Site hosted by Angelfire.com: Build your free website today!

Non è bravo, ma sa vendersi bene. Quindi ha successo.

di FRANCESCO ALBERONI. Qualche anno fa avevo preso, come assistente, un ragazzo molto allegro e molto intraprendente. Avevamo organizzato un convegno in un albergo di montagna e lui si era offerto di prenotare le stanze e di distribuirle nel modo più opportuno ai diversi convegnisti tenendo conto delle loro esigenze. Per esempio se erano o non erano sposati, se erano giovani o vecchi, se richiedevano particolari comodità. Gli ho detto di sì, e non me ne sono più occupato perché tutto preso dai lavori del convegno. Solo alla fine sono andato a trovarlo nella sua stanza e ho notato che si era autoassegnato la suite migliore dell'hotel. Io ero stato messo in una stanzuccia rivolta a Nord e anche alcuni ospiti illustri avevano avuto delle sistemazioni scadenti. In seguito il compito di assegnare i posti l'ho sempre dato al mio assistente più anziano che ragiona secondo il principio opposto: «Io sono al servizio dei nostri ospiti. Devo fare in modo che tutti si sentano a loro agio e che i personaggi più importanti si sentano onorati. La mia personale condizione non ha alcuna importanza perché sono solo strumento per la loro soddisfazione». Egli avrebbe certo dato le stanze migliori ai personaggi più illustri e avrebbe certo tenuto per sé la stanza peggiore. Da allora in poi mi sono sempre imbattuto in questi due tipi opposti di personaggio. Uno che considera il compito, il potere che gli viene conferito come un servizio da eseguire a favore di altri, il secondo come un privilegio di cui approfittare. È quello che a tavola, quando non ci sono i segnaposti, si mette nella posizione centrale. È quello che, se gli incarichi non vengono distribuiti d'autorità, sceglie quello più prestigioso. Ma è anche il tipo che, con un plico in mano, fingendosi un addetto, entra nell'ufficio scavalcando gli altri nella fila. Noi italiani, spesso, ammiriamo questo tipo di persone perché sono più intraprendenti, brillanti. Perché sanno vendersi bene. Ammiriamo la loro abilità nel fingere qualità che non hanno. Ammiriamo la loro astuzia, la loro capacità di imbrogliare, la loro destrezza e la loro impudenza. Invece non apprezziamo nello stesso modo gli altri, gli onesti, perché si tengono in disparte e svolgono una attività poco appariscente. Al massimo riconosciamo che sono dei «bravi funzionari». Come se essere un bravo funzionario fosse un titolo di demerito e non, invece, il segno di un valore, di una dignità ammirevole. Questo modo di agire è sbagliato e fa parte degli aspetti peggiori del nostro carattere nazionale. Siamo sinceri. Noi non giudichiamo le persone in base al loro valore, alle loro virtù, alle loro qualità morali, ma in base alla notorietà. Tutti coloro che appaiono in televisione diventano figure ammirate, positive. Anche Lady Golpe, anche Pacciani. Nei talk show parlano, ammiratissimi, i personaggi più incredibili, più volgari, più beceri. I politici e i divi televisivi, che conoscono le nostre debolezze, fanno a gara per apparire ogni istante sul piccolo schermo. In questo modo noi dimentichiamo che la società funziona soltanto grazie all'opera quotidiana e oscura delle persone che hanno il senso del dovere e della giustizia. Impiegati efficienti ed onesti, genitori ammirevoli, infermieri che si spendono per i loro malati, insegnanti obiettivi. Sono costoro che dovremmo ammirare e ringraziare ogni giorno.

Scappa da qui..

..E torna a casa
..Oppure all'idiotoriale

Email: s657122@students.uni-bocconi.it