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Canti DiSperati di Mario

Indice Delle Mie Ultime Poesie

Pina - Due Poesie e Un Racconto, Testimonianze

English Version -- Versão Portuguêsa

Nihon-go (roma-ji) -- Po-Ruski (ÏîÐóñêè)

Version Framçaise

Versión española


Alba

Lampeggia la luce del risveglio
Sguaiatamente spampanata di pistilli
Brillanti rilucono due occhi vicini
Increduli schiudendosi dall’ultimo sogno




Brividi

Brividi d’astri riflessi nell’inchiostro,
Tremolio di luci nella notte vulcanica,
Così incedono calmi gli occhi prima della tempesta.

Ogni tanto qualche lampo vicino,
Ogni tanto qualche difesa lontana,
Così cresce inattesa la marea che tutto sommerge.

Fari instancabili attirano sugli scogli,
Forme di approdi impossibili aprono la via,
Così Nessuno avvinto al maestro corregge la rotta.

Sino a che la tua ultima prova sarà provata
E la tua ultima conoscenza sarà conosciuta
E il tuo ultimo nettare sarà bevuto.

Allora, notte di capelli rossi e d’inchiostro vulcanico,
Sarai per la mia luce tremolante più che un’ombra:
Un indelebile silenzio parlante alla pelle dell’anima.



Capelli Di Roccia

Ecco, il giorno se ne va
Non più oblio, non più pace
Ecco, tra poco il crepuscolo sfrenato
Ancora una notte estenuante.

Passo le mani frementi
Tra fasci di capelli
Di roccia d’Arizona
Di sabbia di deserto.

Bevo odori di pelle tremante
Tra fusti di palme ondeggianti
Di cactus tenero e succoso
Di sorgenti e altipiani montani.

Ecco, la notte quasi passata
Ancora ricordi, ancora desideri
Ecco, tra poco l’alba ristoratrice
Ancora un giorno per desiderarti.




Cuore Amico

Senza risposta, senza speranza, senza tregua
Batte ancora il cuore ad un cuore sordo
Nel giorno di spuma, di cielo e di granito
Mentre salpa verso un viaggio interiore.

Fa i conti con un anno intenso e folle,
Mentre solca questo aspro lago marino
Di vento sferzante e di flutti ritorti
Improvvisamente amici come carezze.

Ecco, chiaro, nello scintillare dell’acqua,
Vede ora le sue annunciate tempeste
I falsi dolci suoi approdi, presto negati
Come a sconosciuto invasore selvaggio.

Ecco, confuse in curve di fari abbaglianti,
Rivede le soavi impareggiabili forme
Il dolce, totale martirio di sensi e specchi
Come mai fosse bastante il tatto.

Ecco, chiaro, nel tremolio d’onde amiche
Vede ora la finta comunanza d’intenti
Le voglie d’amante esclusivo e capriccioso
Improvvisamente nemiche come capelli.

Non chiede più risposta, al duro dolore,
Non batte più il cuore al cuore sordo;
Nella notte di spuma, d’inchiostro e d’arancio,
Rinascente approda all’unico petto amico.




La Vite

Disordinatamente arretrano schiere
Trafitte talora da strali elettrici
Abbagliate spesso da miraggi.


Ovunque sangue e orrore d’aceto
Elargiscono pace e oblio rinato
Calmando e ricreando lo spirito
Attendendo impazienti il tramonto.


Poi, scomposta s’arrampica la vite
Che tutto copre sanguinante d’umori
Succhiata talora da lascivi insetti.

Ovunque succo e pace zuccherina
Elargiscono tumulti e ricordi sopiti
Calmando e ricreando lo spirito
Attendendo impazienti l’alba.



Libertà Azzurra

Voglio pensare con gli occhi di plastica azzurra
Ai giorni delle palle di carta e delle frecce lampeggianti
Mentre bollicine di vapore appannano la mente

Ricordare nel freddo nudo di questo pavimento tremante
Il fremito di un vento mandato dal mare come un ruffiano
Ad annunciare stomaci strizzati di angoscia e cuori a mille

Fermarmi al film dei tempi di un caffè al bar e di un biglietto
Mentre una miscela invisibile induce a dimenticare nel sonno
Ed un calore ormai insperato si adagia teneramente sulla spalla

Voglio godere le sorprese di neve e di morse colorate agli orecchi
Godere di certezze senza ripensamenti che odorano di mirto
Benché oramai l’ardua strada non é presa e mai lo sarà

Vivere in questo ultimo sogno di plastica frusciante
Una decisione che ci stacca da tutto se non da noi
Una fortezza inattaccabile fatta non solo di un maschio

Ecco, non più dolore, non più angoscia, solo ma in compagnia
Confermato da lievi sussurri di mani, strette spontanee, parole dolci
Ecco. Tutto questo è nostro per sempre. Nulla lo cambierà mai.




Ricordare E Dimenticare

Voglio ricordare uno sguardo parlante, occhi sognanti di mistero.
Intuire un discorso tutto da cominciare, come faccio a sapere?
Io non posso ignorare il dubbio.

Voglio ricordare una margherita, il turbine di un sedile giù e il mare.
Essere voluto, che bello, quale mistero lo ha deciso?
Io non avei mai sperato tanto.

Voglio ricordare il tempo di viverci, nonostante tutto.
Giocare col rischio di non rimanere estranei, mi lasci tu?
Io non ne avei mai il coraggio.

Voglio ricordare le sere del museo, discorsi ridenti di novità.
Conoscere tutto e dire tutto, la sai l’ultima?
Io non le rammento mai.

Voglio ricordare quando dieci squilli ne rincorrevano cinque
Rimanere uniti contro la solitudine lontana, ma non in certi giorni, va bene?
Io non voglio ricordi di casa.

Voglio dimenticare il futuro, deciso nel tumulto del corredo.
Ricevere in faccia che non c’è parità di sofferenze, se lo vuoi fallo tu?
Io no, ho le mie ragioni.

Voglio dimenticare l’istituto e il fiume, parole convincenti e inutili.
Fare elogio all’incoscienza contro la ragione, lasci tutto per niente?
Io posso decidere solo per me.

Voglio dimenticare nuovi corsi senza di me ma con tanti amici
Vedere strisciare l’ombra inarrestabile, nonostante tutto ci speri?
Io sono pronto, mettimi alla prova.

Voglio dimenticare un patto che non vale se non è certificato
Concepire una staffetta di utilità, basta uno qualsiasi per un figlio?
Io non posso aspettare, ho blindato il cuore.

Voglio dimenticare un petto dolente di un tradimento annunciato
Ribellioni di una scelta imposta e mai accettata, perché non dovrei farlo?
Io dico tutto, sono a posto.

Voglio dimenticare un sole che non scalda come prima, tranne che a letto
Parole elettriche con tante risate nascoste e poi strette mai date, che hai sentito?
Io ti ho dato cinque per non discutere, non c’è altro.




Se Mi Chiederai

Se mi chiederai, oh figlio caro,
Che cosa vale la vita
Ti risponderò che vale
Ma, lo scoprirai da solo quanto.

Se mi chiederai, oh figlio caro,
Per cosa vale vivere la vita
Ti risponderò per la vita
Ma, lo scoprirai da solo perché.

Se mi chiederai, oh figlio caro,
A chi dedicare la vita,
Ti risponderò a te stesso
Ma, lo scoprirai da solo come.

E visto che non mi chiederai
Nulla della vita, oh figlio caro,
Allora vivila come meglio puoi
Senza prendere esempio da altri.



Sensi Di Te

Appoggiato alla mancanza di te, ascolto il buio della notte
cercando in ogni rumore il suono dei tuoi passi,
confuso da foglie rotolanti e gocce d’acqua.

Appeso al desiderio di te, scruto le ombre della notte
cercando il tuo passo sicuro ed il tuo viso allegro con gli altri
confuso dal baleno dei gatti e dai giri vorticosi delle nottole.

Aggrappato all’incertezza di te, annuso l’aria volante della notte
anelando l’appagamento della tua fragranza eterea,
confuso da misti odori d’aglio e cipolla.

Legato alla speranza di te, carezzo la pelle corrugata del cielo
stringendo i capezzoli delle stelle sino al piacere del dolore,
confuso da roteanti sciami di nubi

Trascinato dalla fallace certezza dei sensi, gusto il nettare inebriante della tua fonte montana
con il capo stretto tra le cosce degli alberi ondeggianti al vento,
confuso da persistenti odori di vivande.

Avvinghiato all’aspettativa di sussurrarti presto il vuoto della mia attesa
parlo di te coi silenzi e i rumori della notte
distratto da brividi d’oblio.

Adagiato su nuvole di fiori protesi come mani, pronte ad afferrarti
mi rivelo e mi nego agli occhi della tua presenza,
sussultante ad ogni falso allarme.

Perso nella selva delle tue parole non dette, offro il mio odore esotico
incaricandolo di parlare alle tue attese e alle tue solitudini notturne,
sicuro che non basterà a convincerti.

Irretito da branchi di pesci indecisi, nel mare del ricordo
ascolto il dolce titillare delle tua mani che dagli astri scavano le mie nudità,
rabbrividendo al freddo della tua assenza.

Solo e con l’unica certezza rimasta, quella di perderti, mentre è comune la voglia di averci
sento il suggere della tua bocca sulle mie carni affamate,
consapevole che nulla, mai nulla ci legherà e ci scioglierà.




Su Questa Collina Ventosa

Sono qui, con le finestre delle emozioni
Ancora tutte aperte e difficili da chiudere
Mentre un mare di flutti spazza l’anima
E un vento di rovi graffia la pelle del cuore.

Sono con te su questa collina di sugheri
A vedere come si vive semplicemente
Tra alberi contorti dal vento e pecore,
Come si vive il bene e il male della vita.

Ho visto con te rosso come un uovo il sole
Sciogliersi su una montagna nel mare
E colare lungo i suoi fianchi evanescenti,
Rinnovando antiche e nuove sensazioni.

Ho ascoltato musiche e vissuto parole
Che altri cuori mai comprenderanno
Con te abbracciato sotto notti di stelle
Per vedere se era possibile ancora vivere.

Con te su questa collina proviamo a volare
Guardando il mondo sotto di noi scorrere
Come un fiume che cerca il suo mare
Senza sapere se mai anche noi lo troveremo.




Il tempo perso dov'è?


Vorrei dimenticare tutto e non pensare più a nulla.
Tornare a sentirmi come a diciott'anni e avere ancora il mondo in tasca.
Tutto mi era possibile, bastava che lo decidessi.
Anche il tempo era mio: e così molti desideri, li ho rimandati.
Perché ne ero padrone e potevo decidere anche di non appagarli.
Ora nemmeno dimenticare è facile e non pensare è impossibile.
Ciò che non ho vissuto, ciò che ho rimandato è sempre davanti ai miei occhi.
Invece il tempo perso dov é?




T'immagino


Vedo un viso assorto mentre sola scrivi un biglietto,
Vedo un sorriso allegro quando spensierata sei in compagnia,
Vedo due occhi fissi verso il futuro quando prendi l'autobus,
Vedo due gambe svelte mentre vai in un mare di foglie secche.

T'immagino ammirarti davanti lo specchio con l'ultimo vestito,
T'immagino toglierti stanca il reggiseno al ritorno dall'ufficio
T'immagino sulle punte per avvicinarti di più allo specchio nel truccarti
T'immagino con le gambe accavallate nell'indossare le calze la mattina.

Sento l'odore della tua pelle inebriare i miei sensi alla primo contatto,
Sento il calore della tua mano provocare in me un turbine di emozioni,
Sento la fremente consistenza del tuo corpo alla decisa stretta del mio,
Sento il parlante sguardo dei tuoi occhi fissi nei miei e le loro risposte.

Tutto questo sento e provo, e ancora non ti conosco nemmeno!




Cuore Solitario

Sono un cuore? Sono solitario? Sono?
Sono mani che toccano una tastiera
Sono occhi che guardano uno schermo
Sono te che mi leggi e ti domandi chi sono
Sono uno che parla a un pezzo di ferro
Sono uno che il cuore l'ha perso
Sono un cuore che cerca se stesso
Sono un solitario cuore di uomo

Sono un uomo che spera di esserlo.




Amica

Amica, armata d'occhi, vortici neri

D'una galassia ove beato lo sguardo

Rapito scompare; punte acute di dardo

Pronte a ferire anche i più fieri.

Amica, cinta di fasci di crine corvino,

Seta lucente ove l'occhio vagando gode,

Carezza e n'è irretito; roteanti sfide

Pronte a serrare chi si vuol vicino.

Amica, di dolce orecchio provvista

Latomia degli affanni ove teso il dannato

Fidante confida le pene; balsamo ritrovato

Pronto a una nuova insidia non vista.

Amica, amica, amica. Celata attiri la preda?

Amica, amica, amica. Tessi reti d'occhi ardenti?

Amica, amica, amica. Prepari sensi d'inganni?

Amica, amica, amica. Eccomi!






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