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I Radicali Liberi Sudtirolesi approvano il testo della lettera inviata dall'Associazione Popoli Minacciati al Governo italiano

 

Lettera aperta
al Governo italiano                                         
Grozny muore nella vostra indifferenza
                                                     Bolzano, 11.2.2000
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E’ lodevole che i democratici del nostro paese esprimano la loro
preoccupazione per la coalizione di governo liberal-popolare austriaca,
nonché per le intenzioni dei liberali austriaci. Non a caso Israele e le
organizzazioni ebraiche rifiutano la politica del segretario di partito
liberale Jörg Haider in quanto di estrema destra. La partecipazione dei
liberali al governo austriaco lascia costernata l’UE, che sembra
seriamente intenzionata a voler prevenire ed evitare qualsiasi possibile
estremismo pericoloso in futuro.
Purtroppo però gli stessi democratici, indignati per le dichiarazioni di
Haider, tacciono circa l’offensiva russa in Cecenia. Né il Primo
Ministro D’Alema, né il Ministro degli Esteri Dini (che a sua tempo
criticò l’intervento Nato in Serbia), né i presidenti di Camera e Senato
hanno condannato la Russia e la sua guerra in Cecenia. L’indignazione
del governo per i liberali austriaci e la loro politica estremista, e
l’appello alla tolleranza e contro il razzismo diventano così dei
semplici appelli di facciata, senza un valore concreto.
Ci vergogniamo per Voi per la facilità con cui considerate gli orrori
della storia e passate poi all’ordine del giorno. Il 27 gennaio scorso,
anniversario del giorno in cui l’Armata Rossa liberò gli internati nel
campo di concentramento di Auschwitz, in tutto il mondo si lanciarono
appelli affinché un nuovo Olocausto fosse reso impossibile nella storia
dell’uomo. Perché allora non parlate quando in Cecenia vengono
nuovamente massacrati degli esseri umani?
Ci vergogniamo di voi perché tacete. Ci vergogniamo poiché la "comunità
dei valori occidentale", l'UE, non ha il coraggio di condannare
l’aggressione russa. E’ la stessa "comunità dei valori" che condannò
gravemente il genocidio serbo in Kosovo, ma le cui truppe non sono
ancora riuscite a fermare la cacciata ed il massacro dei non-albanesi da
parte dell'UCK. Ci vergogniamo anche per il Consiglio Europeo e per
l'OSCE, i quali si sono intrattenuti finora in chiacchiere diplomatiche
senza essere stati capaci di un’azione concreta a favore della
popolazione cecena.
La metà degli 800.000 ceceni sono profughi, il numero dei morti e dei
feriti può essere solo stimato. Secondo il Comando Maggiore russo sono
morti più di 10.000 "ribelli". I morti sono davvero tutti "ribelli"? Con
la scusa della "lotta al terrorismo" il governo di Jelzin fa sparare da
settembre 1999 su tutto ciò che si muove. In questo modo il governo
russo può continuare i massacri del 1994-96, i quali sono costati la
vita dagli 80.000 ai 100.000 cittadini ceceni (tra cui molti russi).
L’Associazione per i Popoli Minacciati, l’Human Rights Watch e
l’Associazione per i diritti umani russa accusano il presidente russo
Vladimir Putin di crimini di guerra in Cecenia:
   * uccisione in massa di civili grazie al bombardamento sistematico di
     scuole, mercati, moschee, ospedali, veicoli della Croce Rossa,
     nonché di interi villaggi e quartieri cittadini;
   * di aver sparato e bombardato (tra l’altro con cosiddetti “Fuel Air
     Explosives”) e perciò di aver ucciso in modo sistematico e
     pianificato 40.000 civili, che erano troppo vecchi, troppo malati o
     troppo giovani per poter fuggire. Intere aree sono state
     incendiate;
   * di aver fatto fuoco su convogli di profughi nonostante fosse stato
     assicurato il libero passaggio dei mezzi
   * maltrattamenti, torture, rapimenti e arresti illegali di civili;
   * saccheggio di beni e proprietà della popolazione cecena;
   * fucilazione di singoli e di massa di civili;
   * stupro di donne cecene in villaggi e città conquistate;
   * selezione di uomini tra i 10 ed i 60 anni e la loro deportazione in
     cosiddetti campi di filtraggio;
   * il rimpatrio coatto di profughi dall’Inguscezia nelle zone di
     guerra cecene;
   * di aver impedito alle organizzazioni umanitarie di prestare aiuto
     ai profughi, ai cacciati da casa loro e a coloro che erano rimasti
     imprigionati nelle zone di guerra;
   * di aver ostacolato la corrispondenza giornalistica, le ricerche
     delle organizzazioni per i diritti umani e degli osservatori
     internazionali.
La guerra contro i "terroristi" ceceni viene condotta con i mezzi
finanziari dell'UE e del Fondo Monetario Internazionale FMI. Questa è
una guerra contro un paese che è stato riformato nel 1997 dall'OSCE con
elezioni democratiche. L'Occidente non ha mai sostenuto l'insufficiente
democrazia, né si è in qualche modo impegnato per stabilizzare il paese,
per sostenere il suo governo e per evitare l'ascesa degli islamici. I
crimini russi e l'indifferenza europea permettono agli estremisti di
guadagnare popolarità sulle rovine di Grosny.
Nell’agosto del 1999 l’attivista per i diritti umani russo Aleksandr
Podrabinek del gruppo “Memorial” ha chiesto al suo governo di rinunciare
alle terre occupate e di scusarsi con i popoli caucasici per
l’oppressione subita. Un appello rimasto inascoltato. Swetlana
Gannuschkina del Comitato per i profughi “Aiuto Civico” ha lanciato un
appello affinché si rompa il silenzio. L’indifferenza con cui la società
russa e l’Occidente accettano i crimini russi è, secondo la
Gannuschkina, un segnale per la crescente xenofobia in Europa.
La Cecenia è distrutta. La Russia ha così rotto l’accordo KSE sul
disarmo, ha violato gli accordi OSCE, il diritto umanitario dei popoli,
la convenzione dell’ONU sul genocidio e gli accordi russo-ceceni. La
Russia teme la perdita della linea ferroviaria e degli oleodotti in
Cecenia, e perciò vuole il completo controllo del paese. Isolate la
Russia, annullate la sua partecipazione al Consiglio Europeo, altrimenti
la vostra indignazione per l’estremismo di destra di Haider risulterà
assai poco credibile. Il presidente russo Vladimir Putin ha le mani
sporche di sangue. Tornerete a stringergliele?