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I-Tal-Ya

 

 

                                                                            Pagine 48, € 6,50

 

...Questo incremento era principalmente dovuto a due fattori: il primo era rappresentato dalle annessioni del 1918 (a Trieste risiedeva una numerosa comunità ebraica), il secondo da una maggio- re accuratezza dei censimenti.

“Tra il 1931 e il 1938 – scrive il De Felice – si ebbe una leggerissima ripresa demografica; non è però ad essa che si può far risalire lo sbalzo da 39.000 a 47.000 unità registrato dai rispettivi censimenti […] Per avere un quadro completo dell’ebraismo italiano si dovrebbe poi aggiungere a queste cifre quelle dei regnicoli residenti nelle colonie e all’estero”. (3)

Ora, secondo Livio Livi, il principale studioso ebreo di statistica (4), all’inizio del secolo l’elemento ebraico non superava le 40.000 unità e – sostanzialmente – era composto da elementi di ceppo sefardita, mancando quasi completamente l’elemento askhenazita.

Nel 1910 – stando al Livi – assommavano a 35.798, ma con questa particolarità: “Sopra 5.951 persone notevoli ben 125 sono israelite; appena 17,9 sopra 100.000 abitanti pei cristiani, ben 292,7 per gli ebrei: una frequenza 16 volte più grande in confronto di quella dei cristiani […] La superiorità numerica degli ebrei risulta ancora più forte fra gli uomini politici, i giuristi, gli economisti e finanzieri, i medici, i matematici, i letterati, i pubblicisti”. (5)

Secondo il censimento dell’agosto 1938 gli ebrei in Italia erano così distribuiti:

Ripartizione per regioni

Lazio 

12.943

Venezia Tridentina

989

Lombardia

11.559

Campania

714

Venezia Giulia, Zara

8.185

Umbria

228

Toscana

5.931

Sicilia

202

Piemonte

5.439

Abruzzi e Molise

138

Veneto

3.822

Puglie

122

Emilia

2.964

Sardegna

67

Liguria

2.770

Calabria

24

Marche

1.218

Lucania

10

 

3 - Renzo De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Torino 1993.
4 - Livio Livi, Gli Ebrei alla luce della statistica, Firenze 1918-1920
5 - Livio Livi – ibidem.


La Repubblica Italiana – democratica, antifascista, giudaica

La nascita della repubblica italiana, quella democratica e antifascista per intenderci, avvenne sotto l’ala benevola dei servizi di sicurezza angloamericani che di questa nuova colonia sono i tutori e i detentori del potere reale. Secondo Vincenzo Vinciguerra: “Il dopo, che noi abbiamo vissu-to e ancora viviamo, è stato scritto dagli Stati Uniti d’America nell’Europa occidentale e dall’Unione Sovietica in quella orientale, che hanno alimentato, per i loro fini la contrapposizione fra fa-scismo e antifascismo, utile mezzo perpetuare una divisione degli animi che impedisse all’Europa di riscoprire la sua forza e con la essa la possibilità di determinare da sé il proprio destino”. 
In un periodo storico assurdo, le iniziative politiche sono  assurde: pensiamo all’on. Caradonna, uno dei dirigenti di spicco dell’MSI che, durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, inviò i ‘Volontari Nazionali’ a difesa del Tempio, al Portico d’Ottavia nel Ghetto di Roma, o a quei deputati della ‘Destra Nazionale’ che hanno ripetutamente votato ogni risoluzione di solidarietà a favore d’Israele...

 

 

 

 

 

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