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Fatti e leggenda

 

 

                                                           Pagine 52, € 6,50

 

All'inizio del 1940, Auschwitz era solo una città, di 13.000 abitanti, dell'Alta Slesia tedesca. Nel maggio dello stesso anno, nella periferia di Auschwitz inizia a costruirsi, sull'area di una caserma dell'artiglieria polacca, un "campo di transito" per 10.000 detenuti polacchi. Negli anni che se-guirono, con l'aggravarsi della guerra, Auschwitz divenne il centro di un insieme di circa quaranta campi e sotto-campi e la capitale di un enorme complesso agricolo e industriale (miniere, petrolchimica, fabbriche di armamenti,) dove lavoravano numerosi detenuti, ebrei e polacchi in particolare, a fianco di lavoratori civili. Auschwitz fu, di volta in volta o successivamente, un campo di concentramento e un campo di lavori forzati e lavoro libero. Non fu mai un campo di "sterminio" (espressione inventata dagli alleati).

Nonostante le drastiche misure igieniche e i numerosi edifici o baraccamenti ospedalieri, a volte muniti degli ultimi ritrovati della scienza medica tedesca, il tifo, che era endemico nella popolazione ebrea polacca e tra i prigionieri di guerra russi, operò, insieme alla febbre tifoide e altre epidemie, devastazioni nei campi e nella città di Auschwitz tra la popolazione concentrazionaria e quella civile, come tra gli stessi medici tedeschi. È così che, durante tutta l'esistenza del campo, queste epidemie, unite per taluni alla fame, al caldo, al freddo e a terribili condizioni di lavoro in questa zona di paludi, causarono, dal 20 maggio 1940 al 18 gennaio 1945, la morte di molte persone, probabilmente 150.000 detenuti...

 

 

 

 

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