Arianna
camminava tenendosi vicino al muro che accompagnava la strada
tortuosa per un lungo tratto. Aveva paura di cadere e quel muro
eretto secoli prima le dava la sicurezza di chi cerca l’antica
storia. Il suo sguardo era rivolto in basso, il cielo le avrebbe
fatto paura e si limitava a guardare i suoi piedi che, passo dopo
passo, narravano di molti autunni trascorsi. Anche
l’abbigliamento era in tema quel giorno. Cappotto nero, stivali
neri, l’unico contrasto erano i capelli biondi che portava
lunghi fino alla nuca. .Il suo viso esprimeva perplessità. La
mente avvolta in una nube grigia che con determinazione chiedeva
colori più decisi. Era una donna sulla cinquantina, sentiva il
peso dei suoi anni e li corteggiava come un’amante insegue il
piacere dell’amplesso. Raffinata cultrice della vita riusciva a
stravolgere il valore del tempo, lo accarezzava fino ad amarlo con
la gioia dei vent’anni. Aveva incontrato un uomo qualche mese
prima, si era materializzato in un tardo pomeriggio di settembre.
Aveva avuto dei contatti con lui tramite internet e via telefono,
l’aveva guardato in foto. Per una serie di circostanze più o
meno fortuite (meeting fra chatters) ora si trovavano di fronte,
lei decisa a mostrare la parte migliore, lui forse sorpreso, non
si aspettava una donna “umana” che andasse oltre il mito del
nick (soprannome). Erano ospiti a cena in casa d’amici comuni ma
per la notte avevano prenotato due “singole” in albergo. Dopo
alcune ore trascorse in piacevole compagnia “contaminati” da
vini superbi si ritrovarono soli in macchina. Fu un abbraccio
istintivo, intenso, passionale. Arianna viveva, ancora una volta
viveva, era soffocata dall’emozione e propose “il bicchiere
della staffa”. L’ora tarda li obbligò ad una ricerca molto
oculata e si ritrovarono in un bar . Lui aveva gli occhi
luminiscenti, traspariva l’attrazione ma forse ancor più
l’esaltazione per tutto ciò che non capiva. La cara vecchia
amica di tante sere di solitudine, la dolce signora “tutto
core” che si prodigava per gli altri si stava rivelando
tutt’altro e lui era sconcertato, disorientato, ingurgitava
alcool come fosse acqua. All’improvviso il bar, la gente tutto
scomparve e si ritrovarono a baciarsi, abbracciarsi, desiderarsi e
perdersi fino ad anullarsi. “Un ebbro brindisi alla vita”
l’avrebbe definito Arianna il giorno dopo non rendendosi conto
della fusione di due persone che si cercavano da una vita. Lui
proveniva da una vita travagliata, sbagliata forse senza colpe ma
con molti rimpianti. Dopo tredici anni di matrimonio si era diviso
dalla sua compagna e per lui l’amore e ogni derivato si era
fermato lì, dove aveva dichiarato fallimento su tutti i fronti.
Era iniziato subito il periodo post bellico: odio e attrazione per
le donne, conflitto che ancora oggi lo rende interessante perché
nella sua anarchia del rapporto vissuto alla “carpe diem”,
odia gli addii. Arianna ripensava al suo matrimonio... la
separazione non era stato dolore, solo un grande senso di
impotenza, di rammarico per ciò che avrebbe potuto essere se
fosse andata oltre se stessa. Avrebbe dovuto vivere al posto di
un’altra…di una donna inserita, consapevole socialmente di
valori che per lei erano al di fuori di ogni logica di libertà di
pensiero e di comportamento. Lei “amava” selvaggiamente,
appassionatamente incurante dei canoni prestabiliti. Ora si
trovava a confrontarsi con un uomo che andava al di là di ogni
ragionevole valutazione. Si, anche lei razionalizzava talvolta e
ciò la spaventava, forse stava passando quel confine che la
rendeva diversa, forse un po’ alternativa nella sua
“specie”. Decisero di rivedersi, furono momenti esaltanti
alternati da momenti molto bui. Arianna dopo ogni incontro cercava
di rimuovere, non voleva farsi coinvolgere, era sempre ligia al
suo “credo”: “magnifico ma non perdiamoci in strade senza
ritorno”. Dopo alcuni mesi, chissà per quale arcano
“sortilegio” lei capì d’amarlo, non voleva perderlo e un
sottile dolce dolore la fece sentire ancora una volta nella
“savana”... la tigre era in agguato? E’ una strada senza
segnaletica….un viaggio al buio…una piccola barca in mare
aperto…Arianna non conosce l’approdo ma il percorso le è
dolce rapportato alla paura del niente............(continua...)
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