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Dal testo

 

 

Centro mondiale di documentazione ebraica contemporanea

Paese

nel 1939

nel 1945

Perdite

 

 

 

 

Francia

300.000

180.000

120.000

Belgio

90.000

50.000

40.000

Olanda

150.000

60.000

90.000

Danimarca

7.000

6.500

500

Norvegia

1.500

600

900

Estonia

5.000

1.000

4.000

Lettonia

95.000

10.000

85.000

Lituania

150.000

15.000

135.000

Polonia

3.300.000

500.000

2.800.000

Germania

210.000

40.000

170.000

Cecoslovacchia

315.000

55.000

260.000

Austria

60.000

20.000

40.000

Ungheria

404.000

204.000

200.000

Jugoslavia

75.000

20.000

55.000

Romania

850.000

425.000

425.000

Italia

57.000

42.000

15.000

U.R.S.S.

2.100.000

600.000

1.500.000

Bulgaria

50.000

43.000

7.000

Grecia

75.000

15.000

60.000

Lussemburgo

3.000

1.000

2.000

 

 

 

 

Totali

8.297.500

2.288.100

6.009.400

Nota: In realtà, nella presente statistica, il Centro mondiale di documentazione ebraica contemporanea aveva sostituito con punti interrogativi le perdite ebraiche in Bulgaria, aveva riportato la Macedonia a sè stante ed aveva omesso il Lussemburgo. Solo più tardi sono state date, ufficialmente, le precisazioni relative a questi tre paesi  che io non avevo potuto prendere in considerazione nell' Ulysse trahi par les siens.

 

Raul Hilberg

Paese

nel 1939

nel 1946

Perdite

 

 

 

 

Francia

270.000

200.000

70.000

Belgio

90.000

40.000

50.000

Olanda

140.000

20.000

120.000

Danimarca

6.500

5.500

1.000

Norvegia

2.000

1.000

1.000

Estonia

4.500

-

4.500

Lettonia

95.000

-

95.000

Lituania

145.000

-

145.000

Polonia

3.350.000

50.000

3.300.000

Germania

240.000

80.000

160.000

Cecoslovacchia

315.000

44.000

271.000

Austria

60.000

7.000

53.000

Ungheria

400.000

200.000

200.000

Jugoslavia

75.000

12.000

53.000

Romania

800.000

430.000

370.000

Italia

50.000

33.000

17.000

U.R.S.S.

3.020.000

2.600.000

420.000

Bulgaria

50.000

47.000

3.000

Grecia

74.000

12.000

62.000

Lussemburgo

3.000

1.000

2.000

 

 

 

 

Totali

9.190.000

3.770.000

5.419.000

Nota: Questi i risultati secondo la  statistica che figura a pag. 670 del libro, ma a pag. 767, come già è stato detto, sono portati alla cifra di 5.100.000

 

Ed ecco le discrepanze che presentano:

§         Il numero totale dei sopravvissuti varia, dall'una all'altra, di 1.500.000 e quello degli sterminati di poco meno di 600.000, come margine è rilevante.

§         Volendo andare per il sottile, questa differenza deriva dalle rispettive valutazioni sulla Russia e sulla Polonia. Il totale di 2.100.000, proposto, per la prima, dal Centro mondiale di documentazione ebraica contemporanea di Parigi non riguarda l'intera Russia, ma unicamente la parte occupata dalle truppe tedesche. Questo può saperlo solo chi ha letto Le III° Reich et les juifs (op. cit.) di Poliakov, da cui questa statistica è ricavata e dove questa caratteristica viene segnalata. Se nelle due colonne si aggiunge il milione di ebrei che Poliakov ha, molto arbitrariamente, tolto, la valutazione dei superstiti, dall'una all'altra, differisce, per questo paese, esattamente di 1.000.000 ed il numero totale degli sterminati, per tutti i paesi, si discosta, sempre, di un po' meno di 600.000. Non si capisce come Poliakov sia riuscito a quantificare, in 2.100.000, il numero degli ebrei che vivevano nella parte della Russia occupata dalle truppe tedesche. Lui, non lo dice, ma si può essere certi che non si tratta dei risultati di un censimento, operazione impossibile, in tutti i paesi del mondo, in territori, come nel caso in questione, che non sono circoscrizioni amministrative. L'OKW non aveva certo deciso di conquistare la Russia circoscrizione amministrativa per circoscrizione amministrativa, ma in funzione degli imperativi geografici della strategia. Si tratta dunque di una valutazione puramente congetturale, che dà per scontato che gli ebrei di questa  zona, lungi dal fuggire di fronte ad un'invasione che sapevano essere, per loro, micidiale, hanno gentilmente atteso, in loco, l'arrivo dei loro carnefici. Non si riesce inoltre a capire come Poliakov abbia stimato in 600.000 i superstiti nel 1946, data in cui è certo che, essendo la guerra terminata solamente da un anno, non poteva essere sufficientemente ristabilito l'ordine per permettere un'operazione di censimento: un'altra valutazione a lume di naso! Senza dubbio, ciò che a Poliakov importava, sopra ogni cosa, era che, detta statistica, evidenziasse una perdita di 1.500.000 ebrei e non v'è dubbio che egli abbia stabilito, anticipatamente, il risultato al quale doveva arrivare, affinché collimasse con la leggenda dei sei milioni. Non immaginava certo che dopo di lui sarebbe passato Raul Hilberg!

§         Leggendo il commento di Hilberg ci si rende conto che lui, invece, aveva tenuto conto della fuga degli ebrei difronte all'avanzata delle truppe tedesche in Russia. In una misura corrispondente al vero? Questo lo si vedrà più avanti. Si deve comunque riconoscere che, quando fissa in 3.020.000 il numero degli ebrei che vivevano in Russia nel 1939, concorda pienamente con Arthur Ruppin e che quando stima in 2.600.000 il numero di quelli che, fra loro, sono sopravvissuti, ossia le perdite in 420.000, si trova d'accordo con il giornalista ebreo David Bergelson che, su Die Einheit, edizione moscovita del 5 dicembre 1942 scriveva: Grazie all'evacuazione, è stata salvata la maggioranza (80%) degli ebrei dell'Ucraina, della Russia Bianca, della Lituania, e della Lettonia (citato da Der Weg, Buenos Ayres, gennaio 1953). Dove, invece, Raul Hilberg non è più d'accordo, è con sè stesso. Se, come afferma, sono stati salvati 2.600.000 ebrei russi, come può, allora, sostenere (p.190) che per Lettonia, Lituania e Russia, al momento dell’avanzata delle truppe tedesche, solo 1.500.000 sono scappati dietro le linee russe? Inoltre, come può  sostenere, come fa nella sua stessa statistica, che nessuno degli ebrei lettoni sia sopravvissuto?

§         Polonia. Qui, le due statistiche, press'a poco concordi sulla popolazione ebraica del 1939, sono in netto disaccordo sul numero dei superstiti: 500.000 per l'una, 50.000 per l'altra, risultati che sono fra di loro in rapporto di 1 a 10 e di 1 a 14 se raffrontati con quelli del professor Shalom Baron. Non si sa come il Centro mondiale di documentazione ebraica contemporanea di Parigi sia giunto a questa conclusione, non fornisce infatti nessuna indicazione. Quanto a Hilberg, questi si è irrimediabilmente perso nella nebbia dei numeri che ha creato intorno a se. Si è infatti visto che a pagina 767 del suo libro, indicava in 3.000.000 gli ebrei polacchi sterminati e solo in 50.000 su3.350.000 i superstiti. Ogni altro commento è superfluo.

§         Giochetto. Essendo queste due statistiche, indifferentemente, e, spesso anche contemporaneamente, garantite dal Centro mondiale di documentazione ebraica contemporanea e dal Movimento sionista internazionale, il lettore ha, fra le due, libertà di scelta. Può sposare la tesi di chi trova più vicina alla realtà la popolazione ebraica del 1939, come è stata indicata dal Centro di Parigi e più realistico il numero dei superstiti così come è indicato nella statistica di Hilberg. O il contrario. In questa sarabanda di cifre, non vi è ipotesi più verosimile. Nel primo caso si ottiene:

8.297.500 - 3.770.500 = 4.527.000 vittime.

Nel secondo:

9.190.000 - 2.288.100 = 6.901.900 vittime.

Una differenza impressionante.

Proseguendo nello studio comparato di queste due statistiche, si potrebbero, indubbiamente, mettere in evidenza anomalie ancor più sorprendenti. Ma a che servirebbe?

Mi sembra sia giunto il momento di parlare di cose più serie, di quella migrazione della popolazione ebraica, fra il 1933 e il 1939 alla quale, fino ad ora, non ho che accennato e che, non essendo stata correttamente studiata da nessuno degli autori di queste statistiche, che di frequente l'hanno passata sotto silenzio, lascia incombere su questo caso un'infinità di punti interrogativi che consentono ogni sorta di ciarlataneria. Se è vero, come afferma l'American Mercury (op. cit.), che il Movimento sionista internazionale oppone il suo rifiuto ad un censimento della popolazione ebraica mondiale (quale ammissione!) rendendolo con ciò impossibile, non vedo proprio dove si potrebbe trovare la verità se non lì. Ammesso che la si possa trovare.

 

 

 

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