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Poema escrito por

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.....NAPOLEONE A SANT'ELENA
 
Nato ad Ajaccio (Corsica) nel 1769
Morto in esilio nell'isola di Sant'Elena nel 1821 


 
Del popolo giammai schiavizzato,
il corso Napoleone Bonaparte,
a Sant'Elena è sconsolato,
unico passatempo l'arte. 

 
Della Provvidenza strumento,
detta costituzioni in terre straniere,
campagne poderose come vento.
Prototipo di virtù fiere.

 
Di sogni osati le sue gesta,
dei Grandi conquista l'eternità,
seppur tradito non si arresta,
dal fango risorge con volontà.

 
Soldati sporchi per i conflitti,
inzaccherati di fango e neve,
per trecentomila morti
arruola centomila nuove leve.

 
Da Mosca la ritirata sofferta,
uomini dal freddo decimati,
reagiscono con la forza che resta,
fendono le linee dei nemici appostati.

 
Accolti da raffiche violente,
con la spada si copron di gloria,
la rabbia più forti li rende,
conquistando ancora qualche vittoria.

 
Delle Alpi la traversata,
Bonaparte fa di un bivacco un ospedale,
Roma è conquistata,
nei villaggi costruisce scuole.

 
Le truppe nelle rapide lotte,
seminano violente tempeste,
con trionfanti cavalcate,
terrore tragico e triste.

 
Dietro la cavalleria francese,
ubriaca di sangue, l'artigleria avanza,
il nemico tedesco e inglese,
é affrontato con la lancia.

 
Bonaparte è un carisma,
um simbolo al comando.
Nuove truppe reclama,
carretti di artiglieria arrivando.

 
Sostituisce battaglioni interi,
basta gridare "Bonaparte",
premuto dai nemici fieri,
continua marciando con sua arte.

 
Egli disprezza la sconfitta.
Le sue magnifiche battaglie,
fanno tremare l'Europa tutta,
che rimane del timore alle soglie.

 
Dei parenti il tradimento,
del soldato la fedeltà ed il volo,
in Sant'Elena è tutto terminato:
"Basta! Lasciatemi da solo".

 
Nella triste isola rocciosa,
Imperatore nella prigione desolata,
il suo palazzo è una stalla uggiosa,
la sua anima è consumata.

 
Impensabile la fuga dall'esilio,
"Resistere" è il motto del proscritto,
della storia francese diamante e lirio,
nell'inospitale isola costretto.

 
Ma si scuote Bonaparte,
della ragione sovrano e autore,
di animo sereno e d'arte,
è creatore e non distruttore.

 
Fa di Sant'Elena uma nova Parma e Savona,
Pirenei, Austerlitz e Piemonte,
Sevres, Tours e Lyon accomuna,
del Reno e del Rodano le lotte.

 
Nuove truppe organizza,
lavoratori di vanghe armati,
per diminuire l'amarezza,
di color che nell'isola son nati.

 
Arreggimenta cinesi, indiani e mori,
francesi e garzoni di stalla,
piantando alberi e fiori,
per un'isola più vivibile e bella.

 
Opera di amore e delicatezza,
fa dell'isola un giardino verdeggiante,
fiori ed alberi con la loro bellezza,
ripagano la vista del viandante.

 
Le leali sentinelle sorvegliano con attenzione,
ed il loro ultimo sospiro, in verità,
emesso con profonda emozione,
è levato dal vento per la Santa Eternità.
 
Tradução do português pôr:

 

 

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Sonetos en español sobre el mismo tema
Escritos por el Poeta Colombiano
Juan B. Jaramillo Meza

 

 
I
Grandeza
Soberbio, en su grandeza de Emperador glorioso,
como un águila enorme desata .su ambición.
Es el moderno César, Aquiles impetuoso.
Su cetro cifra un símbolo de guerra y destrucción.
 
Su ejército invencible le aclama victorioso
el último centauro de audaz dominación.
Europa tiembla al paso de su corcel fogoso.
Su espada es la centella de la Revolución.
 
Italia, Rusia, Egipto, las tierras españolas
invaden sus ejércitos como revueltas olas
de tempestuosos ímpetus en bélico fragor.
 
Le vieron las Pirámides en su corcel guerrero...
Su nombre es como un vivo relámpago de acero.
Los Siglos se doblegan ante el Emperador!
 
 
II
Decadencia 
 
Absorto, en el más árido peñón de Santa Elena,
el Hércules vencido medita frente al mar.
La voz del océano que en la extensión resuena
arrulla al Héroe pálido que empieza a declinar.
 
El estruendoso piélago de leonada melena
evoca, en recios ímpetus de acento secular,
las dianas de Marengo, de .Austerlitz y de Jena,
de Waterloo las cargas de férreo trepidar.
 
Ayer, corona, trono, cetro, púrpura, Imperio!
Hoy, desolado César, águila en cautiverio,
roto el escudo homérico, vencido el Vencedor!
 
El Héroe, absorto, inmóvil, contempla la distancia:
parece que las olas que vienen desde Francia
murmuran a sus plantas: ¡Viva el Emperador!

 

 

 

 

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