

• la preparazione dei propri figli a ricevere i sacramenti dell'eucaristia, della penitenza e della cresima;

• condizioni particolari (una lunga malattia, la morte di una persona cara, ecc.);

• la conoscenza e l'incontro con una persona credente, oppure con un gruppo di credenti o una comunità.

Tali cristiani battezzati ma non credenti si trovano in una situazione analoga a quella del catecumeno. Poiché già sovente ci è dato incontrare nelle nostre comunità tali gruppi di persone, eccoci offerta una possibilità particolarmente favorevole! per il colloquio catechetico, che può corrispondere senz'altro tanto nella struttura quanto negli obiettivi al modello originario del catecumenato battesimale.

Con altrettanta attenzione sarebbe da considerare il gruppo dei cosiddetti " revertiti ", coloro cioè che, usciti un tempo dalla Chiesa, vorrebbero tornare a farne parte. Anche in questo caso di norma non ci si dovrebbe accontentare di una procedura burocratica di " riammissione ".

Spesso anche la preparazione di cristiani appartenenti ad altre confessioni (i cosiddetti " convertiti ") a diventare membri effettivi della Chiesa cattolica ricorda molto da vicino la preparazione catecumenale.

Anche i credenti che cercano di conformare la loro vita al battesimo e a quella che è stata la loro prima adesione alla fede hanno bisogno di quando in quando di una catechesi battesimale consapevole, che può trovare la sua celebrazione nel rinnovamento delle promesse battesimali della liturgia della veglia pasquale o all'inizio della celebrazione eucaristica domenicale.

Nelle pagine seguenti cercheremo di indicare alcuni degli obiettivi fondamentali per questi colloqui catechistici; tali obiettivi dovranno essere messi in rilievo e attualizzati in una maniera certamente differente, a seconda della situazione in cui si troverà a operare.

Per ogni colloquio catechetico in rapporto al battesimo vale ciò che è stato posto in particolare evidenza per il catecumenato battesimale.

 

Il valore della comunità cristiana come ambito di esperienza e di colloquio

 

Nella deliberazione del sinodo dei vescovi tedeschi " Fondamenti dell'odierna pastorale sacramentale " (2. 2) è detto quanto segue:

"Il catecumenato deve trovare posto in una comunità di cristiani credenti, che accolgono colui che è all'inizio del cammino di fede e lo accompagnano nel corso del graduale inserimento nella Chiesa. Questi cristiani, in rappresentanza di tutta la comunità, sono responsabili della fede del catecumeno e gli devono trasmettere l'esperienza della Chiesa come comunione. Il catecumeno in questa comunità potrà trovare altri catecumeni, catecheti, sacerdoti e fedeli, che gli saranno di particolare aiuto nel cammino verso la fede. La catechesi per il catecumeno ha luogo in questa comunità. Accanto all'istruzione fornitagli da sacerdoti e catecheti, sarà soprattutto il discorso sulla fede con i credenti che aiuterà il catecumeno ad accogliere il vangelo, a interpretare la sua vita alla luce della fede e a esperimentare la forza della fede vissuta ".

In precedenza abbiamo già parlato delle singole tappe del catecumenato. Gli obiettivi qui di seguito esposti sono da mettere in relazione, a seconda delle diverse situazioni, con le singole tappe del catecumenato.

L’annuncio della fede come incoraggiamento alla speranza e come invito alla conversione

La fede come presupposto per il battesimo dovrà essere presentata soprattutto nella sua efficacia, come ciò che rende possibile la vita autentica dell'uomo. Nell'ambito della catechesi sarà possibile raggiungere questo obiettivo soltanto se si riuscirà a rendere le persone capaci di cogliere la realtà dell'odierna vita individuale e sociale e magari a smascherare tali realtà nei loro aspetti essenziali per l'anima e per la speranza.

Molti stanno soffrendo a causa delle condizioni e norme di vita distorte a cui è sottoposta la nostra fede. Il circolo chiuso costituito da produzione e consumo, rivolto alla soddisfazione a breve termine di bisogni sempre nuovi minaccia di ridurre la vita degli uomini a una comunità di produttori e consumatori. Ciò che l'uomo è dipende da ciò che rende e da ciò che può concedersi.

In tale sistema non si può più rinunciare a nulla, ci si deve assicurare contro ogni possibile eventualità. Il desiderio di un'attenzione gratuita, del riconoscimento umano, di amore e di sicurezza può esprimersi soltanto timidamente.

Di fronte a questa realtà, nella fede noi incontriamo il Dio della nostra speranza (Rm 15, 3) come Dio della creazione e dell'alleanza, come garante della pienezza della vita umana. Questa fede cancella il limite della natura umana nella soddisfazione dei suoi bisogni. In questa fede noi entriamo in rapporto con il Dio che si interessa a noi gratuitamente, che ci accetta cosi come siamo, davanti al quale non è necessario che nascondiamo i nostri desideri, egli anzi ci permette di esaudirli.

L'annuncio della fede dev'essere articolato come un annuncio capace di infondere speranza e significato alla nostra attuale condizione di vita. Gli obiettivi per, colloqui catechetici durante il periodo del catecumenato battesimale che abbiamo riportati qui di seguito sono tratti da parte di questo testo. Anche tali obiettivi devono tuttavia essere concretizzati in una situazione specifica.

Proponiamo sinteticamente alcuni atteggiamenti che gli adulti che si impegnano in un cammino catecumenale o i genitori che vogliono riscoprire il proprio battesimo e rinnovare le promesse, dovrebbero assumere. Essi possono diventare oggetto di riflessione e di confronto per un gruppo di adulti. Rimandiamo al testo per i genitori per lo sviluppo articolato delle singole affermazioni.

• Cogliere la storia e il destino di Gesù Cristo, la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione, come manifestazione dell'amore di Dio per gli uomini.

• Riconoscere la fede nella risurrezione dei morti, basata sulla risurrezione di Gesù Cristo, come promessa di un futuro radioso per i viventi e anche per i defunti.

• Riconoscere l'annuncio del giudizio come confortante e come promessa di una giustizia definitiva.

• Esperimentare in Gesù Cristo il Dio che perdona.

• Cogliere la speranza del regno di Dio come fondamento dell'aspirazione degli uomini alla pace, alla sicurezza e alla libertà.

• Vedere nella fede nel mondo come creazione di Dio il motivo di essere riconoscenti e lieti in questo mondo.

1. Introduzione nella Chiesa, cioè nella comunità unita nello Spirito Santo

Tutti gli obiettivi finora menzionati del colloquio catechetico in relazione al battesimo rischiano di restare su un piano puramente cognitivo, oppure anche di realizzarsi in un tipo di vita privatistico, se non sono vissuti e continuamente confermati nella comunione della Chiesa, che vive della forza unificante dello Spirito Santo.

Tramite lo Spirito Santo nel battesimo sempre nuove creature vengono unite alla Chiesa. In essa la " nuova creatura " (Gal 6, 15 s) trova l'inizio della sua realizzazione. Nella celebrazione dell'eucaristia la presenza di quella pienezza d vita è ricordata in modo efficace. Perciò uno dei compiti effettivi della catechesi battesimale sarà quello di mettersi in contatto con questa comunione della chiesa, vale a dire con la comunità esistente sul posto. Di grande importanza sarà la celebrazione eucaristica domenicale.

Esiste un criterio per verificare la credibilità della vita cristiana della comunità. Basta osservare come sono i rapporti tra i suoi membri: come si comportano i membri della comunità con le persone che piangono e che sono afflitte, che importanza viene data ai malati e anche ai morti, quali sono i rapporti col potere e con l'autorità, se i colpevoli trovano veramente accoglienza nella comunità e possono sperare di essere perdonati, se la comunità è retta dalla speranza o dalla rassegnazione, se in essa c'è posto per l'adesione a Dio, per la festa e per la lode in suo nome.

Sarà possibile raggiungere questo obiettivo non tanto con una catechesi della parola e della spiegazione, quanto piuttosto con una catechesi dell’incontro.

2. Partecipazione e possibilità di realizzare la Chiesa nella comunità.

La catechesí battesimale nella comunità potrà sempre essere anche una rinnovazione delle promesse battesimali per i cristiani gia battezzati che vivono in essa. Perciò, proprio in relazione con la catechesi battesimale o con la rinnovazione delle promesse battesimali, potrà avere luogo anche una riflessione critica di tutta la comunità, basata sulla verifica del modo in cui essa realizza il proprio compito di essere sacramento fondamentale della salvezza in questo mondo.

A questo scopo si presta ogni celebrazione eucaristica domenicale (pasquale), ma soprattutto si presta la quaresima. Però anche all'interno di gruppi diversi nell'ambito della comunità è possibile meditare sia su comportamenti generali, sia su azioni particolari. Ecco alcuni esempi al riguardo.

Solidarietà con coloro che soffrono:

In che modo possiamo manifestare la nostra solidarietà col destino di Gesù Cristo e perciò con tutte le persone che soffrono, solidarietà che abbiamo contratto nel battesimo? Alcune possibilità sarebbero le seguenti: imparare a dividere con gli altri; donare il nostro tempo ai malati, ai vicini, ai colleghi di lavoro, ai giovani nei gruppi giovanili, ecc.

Il proprio stile di vita:

Che stile di vita alternativo potremmo costruire poco alla volta e diffondere tra i cristiani? Controllo consapevole dei consumi, per esempio parlando dell'acquisto dei generi di lusso in un gruppo di credenti, pratica dell'ospitalità nella comunità?

Rapporti con persone che hanno commesso una colpa:

Quali possibilità esistono di riconoscere una colpa personale o sociale? Si può sperare di essere perdonati? In che modo singole persone o anche gruppi nella comunità possono agire come " pacificatori " nell'ambito familiare, sul posto di lavoro e nella comunità stessa? Come risolviamo i conflitti nella comunità?

Funzioni religiose e preghiera:

Come possono le nostre funzioni religiose, in particolare la celebrazione dell'eucaristia, diventare espressione solenne della nostra speranza e della nostra accettazione del mondo? Che cos'hanno queste funzioni di attraente e di liberante? Che cosa comunicano esse a chi, tramite il battesimo o la rinnovazione delle promesse battesimali, si è reinserito in questa comunità?

Queste riflessioni possono servire sia per il rinnovamento delle promesse battesimali, nella comunità, sia per l'introduzione dei neo-battezzati. Esse dovrebbero essere oggetto di discussione tra i membri della comunità, e dovrebbero trovare posto anche nelle celebrazioni eucaristiche domenicali. Così il catecumenato potrà portare anche a un rinnovamento delle comunità.

3. Osservazioni sul rapporto tra vocazione e missione.

Questo rapporto può essere indirettamente sperimentato soprattutto nel corso del rinnovamento delle promesse battesimali in una comunità, quando bambini o anche adulti vengono inseriti nella comunità col battesimo. Allora si pone alla comunità la domanda seguente: quali possibilità di vita e quali aiuti offriamo noi ai neo-battezzati? Trovano essi presso di noi quella scorrevole comunione di rapporti che è stata la loro promessa nel battesimo?

D'altro canto anche i battezzati adulti dovranno riconoscere che con l'adesione alla comunione di vita cristiana hanno assunto personalmente la responsabilità di edificare la comunità cristiana come segno della salvezza, come strumento della unione degli uomini tra di loro e con Dio. Non si è cristiani per sé soltanto, ma anche per gli altri.

Questa tensione si esprime soprattutto nella celebrazione eucaristica della domenica. Essa ci riunisce nel ricordo del fondamento della nostra speranza, Gesù Cristo. Perciò noi non possiamo restare qui riuniti, ma siamo inviati a rendere sperimentabile ad altre persone questa speranza. In questo modo ognuno, ricevendo il sacramento del battesimo, collabora all'edificazione del sacramento fondamentale della Chiesa.

Questo aspetto missionario del battesimo si manifesta nuovamente soprattutto nel sacramento della cresima. Originariamente la cresima era strettamente collegata col battesimo e per questo motivo nel battesimo degli adulti viene amministrata insieme al battesimo. Proprio il rapporto che nel battesimo degli adulti lega tra loro il battesimo, la cresima e l'eucaristia può spiegare in modo percettibile il rapporto esistente tra vocazione e missione.

4. Introduzione alla celebrazione del battesimo e della rinnovazione delle promesse battesimali

L'introduzione di cristiani adulti alla celebrazione del battesimo deriva dalla struttura della liturgia rinnovata: inserimento degli adulti nella Chiesa.

Questo procedimento si svolge in due tappe principali. La prima tappa comprende il periodo di tempo che va dall'ingresso nel catecumenato fino alla definitiva ammissione al battesimo (per lo più all'inizio della quaresima); la seconda tappa va dall'ammissione al battesimo fino all'amministrazione del sacramento (per lo più nella veglia pasquale). Anche la celebrazione liturgica del battesimo è articolata in modo corrispondente e ha già inizio con l'accettazione nel catecumenato. Questa introduzione graduale viene anche espressa in una celebrazione.

L'introduzione alla celebrazione della rinnovazione delle promesse battesimali può aver luogo nel tempo di preparazione alla Pasqua, ma anche quando la comunità prende parte al battesimo di adulti o di bambini. Soprattutto però si potrebbe prendere in considerazione e praticare la possibilità del rinnovo delle promesse battesimali all'inizio della celebrazione eucaristica domenicale.

L'inserimento graduale di un credente adulto nella comunità, la serietà di una tale scelta di vita e conversione possono anche essere occasione di riflessione per i membri della comunità che sono stati battezzati da bambini e possono avere il significato di un autentico rinnovamento delle promesse battesimali.

Le indicazioni pastorali dei Vescovi

Nell'Istruzione sul battesimo dei bambini della S. Congregazione per la dottrina della fede troviamo alcune indicazioni utili per un impegno pastorale che si ponga a servizio di questo sacramento.

Innanzitutto sono precisati due principi di fondo che devono comunque orientare le scelte concrete di ogni comunità:

• il battesimo, necessario alla salvezza, è il segno e lo strumento dell'amore preveniente di Dio che libera dal peccato e comunica la partecipazione alla vita divina: per sé, il dono di questi beni non deve essere differito ai bambini;

• devono essere prese delle garanzie perché tale dono possa svilupparsi mediante una vera educazione nella fede e nella vita cristiana, sicché il sacramento possa raggiungere pienamente la sua " realtà ".

Alla luce di questi principi sono proposte alcune precise iniziative in relazione alle diverse situazioni concrete in cui si configurano le singole parrocchie. Le indichiamo brevemente.

• Il dialogo con le famiglie credenti. E’ indispensabile valorizzare " la presenza e la partecipazione attiva dei genitori nella celebrazione ", come pure alla loro preparazione sia catechistica che spirituale e favorendo l'incontro tra più genitori.

• Il dialogo con le famiglie poco credenti o non cristiane. Di fronte alla richiesta di battesimo per il loro figlio da parte di genitori poco credenti e praticanti o non cristiani si tratta di richiamare e promuovere la loro responsabilità. In ogni caso diventa importante sollecitare l'aiuto della comunità cristiana e una scelta accurata dei padrini e madrine affinché sia offerta al bambino la possibilità concreta di realizzare un cammino di fede. Se queste garanzie non fossero sufficienti si dovrebbe scegliere di differire il battesimo. Comunque il rifiuto del battesimo " non è una forma di pressione ", ma una forma di " rinvio pedagogico " per far progredire la famiglia nella fede o renderla più cosciente delle proprie responsabilità.

• Il ruolo delle famiglie e della comunità parrocchiale. L'impegno pastorale sviluppato in occasione della celebrazione del battesimo dei bambini potrà essere efficace solo se sarà inserito in un'attività più ampia, estesa alle famiglie e a tutta la comunità cristiana.

Un'analoga sollecitazione all'impegno per una pastorale battesimale più organica scaturisce anche dal Catechismo dei bambini pubblicato dai vescovi italiani nel 1973. Ne riproduciamo antologicamente alcune affermazioni:

• Se riflettono sui motivi e sul significato del sacramento del Matrimonio, che hanno celebrato per consacrare il loro amore coniugale, i genitori riconoscono che Cristo li ha chiamati a una missione di salvezza in mezzo al suo popolo.

Nella luce di questa missione, essi sentono che la procreazione responsabile non consiste solo nell'accogliere ed educare i figli, ma anche nel chiedere per loro il segno dell'amore che salva. E’ l'amore del Padre, la cui paternità trascende ogni modello terreno (n. 51).

• Le comunità parrocchiali devono sentirsi costantemente impegnate al servizio delle famiglie, perché mediante il dialogo possano maturare, seriamente e consapevolmente, la risoluzione di battezzare i figli per una vera scelta di fede. Così potranno essere superate altre motivazioni più superficiali e meno evangeliche (n. 52).

• Le comunità cristiane, dai fedeli ai Vescovi, condividono con i genitori la responsabilità della medesima scelta, relativa al Battesimo e all'educazione dei battezzati.

Per i genitori, si tratta di chiarire e manifestare con coraggio i pensieri dei propri cuori: pensieri che si manifestano nella vita quotidiana, prima che nelle parole; parole che sono da interpretare in connessione con i comportamenti della vita quotidiana. Sono questi comportamenti pratici, che danno la sicurezza di un ambiente aperto all'amore e alla fede (n. 54).

• Per le comunità cristiane, si tratta di comunicare un messaggio, e non solo di formulare una dottrina. Occorre una purificazione, perché la comunità cristiana sia degna di questo nome e si distolga da atteggiamenti non conformi all'indole della evangelizzazione e dei sacramenti.

Allora le comunità offriranno ai candidati al Battesimo la tutela spirituale, che è significata nelle figure dei padrini e delle madrine (n. 55).

• La fede della Chiesa è la fede delle comunità cristiane, delle comunità familiari: è la fede nella quale vengono battezzati i bambini. Per questo motivo, i genitori e i presenti alla celebrazione del Battesimo sono invitati a rinnovare le loro promesse battesimali e la loro professione di fede(n. 59).

• Il dono della fede è dato da Dio. I genitori e gli educatori lo custodiscono e lo alimentano giorno per giorno. Questo è significato nella celebrazione del Battesimo dall'invito, rivolto al padre o al padrino, di accendere la candela del battezzato alla fiamma del cero pasquale, simbolo di'Gesù risorto (n. 6 1).

• La scelta responsabile di battezzare i bambini comporta, per i genitori e le comunità della Chiesa, che li hanno accolti, la responsabilità della educazione cristiana.

Nei primi anni di vita, la fede è nei bambini, ma non si manifesta ancora con chiari atti di fede. La fede ha così un suo tempo di " gestazione ", durante il quale i genitori e la Chiesa tutta sono impegnati ad esercitarla anche per i bambini, con i bambini (n. 62).

• Dopo il tempo della " gestazione ", viene il tempo di " dare alla luce ". I genitori e la Chiesa tutta sono impegnati allora, perché, fin dall'aurora della vita cosciente, i bambini comincino ad avere il senso del Battesimo; dell'iniziativa amorevole di Dio nei loro confronti; della voce di Dio, che rivela il significato di quel segno; del dono di Dio, che essi hanno ricevuto e dell'impegno, che vi corrisponde. E’ un impegno che non impone preventivamente nessun giogo, all'infuori di quello dell'amore e della fedeltà (n. 63).

 

Il " Catechismo dei Bambini "

Al di là delle indicazioni metodologiche e operative i Vescovi italiani hanno offerto una precisa proposta pastorale con il " Catechismo dei Bambini ".

Forse in questi anni è stato piuttosto trascurato questo strumento che si proponeva di rinnovare la catechesi battesimale in Italia. Non è fuori luogo allora riproporlo oggi in tutta la sua ricchezza.

Ne diamo qui una breve presentazione critica con la speranza di favorirne l'utilizzazione.

1. Le finalità

Il " Catechismo dei bambini " propone un rinnovamento dell'educazione alla fede dei bambini: ci indica i modi e i ritmi più adeguati e rispettosi dei bambini; evita di presentare " formule " e " definizioni " sul piano dottrinale, come pure le " ricette magiche " sul piano pedagogico; si propone di coinvolgere direttamente le comunità cristiane, le famiglie e tutti coloro che hanno responsabilità educative verso i bambini (insegnanti di scuola materna, responsabili dei mass-media).

Il senso del Catechismo si può cogliere nell’affermazione della Dichiarazione conciliare sull'educazione (Gravissimum educationis): " I figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di Dio e a venerarlo, e ad amare il prossimo secondo la fede che hanno ricevuto nel battesimo ". Dev'essere posta in particolare rilievo dunque questa scelta coraggiosa dei Vescovi italiani che, alla luce del messaggio di Gesù, hanno affermato l'enorme significato della presenza dei bambini nella vita della Chiesa.

Sorge spontanea a questo punto una domanda a cui gli stessi Vescovi hanno cercato di rispondere: " Ma che cosa può essere un "catechismo dei bambini" fino ai sei anni? Ogni catechismo è un libro stampato che non ha vita propria. Vive invece per le persone e per le comunità che lo accolgono come libro della fede. Il "catechismo dei bambini" coinvolge direttamente sacerdoti, genitori, educatori, parrocchie, gruppi ecclesiastici che hanno responsabilità di fronte ai bambini e che sono disposti a crescere insieme con loro. Il catechismo vivo" siamo noi, soprattutto per i bambini che non sanno leggere ".

2. Le scelte di fondo

Vi sono alcune scelte di fondo che ispirano la stesura del " Catechismo dei bambini " e che in qualche modo devono anche orientarne l'utilizzazione.

Le esprimiamo sinteticamente:

• in linea con quanto indicato nel Documento di Base " Il rinnovamento della Catechesi " è sottolineata nell'annuncio la centralità di Gesù, nelle sue parole e nelle sue scelte esemplari;

• l'introduzione dei bambini alla vita di fede è attuata attraverso un cammino progressivo e graduale che parte dalle esperienze di vita dei bambini stessi;

• nell'educazione alla fede si riconosce il ruolo primario della famiglia e della comunità cristiana, sollecitati attraverso l'indicazione delle loro responsabilità e la proposta di un concreto coinvolgimento;

• infine c'è il riconoscimento del valore del battesimo dei bambini come segno di fede per la comunità cristiana.

3. L'articolazione e i contenuti

Il " Catechismo dei bambini " si articola in tre parti, con una introduzione e una conclusione.

L'introduzione focalizza l'ambito dell'annuncio cristiano, richiamando gli educatori, e in particolare i genitori, al loro compito educativo fondato sulla dignità dei bambini e sulla rilevanza del messaggio cristiano rivolto a loro.

La prima parte ci presenta i bambini alla luce della parola di Dio: ci rivela la dignità e il valore del bambino, considerato come " soggetto " di esigenze e di diritti, e la sua vocazione cristiana; traccia le linee teologiche e pastorali dell'evangelizzazione dei bambini, offrendo proposte originali per comunicare ai bambini il lieto annuncio di Gesù.

La seconda parte ci illustra, con originalità pedagogica, " come " annunciare Gesù ai bambini. E’ un discorso di metodo, di orientamenti educativi: ci propone le linee catechistiche per evangelizzare l'infanzia tenendo conto, contemporaneamente, del piano di Dio e delle esigenze psicologiche dei bambini; un itinerario educativo per attuare il messaggio della salvezza secondo le modalità tipiche dell'infanzia. Le famiglie e le istituzioni educativi sono invitate alla creatività, sono sollecitate a vedere nei bambini i " soggetti " dell'educazione, delle persone con cui " camminare insieme " per arrivare ad un dialogo sempre più stretto con il Padre.

Il Catechismo propone poi i tratti più significativi del messaggio biblico, " tradotto " sapientemente ai bambini per un loro primo incontro con Gesù.

Il messaggio viene comunicato con il linguaggio delle immagini, che è il linguaggio più congeniale ai bambini, e sotto forma di racconto.

Ma l'incontro con Gesù, se pur viene favorito dalla Scrittura, va vissuto e alimentato giorno per giorno dalla parola e dal comportamento dei genitori, che costituiscono il " Catechismo vivo " per l'educazione dei figli al senso morale e alla fede.

La terza parte amplia il discorso catechistico con l'annuncio della parola di Dio ai bambini, qualsiasi tipo di scuola materna essi frequentino; con il richiamo al protagonismo dei bambini da considerarsi sempre " soggetti ", " persone che agiscono "; con la formazione permanente dei genitori e degli educatori e con l'educazione dei bambini in famiglia e nella scuola.

Vengono poi offerti preziosi orientamenti di carattere metodologico e didattico nei riguardi in particolare dei libri per bambini, delle immagini, dei mezzi audiovisivi a servizio dell'educazione cristiana.

Il Catechismo conclude con un invito ai genitori, ai catechisti, agli insegnanti, agli educatori in genere per un duplice impegno, una duplice conversione:

una conversione alla parola di Dio, perché diventi parola di vita,
e una conversione ai bambini, perché si realizzi in loro il disegno divino, perché si compia in ciascuno di loro la redenzione di Gesù Cristo.

 

 

Gentimente concesso dal sito della Parrocchia di Ardea
Catechismo della Chiesa Cattolica
 

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Aggiornato il: 15 giugno 2001