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Ho
appena salutato un vecchio, caro amico. Ho salutato l'amore, quello
grande, quello vero.
Non lo ritroverò mai più, se n'è andato senza rumore, senza rabbia, senza
dolore. Nell'euforia di un tramonto incombente vedo un volto caro,
delle mani emotive che trasmettono sensazioni. Sono solo
ricordi
che rivivono e si ripetono nell'evolversi della vita. Tu, sei tu! Unico! Hai risvegliato l'essere, il volere, il dare, la voglia di
avere. E' facile confondere, è normale fraintendere, è un'esperienza
nuova.
Qual è quella sottile linea, quasi invisibile, che divide l'amore dalla
passione travolgente, fatta di momenti e poi rimane il niente? E'
difficile capire ma esiste. E' come una cordicella che insistendo può
diventare cappio e l'emozione esiste, il desiderio esiste e allora entri nelle
spire della voglia di tremare. E' un'analisi affrettata ma sentita e
scorrono le lacrime del silenzio. Dove andrò?
Quale
sentiero impervio dovrò ancora percorrere per ricordarmi che esisto?
Ti rincorrerò nell'estasi della mia fantasia e ogni tanto mi fermerò
al vecchio albero della saggezza e nell'eterna disquisizione dell'essere
rivedrò i tuoi occhi, le tue mani, le tue braccia che stringendomi
forte mi diranno: - fermati signora, è arrivata la sera, fermati e
accetta i suoi colori.
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